Esistono legami e risonanze tra comunità territoriali da riconoscere e di cui occorre prendersi cura ogni giorno. Esistono scuole che scelgono l’arte e la memoria per vivere percorsi di apprendimento originali e ricchi di senso, con cui nutrire la voglia di cambiare il mondo. Esistono iniziative, come “La Lunga Marcia nelle Terre del Sisma” (che parte da Fabriano il 28 giugno e arriva a L’Aquila l’8 luglio per sostenere le comunità locali colpite dai terremoti), che mostrano territori vivi nonostante tutto. Un fotoreportage di una giornata intensa all’Aquila, dalla Casa dello Studente al Museo Nazionale d’Abruzzo, fino alle CaseMatte a Collemaggio dal Comitato 3e32. Un lento, e per questo profondo, camminare insieme
di Anna Maria Piemonte*
La Lunga Marcia
Sabato 13 maggio gli studenti e le studentesse del liceo artistico statale “Via di Ripetta” di Roma, impegnati nel progetto di alternanza scuola lavoro #PassiSolidaliperAmatrice, hanno seguito le orme, tra gli altri, di Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice, pittore e architetto del Rinascimento che mosse i suoi passi tra Amatrice, L’Aquila, Ascoli Piceno, Perugia, Città di Castello.
Ci prepariamo così alla Lunga Marcia per L’Aquila, trekking di solidarietà nei territori colpiti dai terremoti del 24 agosto e 26 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017, che partirà da Fabriano (Ancona) e raggiungerà L’Aquila, distrutta dal sisma del 2009. La Lunga Marcia (di cui torneremo ad occuparci, ndr) è promossa da Movimento Tellurico e dall’associazione FederTrek.
All’Aquila, siamo stati accolti da Legambiente Abruzzo. Rita Maione ha guidato i nostri passi in una città meravigliosa per la determinazione dei propri abitanti, il coraggio e la speranza di una rinascita conquistata con atti di cittadinanza attiva e azioni sociali e politiche, giorno dopo giorno, per la cura e la tutela del proprio territorio e la conservazione dell’identità storica (anche e soprattutto, attraverso un patrimonio artistico di inestimabile valore che si impegnano a far conoscere).
Con Enrico Sgarella di Movimento Tellurico abbiamo invece parlato di cura e prevenzione antisismica dei territori attraverso le esperienze della “Lunga Marcia per L’Aquila” che, per questa edizione, si chiamerà “La Lunga Marcia nelle Terre del Sisma”. Un trekking solidale che partirà da Fabriano il 28 giugno per arrivare a L’Aquila l’8 luglio, un percorso attraverso i territori colpiti dai terremoti che hanno devastato l’Italia: un viaggio finalizzato a incontrare e dar voce ai protagonisti della ricostruzione, ai progetti e all’impegno di quanti resistono per ricostruire e realizzare prima di tutto una nuova prospettiva di vita.
Per gli studenti di #PassiSolidaliperAmatrice, gli incontri all’Aquila seguono le importanti esperienze e attività realizzate con l’Archivio di Stato di Rieti (di cui abbiamo parlato in L’anima dei luoghi e l’infranto), diretto da Roberto Lorenzetti: questa nuova fase del progetto punta alla conoscenza dei territori e prepara il viaggio nella Conca Amatriciana. Quello nei territorio di Amatrice (accompagnati dalle associazioni Federtrek e Movimento Tellurico), sarà un importante percorso esperienziale e di condivisione, finalizzato alla cura dell’ambiente in queste “Terre Mutate”, in una prospettiva di solidarietà e partecipazione che non può non passare anche attraverso la tutela e la sensibilizzazione del patrimonio storico-artistico a rischio dispersione. Un lento e per questo profondo camminare.
La Casa dello Studente
All’Aquila, abbiamo cercato le tracce di una rinascita difficile, conquistata per lo più con atti di cittadinanza attiva. Tra le tappe più importanti c’è stata la visita a uno dei luoghi della Memoria più significativi: la Casa dello Studente. Qui il dolore per la morte degli studenti che persero la vita nel crollo dell’edificio non è una questione privata ma lutto collettivo.
Segni di sofferenza, memoria e azioni sociali
La successiva visita alla nuova sede del Museo Nazionale d’Abruzzo (MUNDA) è stata straordinaria: tra le altre cose, abbiamo ritrovato, non senza emozione, il Cristo deposto di Penne, le pregevoli Madonne abruzzesi, le sculture in terracotta di Saturnino Gatti, le tavole dipinte e i polittici, gli affreschi staccati dei maestri che operarono nella città tra il Medioevo e il Rinascimento, dipinti e sculture recuperati dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Il Cristo deposto di Penne è un’opera del Duecento ed è l’unico esemplare rintracciabile in Abruzzo di questa particolare tipologia scultorea avente come oggetto della propria rappresentazione l’intera scena della Deposizione, con il corpo del Cristo nel momento in cui veniva rimosso dalla croce da Nicodemo e da Giuseppe d’Arimatea, assieme alle addolorate figure della Madonna e di San Giovanni, oggi perdute. Un’opera di grande impatto emotivo per la capacità mostrata dall’anonimo autore di rappresentare la sofferenza e il mistero della morte.
