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di Elena Gerebizza, Re:Common
È fine febbraio, siamo a Baku, capitale dell’Azerbaigian. A un incontro ufficiale il governo italiano viene bacchettato per i notevoli ritardi nella costruzione del gasdotto TAP, il segmento in terra nostrana del Corridoio Sud del Gas. Con la coda tra le gambe, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda dice subito che da lì a qualche giorno si procederà con l’espianto degli ulivi. Calenda cerca così di mettere una pezza e ridare fiducia alle banche – che ancora devono esprimersi sui prestiti richiesti dal consorzio proponente – e ai partner internazionali, in primis l’esecutivo azero, ma anche alla Commissione europea, con cui Palazzo Chigi sta facendo una “brutta figura”.
Invece di cogliere l’occasione e sfilarsi da un progetto che sarà un buco nero per le finanze pubbliche italiane e europee, come suggerivamo QUI, il nostro governo ha scelto di mandare centinaia di poliziotti a Melendugno, nella campagna salentina, per difendere i mezzi della subappaltata che per conto della TAP deve procedere all’espianto degli ulivi. Sebbene manchino tutti i permessi.
Mentre gli abitanti di Melendugno e del Salento si opponevano fisicamente al passaggio dei mezzi e i sindaci con fascia tricolore, anche loro sul campo, negoziavano con il questore e il prefetto uno stop delle operazioni, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano denunciava l’espianto dei primi 211 ulivi (sui 1.900 da “trasferire”) come “illegale” in un post su Facebook ripreso dalla stampa e che ha fatto il giro dei social.
Dopo tre giorni di fuoco, il prefetto di Lecce ha chiesto alla società di sospendere le operazioni, che sono state così fermate fino a un chiarimento sulla questione dei permessi, che lo stesso prefetto ha preso in carico.
Noi di Re:Common siamo accanto al Comitato NO TAP, alla popolazione di Melendugno e al Salento intero, contro la realizzazione di questa grande opera che riteniamo inutile, imposta, e che arrecherà un danno permanente al territorio dove queste comunità vivono, oltre che a tutti i cittadini italiani e europei chiamati a finanziarla.
Già nel 2014, qualche mese prima dell’approvazione della Valutazione di impatto ambientale del gasdotto, abbiamo scritto in dieci punti le nostre ragioni contro il TAP, che potete leggere QUI Forse come il Comitato NO TAP siamo dei veggenti, o forse le nostre sono solo valutazioni di buon senso. Oggi, a tre anni di distanza dal 2014, e dopo oltre quattro anni di campagna pubblica e di iniziative per esporre tutti gli aspetti negativi di questa grande opera e le lacune profonde nella sua sostenibilità economica e finanziaria, pensiamo sia giusto ribadire il nostro NO a questo mega progetto.
A quelle dieci ragioni oggi possiamo aggiungere che:
IL TAP SI È DIMOSTRATO NON STRATEGICO
Lo hanno detto istituzioni autorevoli e stimate come l’Università di Oxford e il suo gruppo di ricerca in materia energetica, che ha messo in discussione le riserve reali di gas dell’Azerbaigian. Uno dei suoi esponenti è stato intervistato da Report. Che cosa dice, in maniera chiara e netta, lo trovate QUI
Inoltre la Commissione europea ha sempre giustificato la “strategicità” dell’opera come “alternativa al gas russo”. Peccato che dal 2013 a oggi le relazioni tra alcuni dei governi parte del Corridoio Sud e la Russia siano un po’ mutate. La Turchia ha già firmato un accordo con Gazprom per la costruzione del Turkish Stream, che porterà sul suo territorio gas russo, poi venduto a Istanbul e al mercato europeo proprio attraverso il TANAP, la tratta turca del Corridoio Sud (di cui fa parte il TAP) a cui si collegherà allo snodo di Kipoi. Anche la Grecia ha siglato un’intesa con la solita Gazprom per un altro gasdotto che si collegherebbe al TAP. Lo stesso country manager di TAP in Italia, Michele Elia, ha confermato a Report che alla sua compagnia interessa vendere il gas, senza doversi troppo preoccupare su quale sia la fonte. Una valutazione forse strategica per un attore privato, non certo per i cittadini europei, che dovrebbero pagare la costruzione del gasdotto…
IL TAP SOSTIENE GOVERNI AUTORITARI
Azerbaigian e Turchia sono due paesi che negli ultimi anni hanno visto un’escalation di repressione da parte dello stato verso giornalisti, attivisti, intellettuali, avvocati per la difesa dei diritti umani. Sono paesi che stanno vivendo una profonda crisi democratica, dove sono stati arrestati centinaia, se non migliaia di oppositori politici e in cui le élite al potere fanno il bello e il cattivo tempo modificando le normative a proprio favore, in violazione di qualsiasi principio democratico. In Turchia vige ancora la legge marziale, mentre in Azerbaigian le ultime riforme promosse dal presidente Ilham Aliyev permetteranno a lui di essere rieletto potenzialmente per sempre, a suo figlio di diventare presidente nonostante la giovane età e a sua moglie di farne le veci grazie alla recente nomina a vice-presidente. In questa situazione, come si può pensare che ci possa essere una qualsiasi forma di supervisione indipendente anche solo alla costruzione del progetto, a come sono state acquisite le terre, o a come verranno gestiti gli appalti e gli stessi finanziamenti pubblici che l’Europa si appresterebbe a concedere per miliardi di euro?
