Leggo che la maggior parte di coloro che tentano di scalare il muro tra il Messico e gli Stati Uniti saranno arrestati e rimandati indietro. La parete è alta quasi cinque metri e mezzo ed è sormontata da una lama di un metro. Tuttavia, è indubbio, se sopravvivranno continueranno a provarci…
di Alessandro Ghebreigziabiher
C’era una volta un pianeta.
Un piccolo pianeta, grande come un terreno.
Un terreno abbastanza vasto da vicino e quasi invisibile a occhio nudo, a meno di un telescopio eccezionale e gratuito, detto fantasia.
Sul terreno del pianeta piccolo vivevano due creature.
Due alieni, diremmo noi.
Due amici, dicevano loro tempo prima, quando entrambi avevano una casa e un giardino da coltivare, animali da allevare e acqua con cui rinfrescare le labbra e la vita stessa.
I due vivevano l’uno accanto all’altro e avresti fatto fatica a capire dove finisse la fortuna del primo e iniziasse quella del secondo.
Tuttavia, come spesso accade, la buona sorte si dimostrò meno generosa e, soprattutto, meno equa.
Cosicché, la dea bendata voltò le spalle a uno dei due.
Di conseguenza, mentre la porzione di terra del primo rimase florida e fruttuosa, l’altra si rivelò arida e morente.
Lo sfortunato decise di chiedere aiuto all’amico e quest’ultimo non si tirò indietro e offrì il proprio sostegno.
Gli propose di lavorare per lui e in cambio si impegnò a fornirgli ciò di cui aveva bisogno.
Finché…
Che siano banditi i finché di questo mondo, perché arrivo il giorno in cui l’alieno baciato dalla sorte divenne così avvezzo ad avere qualcun altro a lavorare al suo posto che cominciò a temere il giorno in cui le cose sarebbero cambiate a suo sfavore.
Così, decise di costruire accanto alla casa un ampio magazzino e iniziò a diminuire il compenso per l’amico, per poi riempire il primo di tutto quel che avanzava per sé.
Diminuisci un giorno e diminuisci l’altro, l’amico sventurato cominciò a patire la fame e a protestare, all’inizio timidamente.
Diminuisci l’indomani e diminuisci il giorno dopo ancora, il poveretto prese a reagire con veemenza.
Allora l’alieno avvantaggiato dal destino si spaventò e al contempo si arrabbiò, perché non capiva le ragioni dell’altro, ritenendolo un ingrato.
Durante la notte che seguì all’accesa lite non riuscì a chiudere occhio e pensando al magazzino ormai pieno decise di mettere la parola fine ai rapporti con l’ormai ex amico.
Difatti, il giorno dopo, quest’ultimo trovò tra la sua terra e quella dell’altro un muro altissimo.
Ci rimase assai male e deluso e sconfortato sollevò il capo verso il cielo testimone della loro vita insieme.
Subito dopo, si lanciò immediatamente sul muro e tentò di scavalcarlo, gridando a squarciagola il nome del vecchio compagno.
Niente da fare, la parete era eccessivamente elevata e troppo spessa.
Solo un’eco sbiadita raggiungeva le orecchie dell’altro, seduto a tavola, mentre mangiava a quattro palmenti il suo cibo.
L’alieno sfortunato non si arrese e si dannò per raggiungere perlomeno la cima del muro, per farsi udire dall’altro.
Alla fine ci riuscì, ma ormai era troppo tardi.
E malgrado il suo tentativo di avvertirlo, fu così che l’alieno fortunato, la sua casa e il suo prezioso magazzino vennero schiacciati da un gigantesco meteorite…
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