C’è era una volta in una grande città un palazzo gigantesco morto, improvvisamente rinato cinque anni fa grazie a migliaia di persone che lo hanno trasformato in un vulcano di cultura e relazioni sociali, e ora pronto per essere ancora sacrificato. Indovinate un po’? Ma al dio profitto, naturalmente, e al suo braccio destro il bando. Chi ha ridato vita a Macao, a Milano, ha atteso i tavoli annunciati dal Comune per immaginare un futuro di quello spazio e ora scopre che è in arrivo il cartello Vendesi. Nonostante questo, a Macao non rinunciano a pensare e a proporre di usare gli spazi urbani in modo creativo, magari insolito. Hanno trovato la pazienza, l’ironia e la fantasia per scrivere una lettera splendida a sindaco e assessori per ragionare a voce alta di proposte diverse, per ricordare che partecipazione non significa ricerca del consenso elettorale, per annunciare l’apertura delle iscrizioni all’Associazione per comprare Macao e per convocare un incontro dove parlare alla città (è un loro vizio, non sanno farne a meno). Ma, prima di tutto, hanno scritto per far sapere che sono e saranno “spina nel fianco qui così come altrove…”
di Macao
Stanno vendendo Macao… E allora abbiamo scritto.
“Spettabile Comune di Milano, egregio Sindaco, gentile Assessore all’urbanistica; Spettabile Sogemi spa, nella persona dell’illustre Presidente”.
Abbiamo usato un linguaggio chiaro, burocratico e non interpretabile per dire: dovete vendere Macao? Troviamo un modo perché la città compri Macao. Serve dialogare con Voi, illustri istituzioni, per inventare questo modo, un modo che farà scuola, aprirà strade, farà di Milano una città audace ed una capitale dell’innovazione – che è parola che piace.
Abbiamo usato un linguaggio semplice e immediato per chiedere null’altro che coraggio, atto di bellezza e forza di fronte ad una esigenza triste: risanare le casse di Sogemi – maldestra, malgestita, periferica società partecipata al 99 per cento dal Comune di Milano, proprietaria delle Palazzine di Viale Molise e di tutta l’area dell’ex Ortomercato – la più grande area abbandonata in contesto urbano d’Europa.
E allora abbiamo scritto, e atteso.
Atteso un tavolo col Comune, promesso e disatteso, lasciando invece passare giorni in cui il piano di Sogemi di vendere le palazzine si è fatto sempre più reale, sempre più vicino: uscirà un bando fra pochi giorni e qualcuno avrà il coraggio di dire “partecipate come farebbe qualunque altro onesto cittadino”. Per essere schiacciati dalle holding, dagli immobiliaristi, da chi può permettersi di tenere vuoto e fermo un palazzo gigantesco – già morto, poi rinato ed ora pronto per essere ancora sacrificato. Perché a questo servirà il bando: non a dare spazio alla società civile, alle associazioni o a gruppi di cittadini, ma a valorizzare al massimo i potenziali introiti, ovvero a vendere a chi può permetterselo. Stiamo parlando di fondi di investimento, grandi corporation le cui operazioni sono orientate alla speculazione o al profitto. Altro che associazionismo, sviluppo locale, innovare per includere e bla bla bla.
[Sotto la Torre Galfa eravamo migliaia; sotto la Torre, cinque anni fa, migliaia di persone hanno cambiato la narrazione, inventato parole, fatto discorso. Sotto la Torre che ora non è nulla ancora, e che tra poco diverrà lusso di pochi, eravamo migliaia]
Tessuto sociale, governance del territorio, vuoti e pieni urbani ci interrogano da quando Macao fu. Due anni di lavoro hanno portato alla presentazione in Giunta (l’allora Giunta Pisapia) di una delibera, in cui, articolo per articolo, si disegnava un modello di governance dove il rapporto tra partecipazione politica e uso della città non rimanesse nell’alveo della creazione di consenso, ma consentisse a cittadini e cittadine di usare gli spazi urbani in modo creativo, magari insolito, ma in risposta diretta ai propri bisogni. Perché diciamolo, di questo abbiamo davvero bisogno: strumenti che ci consentano di trovare risposte dove è il vuoto ed è il silenzio – che regna. Quella delibera non fu mai discussa e tantomeno approvata. Silenzio. Silenzio. Passo e chiudo. Voglia di cambiamento per rimanere uguali a noi stessi. Silenzio. Stiamo fermi.
[In questi 5 anni sono quasi 2000 gli artisti ospitati da Macao. Decine le università e le istituzioni con le quali abbiamo collaborato. Centinaia le produzioni supportate e/o create in tutti i campi dell’arte e della cultura. Centinaia di migliaia le persone del pubblico. Vi piacciono i numeri? I confronti sono la vostra misura? Amate la statistica? Fateli i paragoni. Fate i paragoni del valore creato, di quanto ancora si può fare dando tempo e mettendo questa esperienza al sicuro]
Perché osare. Perché rischiare e tentare. Se non basta il desiderare dei cittadini, se non basta chiamare in causa la partecipazione, la democrazia diretta e l’innovazione o il fatto che Milano vuole essere capitale culturale; se non basta aspirare al di più, immaginare l’oltre, anticipare il domani: perché saremo spina nel fianco qui così come altrove.
[In Palazzo Citterio ci avete arreso con la forza dell’Esercito. C’erano lavori urgenti da fare, Belle Arti, appalti e ministeri di mezzo. C’erano lavori urgenti che attendono ancora un inizio. Ci avete arreso con la forza dell’Esercito per il vuoto: la vostra politica crea il vuoto]
Così se questo silenzio, questa attesa, questo lasciar passare che le cose accadano, che ci sia un bando su Viale Molise 68 cui non potremo partecipare; se questa è la vostra scelta, illustre amministrazione, non sarà una scelta che potrà addomesticare i nostri voleri.
Abbiamo scritto, abbiamo atteso ed ora:
LOVE: Mai come adesso è necessario essere numerosissime, moltiplicare la complicità, la solidarietà e la lotta per rafforzare questo percorso. Macao è sempre stato di tutti, siamo davvero tante!
Pre-iscriviti all’associazione per comprare Macao: macaomilano.org
LOVE (ancora): dobbiamo parlare con tutta la città, fissiamo il prezzo insieme!
Assemblea pubblica 24 aprile.
E poi: LOVE & BORDELLO fino a quanto servirà.
[Dal trentunesimo piano della torre, scende verso terra e rivolta la città. Dice: si potrebbe anche pensare di volare]
Arthur dice
La data corretta dell’incontro pubblico è il 24 aprile alle 18 all’Arco della Pace.
JLC dice
Grazie Arthur.