È ANTIDEMOCRATICO
In questi anni abbiamo studiato e ci siamo confrontati con attivisti, esperti, giornalisti dei diversi paesi coinvolti. Abbiamo visitato oltre due terzi degli 870 chilometri del gasdotto, abbiamo parlato con le persone le cui vite saranno impattate dall’opera non solo in Salento, ma anche in Grecia e in Albania. Abbiamo visto che oltre la propaganda sulla “strategicità” e su quanto i vari esecutivi puntino a definire il gasdotto “un progetto di priorità nazionale” oltre che europea, la realtà dei fatti è che le famiglie che si trovano lungo il tracciato si sono viste imporre il “tubo” con poca considerazione del danno diretto che subiranno. Lo spazio per l’informazione e il dialogo di fatto non c’è stato. Intere comunità vedranno stravolta la propria economia non solo dalla costruzione, ma anche dalla convivenza futura con impianti industriali (le centrali di pressurizzazione e depressurizzazione) altamente invasivi. Nonché potenzialmente ad alto rischio, seppure lungo tutto il tracciato la normativa Seveso sia stata bypassata e ad oggi rimanga un punto di conflitto dei diversi ricorsi amministrativi presentati sia in Italia che in Grecia.
È OPACO E POCO TRASPARENTE
Dopo diverse richieste di accesso agli atti alle istituzioni coinvolte, incontri pubblici a cui la Commissione europea non ha voluto partecipare, domande specifiche alla casa madre del consorzio TAP che non hanno avuto risposta, lettere alla Banca europea degli investimenti che ci hanno dimostrato la scarsa due diligence fatta finora da questo stesso organismo dell’Unione europea, possiamo dire che non ci sentiamo per niente rassicurati rispetto a quali siano i reali interessi dietro a questo progetto da 45 miliardi di euro. Solo per fare un esempio, qualcuno ha visto il bilancio 2016 del consorzio TAP? Qualcuno ha letto l’accordo firmato dal governo italiano con il consorzio TAP e le clausole sanzionatorie a cui faceva riferimento il ministro azero dell’energia dopo l’incontro dell’Advisory Council a Baku dello scorso febbraio? Forse il ministro Calenda dovrebbe preoccuparsi di renderlo pubblico, in modo che oggi, in una situazione in cui avrebbe più senso uscire da questo progetto che rimanerci dentro, ciascuno potrebbe fare le proprie valutazioni.
IL GAS NON C’È, IL GASDOTTO NON CI SERVE
La Commissione europea dal 2011 a oggi si è impelagata in un negoziato con il Turkmenistan per convincere il governo (autoritario) a vendere sul mercato europeo il proprio gas attraverso il Corridoio Sud. Il negoziato è naufragato, e il Turkmenistan ha iniziato la costruzione di un altro gasdotto che guarda verso est, il TAPI. Senza il gas del Turkmenistan quindi, a cosa serve il Corridoio Sud? A vendere il gas russo forse? Ma ci serve ancora gas in Europa, con il crollo dei consumi che continua dal 2009? Noi pensiamo di no, e crediamo che la vera emancipazione energetica vada costruita non dalla Russia ma dai combustibili fossili, incluso il gas. La costruzione del mercato del gas europeo non ha nulla a che fare con la nostra sicurezza energetica, e con il futuro che desideriamo costruire. Lo avevamo già detto QUI e lo ribadiamo oggi.