L’incontro con questa scultura che porta su di sé i segni della sofferenza del terremoto aquilano non può non suscitare commozione profonda, struggimento in tutti per quanto perduto in termini di vite umane e di distruzione. Al tempo spesso per molti è un’opera che nutre la consapevolezza e l’assunzione di responsabilità nei confronti della memoria e dell’identità storico-artistica e culturale dei territori, memoria che ha bisogno di azioni sociali partecipate, all’Aquila come ad Amatrice, nel Nord come nel sud del mondo.
Terre di confine
Al Museo Nazionale d’Abruzzo abbiamo scoperto complessità e raffinatezze dei linguaggi di una terra di confine che come tale è stata considerata da re e imperatori, da papi e principi, una peculiarità, quella della Montanea Aprutii, dell’essere terra di mezzo, che ha condizionato la sua storia nei secoli. In questo singolare crogiolo culturale, architettonico e figurativo, tra le sculture lignee e di terracotta, tra le pale e i polittici, ci siamo messi alla ricerca dei legami con gli artisti della Conca Amatriciana, muovendoci tra Medioevo e Rinascimento. Abbiamo scoperto Saturnino Gatti, Francesco di Montereale, Silvestro dell’Aquila, Giovanni di Biasuccio, il Maestro del Trittico di Beffi (Leonardo di Sabino da Teramo) Matteo da Campli e altri artisti abruzzesi restati anonimi e lo stupore non può che trasformarsi in meraviglia.
Nella nostra ricerca abbiamo ammirato in particolare il Sant’Antonio Abate di Santurnino Gatti, proveniente da Santa Maria del Ponte, a Tione degli Abruzzi, distrutto in ottocento frammenti dopo il terremoto del 2009, restituitoci dopo un sapiente restauro che ha del miracoloso.
Lo abbiamo potuto ammirare, per quanto mi riguarda, non senza provare una commozione profonda: pochi giorni prima del terremoto del 24 agosto ad Amatrice mi trovavo nella Chiesa di Sant’Antonio Abate di Cornillo Nuovo, ancora una volta al cospetto di Saturnino Gatti. Tecnici e restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, con la collaborazione dei vigili del fuoco e dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (come mostrano alcune foto qui di seguito, tratte dal sito del Ministero dei beni culturali), sono riusciti a recuperare quaranta opere conservate all’interno della chiesa, tra suppellettili liturgiche, paramenti sacri e libri dell’archivio parrocchiale, tra i quali dei messali del XVII e XVIII secolo. Tra le opere trasportate al deposito presso la Scuola del Corpo Forestale a Cittaducale (Rieti), anche il pregevole tabernacolo ligneo in forma di tempietto dipinto con l’immagine del Cristo risorto e dei santi Giovanni e Antonio Abate e siglato con la data 1568 e il nome del donatore, Cherubino de Jacobo.
In questa piccola Chiesa ho memorie di sopralluoghi per studio, oppure consuete visite per godere del ciclo di affreschi con le dodici Storie di Sant’Antonio abate di Dionisio Cappelli e delle sculture in terracotta raffiguranti Sant’Antonio abate nella nicchia dell’altare maggiore e la Vergine orante con il Bambino sull’altare laterale destro, attribuite proprio a Saturnino Gatti (1463-1519 ca.) protagonista del rinascimento aquilano. Ho memoria anche di concerti di musica antica che spesso erano organizzati nella Chiesa. Di fronte al Sant’Antonio Abate di Saturnino Gatti al MUNDA, ho provato struggimento, melanconia ma anche autentica disperazione per quanto perduto la notte del 24 agosto ad Amatrice. Il disorientamento di quanti, come me, abbiano perduto il proprio centro, parte della propria identità in termini di luoghi di riferimento: una terra dell’anima diventata un deserto di polvere. Che si possa almeno custodire e tramandare memorie e luoghi dell’anima.
Il documentario
Arte salvata è un documentario doloroso della Soprintendenza Beni Ambientali Architettonici Storici Abruzzo che racconta il recupero dei dipinti e delle sculture del MUNDA. Un documentario che si guarda con le lacrime agli occhi anche otto anni dopo il sisma, con la consapevolezza che quanto è stato stato salvato e restituito è stato fatto non soltanto per gli abitanti della città.
Quel movimento delle carriole
Il nostro viaggio a L’Aquila, in cerca di legami e reti di solidarietà, ha fatto tappa anche alle CaseMatte a Collemaggio per conoscere Alessandro del Comitato 3e32 e a ascoltare i suoi racconti sul movimento delle carriole e sulla resistenza degli aquilani dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Una giornata importante, questa del 13 maggio, di consapevolezza e di assunzione di responsabilità per tutti noi. Una giornata vissuta nella speranza che ognuno degli studenti di #PassiSolidaliperAmatrice presenti a L’Aquila possa percepire e sentire crescere dentro di sé la necessità di prendersi cura del proprio territorio e del patrimonio storico artistico attraverso azioni di cittadinanza attiva e di restituire quello che hanno generosamente ricevuto visitando la città. Sarebbe bello pensare che, dopo questa intensa esperienza, gli studenti contribuissero, anche solo in parte, alla sensibilizzazione di quante più persone possibili su quanto sia avvenuto a L’Aquila e stia avvenendo ad Amatrice e nei territori del cratere, per non dimenticare. Un bel modo per prepararsi alla Lunga Marcia.
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