Crediamo che la Commissione europea dovrebbe ringraziare la resistenza in Italia, e il lavoro inestimabile degli esperti e delle persone e organizzazioni che negli ultimi anni si sono spesi per fare chiarezza su questo progetto inutile oltre che dannoso. Che non ha senso costruire né a San Basilio, né altrove.
Paolo dice
Costruire impianti per la Bioenergia dalle acque reflue e attivare in modo reale tutto quell’enorme potenziale della cosiddetta Energia Alternativa, concedendone la gestione ai Comuni per una vera produzione made in Italy a favore di tutti i cittadini
Alessandro dice
GRANDE mente, quella del sig. Paolo (che mi precede nei commenti), io, come migliaia di cittadini melendugnesi, della Grecìa Salentina e di tutto il Salento, ho toccato con mano, piedi e occhi la realtà nefasta, inqualificabile, balorda, criminale, selvaggia, violenta perpetrata dalla SOCIETA del TAP, con il beneplacido degli ultimi governi e con l’ atteggiamento di PONZIO PILATO tenuto dalla Regione Puglia e dal suo attuale presidente che, per non aver mai voluto ascoltare l’ assessore regionale più votato d’ Italia, il sig. Sergio BLASI, il quale da tempo aveva proposto al governo centrale che se proprio voleva fare quest’ opera faraonica, assurda, vile, inutile, dannosa, doveva spostare l’ approdo un pò più a nord, in quella terra giaà MARTORIATA dalla centrale a Carbone di “CERANO” – (BR). Il sig. Emiliano, non solo lo ha escluso dall’ Esecutivo della Giunta Regionale, ma se l’è fottuta totalmente della emerita e coscienziosa proposta del sig. S.BLASI.
Ma, come tutti sappiamo, se il “Pesce puzza dalla testa…” allora dobbiamo andare tutti a ROMA, in macchina, in autobus, in treno, in nave, in aereo e dire una volta per tutte BASTA
a questi governantucoli di MERDA-LADRI-PARASSITI-DELINQUENTI LEGALIZZATI-IRRESPONSABILI-PERICOLOSI
Roberto dice
Resistete, siamo tutti con voi !
Matteo dice
Vorrei segnalare alcune cose:
Innanzitutto partiamo da dati ufficiali e sicuri, la newsletter mensile del gestore dei mercati energetici italiani: http://www.mercatoelettrico.org/Newsletter/20170315newsletter.pdf
Circa della metà del gas viene impiegato nelle reti di distribuzioni per arrivare ai clienti finali di riscaldamento.
Attorno al 2013 l’Italia è entrata in una fase di crisi di approvvigionamento di gas naturale, il ministero ha pertanto varato alcune norme di emergenza, tra cui anche il piano nazionale di emergenza gas, volto a tutelare il sistema Italiano e le utenze critiche contro mancanze di approvvigionamento di gas. Tale piano di emergenza prevede la possibilità di chiudere in primis le industrie e via via le utenze meno critiche per lasciare alle utenze critiche l’approvvigionamento.
Parallelamente si è lavorato per il potenziamento delle importazioni di gas in Italia spingendo sulla realizzazione di terminali di rigassificazione (importazione via nave) e sulla creazione di nuove frontiere di approvvigionamento per evitare di essere in balia e sotto il ricatto di pochi stati.
Come sapete l’Italia è un importatore netto di gas (95% circa – pagina 11). Inoltre la metà dell’energia elettrica in Italia è prodotta tramite gas (pagina 5).
L’obiettivo è di rilanciare il sistema Italiano facendo diventare l’Italia un HUB del gas, facendo entrare il gas verso dall’Italia verso gli altri stati europei e non dal nord Europa verso di noi come succede attualmente. Ovviamente i costi maggiori costi di trasporto dal nord Europa a noi finiscono nel prezzo che si paga in bolletta. Per questo tale gasdotto è un’opera strategica per il sistema Italia.
Si fa presente che si sta parlandi di 200 ulivi che vengono temporaneamente spostati e riposizionati a lavori terminati. Lo stesso presidente Emiliano che adesso si oppone tanto per ottenere consensi politici autorizzò lo spostamento di ben 2000 ulivi per la realizzazione di un’acquedotto per il salento: http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&opz=display&id=20712
redazione di Comune dice
Sospeso l’espianto degli ulivi a Melendugno: il Tar Lazio ha accolto la richiesta cautelare avanzata dalla Regione Puglia, dopo la straordinaria protesta dei No Tap, sul gasdotto. La prossima udienza è stata fissata per il 19 aprile.
pier luigi caffese dice
Universita’ di Bologna calcolava di quanto si accresce un gas o propano che esplodema i tir e gasdotti se ne fregano.Il Tap ed i tir propano sono mortali in estate.
Un Bleve ( BLEVE ,BLEV-ee) è un’esplosione causata dalla rottura di una nave contenente un liquido pressurizzato che ha raggiunto temperature superiori al suo punto di ebollizione . [1]Meccanismo
Ci sono tre caratteristiche dei liquidi che sono rilevanti per la discussione di un BLEVE:
Se un liquido in un contenitore sigillato viene bollito, la pressione all’interno del contenitore aumenta. Quando il liquido si trasforma in un gas che si espande, questa espansione in un contenitore ventilato farebbe in modo che il gas e il liquido occupino più spazio. In un contenitore sigillato, il gas e il liquido non sono in grado di occupare più spazio e così la pressione aumenta. I recipienti pressurizzati contenenti liquidi possono raggiungere un equilibrio in cui il liquido smette di bollire e la pressione smette di salire. Ciò si verifica quando non si aggiunge più calore al sistema, sia perché ha raggiunto la temperatura ambiente, sia perché è stato raggiunto un equilibrio di stato stazionario tra il calore ricevuto dalla fonte di calore e il calore perso nell’ambiente, o perché esso è stata rimossa una fonte di calore (in quest’ultimo caso sia la temperatura che la pressione diminuiscono se il calore lascia il sistema).
La temperatura di ebollizione di un liquido dipende dalla pressione: pressioni elevate produrranno alte temperature di ebollizione e basse pressioni produrranno basse temperature di ebollizione. Un semplice esperimento comune è quello di posizionare una tazza di acqua in una camera a vuoto, e quindi ridurre la pressione nella camera fino a quando l’acqua bolle. Riducendo la pressione l’acqua bollirà anche a temperatura ambiente. Ciò funziona in entrambi i modi: se la pressione viene aumentata oltre le normali pressioni atmosferiche, l’ebollizione dell’acqua calda potrebbe essere eliminata molto oltre le normali temperature. Il sistema di raffreddamento di un moderno motore a combustione interna è un esempio comune.
Quando un liquido bolle, si trasforma in un gas. Il gas risultante occupa molto più spazio di quello del liquido.
Tipicamente, un BLEVE inizia con un contenitore di liquido che viene tenuto al di sopra della sua normale temperatura di ebollizione a pressione atmosferica. Molte sostanze normalmente immagazzinate come liquidi, come CO , propano e altri gas industriali simili hanno temperature di ebollizione, a pressione atmosferica, molto al di sotto della temperatura ambiente. Nel caso dell’acqua, potrebbe verificarsi un BLEVE se una camera d’acqua pressurizzata viene riscaldata ben oltre lo standard di 100 ° C (212 ° F). Quel contenitore, poiché l’acqua bollente lo pressurizza, è in grado di trattenere acqua liquida a temperature molto elevate.
Se la nave pressurizzata, contenente liquido ad alta temperatura (che può essere a temperatura ambiente, a seconda della sostanza), si rompe, si perde la pressione che impedisce al liquido di bollire. Se la rottura è catastrofica, se la nave non è immediatamente in grado di mantenere alcuna pressione, allora improvvisamente esiste una grande massa di liquido che è a temperatura molto alta e pressione molto bassa. Ciò fa bollire “istantaneamente” una parte del liquido, che a sua volta causa un’espansione estremamente rapida. A seconda delle temperature, delle pressioni e della sostanza coinvolta, tale espansione potrebbe essere talmente rapida da poter essere classificata come un’esplosione, completamente in grado di infliggere gravi danni all’ambiente circostante.
Esempio di acqua
Ad esempio, un serbatoio di acqua liquida pressurizzata mantenuta a 204,4 ° C (400 ° F) potrebbe essere pressurizzato a 1,7 MPa (250 psi) al di sopra della pressione atmosferica (“gauge”). Se il serbatoio contenente l’acqua dovesse rompersi, per un breve istante esisterebbe un volume di acqua liquida a cui ci si troverebbe
pressione atmosferica e a
temperatura di 204,4 ° C (400 ° F).
A pressione atmosferica il punto di ebollizione dell’acqua è 100 ° C (212 ° F) – l’acqua liquida a pressione atmosferica non esiste a temperature superiori a 100 ° C (212 ° F). In quel momento, l’acqua bollirebbe e si trasformerebbe in vapore in modo esplosivo, e l’acqua liquida a 204,4 ° C (400 ° F) trasformata in gas assorbirebbe molto più volume (~ 1600 volte) di quanto faceva liquido, causando un vapore esplosione. Tali esplosioni possono verificarsi quando l’acqua surriscaldata di un motore a vapore fuoriesce da una fessura di una caldaia, causando un’esplosione della caldaia .
BLEVE senza reazioni chimiche
A BLEVE non è necessario essere un’esplosione chimica – né deve esserci un incendio – tuttavia se una sostanza infiammabile è soggetta a una BLEVE può anche essere soggetta a riscaldamento intenso, o da una fonte esterna di calore che potrebbe aver causato la nave per rompere in primo luogo o da una fonte interna di riscaldamento localizzato come l’ attrito della pelle . Questo riscaldamento può causare l’infiammazione di una sostanza infiammabile , aggiungendo un’esplosione secondaria causata dal primario BLEVE. Mentre gli effetti di esplosione di qualsiasi BLEVE possono essere devastanti, una sostanza infiammabile come il propano può aggiungere significativamente al pericolo.
Bleve explosion.svg
Mentre il termine BLEVE viene spesso utilizzato per descrivere i risultati di un contenitore di rottura di liquidi infiammabili dovuto al fuoco, un BLEVE può verificarsi anche con una sostanza non infiammabile come acqua, [2] azoto liquido , [3] elio liquido o altri refrigeranti o criogenici , e quindi di solito non è considerato un tipo di esplosione chimica. Si noti che nel caso dei gas liquefatti, le BLEVE possono anche essere pericolose a causa del rapido raffreddamento dovuto all’assorbimento dell’entalpia di vaporizzazione (ad es. Congelamento) oa causa di una possibile asfissia se un grande volume di gas viene prodotto e non rapidamente disperso ( ad esempio all’interno di un edificio, o in una depressione nel caso di gas più pesanti dell’aria) o a causa della tossicità dei gas prodotti.
incendi
Le BLEVE possono essere causate da un incendio esterno vicino al serbatoio di stoccaggio che causa il riscaldamento del contenuto e l’accumulo di pressione. Mentre i carri armati sono spesso progettati per resistere a una grande pressione, il riscaldamento costante può causare l’indebolimento del metallo e infine il suo fallimento. Se il serbatoio viene riscaldato in un’area in cui non vi è alcun liquido, potrebbe rompersi più rapidamente senza che il liquido assorba il calore. I contenitori di gas sono solitamente dotati di valvole di sfogo che sfogano la pressione in eccesso, ma il serbatoio può ancora guastarsi se la pressione non viene rilasciata abbastanza rapidamente. [1]Le valvole di sfogo sono dimensionate per rilasciare la pressione abbastanza velocemente da impedire che la pressione aumenti oltre la forza della nave, ma non così veloce da essere la causa di un’esplosione. Una valvola di scarico di dimensioni adeguate consentirà al liquido interno di far bollire lentamente, mantenendo una pressione costante nel recipiente fino a quando tutto il liquido non sarà bollito e l’imbarcazione si svuota.
Se la sostanza in questione è infiammabile, è probabile che la nube risultante della sostanza si accenda dopo che si è verificato il BLEVE, formando una palla di fuoco ed eventualmente un’esplosione di carburante-aria , anche detta esplosione di nubi di vapore (VCE). Se i materiali sono tossici , una vasta area sarà contaminata . [4]
incidenti
Il termine “BLEVE” fu coniato da tre ricercatori di Factory Mutual , nell’analisi di un incidente nel 1957 che coinvolse un reattore chimico. Anthony Santos è stato uno degli ingegneri chimici di Factory Mutual che hanno coniato il termine. [5]
Il 18 agosto 1959, il Corpo dei vigili del fuoco di Kansas City subì la sua seconda più grande perdita di vite nella linea del dovere, quando un serbatoio di benzina da 25.000 litri (95.000 litri) esplose durante un incendio sul Southwest Boulevard , uccidendo cinque vigili del fuoco. Era la prima volta che veniva usato il termine BLEVE per descrivere l’esplosione di un serbatoio di carburante in fiamme.
Gli incidenti successivi hanno incluso:
28 marzo 1960: Incendio al whisky di Cheapside Street a Glasgow , in Scozia;
4 gennaio 1966: esplosione di un serbatoio di stoccaggio di GPL vicino a Feyzin , in Francia;
21 giugno 1970: esplosione di un carro armato a propano deragliato a Crescent City, Illinois ;
5 luglio 1973: esplosione di un carro armato di propano in fiamme a Kingman, in Arizona ;
31 gennaio 1978: rottura di una cisterna di azoto liquido [6] presso uno stabilimento Air Products & Chemicals e Mobay Chemical Corporation a New Martinsville, West Virginia ; [1]
24 febbraio 1978: esplosione di una cisterna di GPL deragliata a Waverly, nel Tennessee ;
30 maggio 1978: più BLEVE da un incendio in una fabbrica di carri armati in una raffineria di Texas City, in Texas ;
11 luglio 1978: esplosione di un camion cisterna nel disastro di Los Alfaques ad Alcanar , in Spagna;
2 settembre 1983: due grandi BLEVE da carri armati di GPL deragliati a Murdock, Illinois ;
19 novembre 1984: un incendio in un serbatoio di GPL innesca molteplici BLEVE nel disastro di San Juanico a San Juan Ixhuatepec , vicino a Città del Messico ;
10 agosto 2008: esplosioni multiple in un impianto di propano a Toronto , Ontario.
6 agosto 2018: esplosione di camion cisterna bolognese. [7]
Misure di sicurezza
Alcune misure di attenuazione degli incendi sono elencate sotto gas di petrolio liquefatto .
Guarda anche
Esplosione della caldaia
Rapporto di espansione
Esplosione esplosiva o esplosione di fase
Disastro PEPCON
Rapida transizione di fase
Deragliamento del treno di Viareggio
Esplosione di propano a Toronto
Vettori di gas
Disastro di Los Alfaques
Disastro ferroviario lac-metropolitano
Riferimenti
Kletz, Trevor (marzo 1990). Aspetti critici di sicurezza e prevenzione della perdita. Londra : Butterworth-Heinemann . pp. 43-45. ISBN 0-408-04429-2.
“Valvole di limitazione della pressione della temperatura sugli scaldacqua: testare, ispezionare, sostituire, riparare la guida” . Inspect-ny.com . Retrieved 2011-07-12 .
Demo di azoto liquido BLEVE
“Sicurezza dei processi chimici” (PDF) . Archiviato dall’originale (PDF) il 20 luglio 2011 . Retrieved 2011-07-12 .
David F. Peterson, BLEVE: fatti, fattori di rischio e fallacie , rivista Fire Engineering (2002).
“STATE EX REL. VAPOR CORP. V. NARICK” . Corte suprema d’appello della West Virginia. 1984-07-12 . Estratto il 2014-03-16 .
“L’esplosione del camion cisterna di Bologna lascia due morti” . 2018-08-06 . Retrieved 2018-08-06 .
link esterno
Cerca esplosione di vapore in espansione liquido bollente in Wiktionary, il dizionario gratuito.
Wikimedia Commons ha media correlati a BLEVE .
BLEVE Demo su YouTube – video di una demo BLEVE controllata
enormi esplosioni su YouTube – video di propano e isobutane BLEVE da un deragliamento del treno a Murdock, Illinois (3 settembre 1983)
Propano BLEVE su YouTube – video di BLEVE dal fuoco di deposito di propano di Toronto
Incidente sulla tangenziale di Mosca su YouTube – Decine di bombole di GPL BLEVE dopo un incidente stradale a Mosca
Kingman, AZ BLEVE – Un racconto dell’esplosione del 5 luglio 1973 a Kingman, con fotografie
Esplosioni serbatoio di propano – Descrizione delle circostanze necessarie per provocare un serbatoio di propano BLEVE.
Analisi degli eventi BLEVE nei siti DOE – Dettagli di fisica e matematica di BLEVE.
HID – GUIDA ALLA VALUTAZIONE SULLA SICUREZZA: Magazzini di Maturazione del Whisky – Il liquore è invecchiato in botti di legno che possono soffrire BLEVE.