Fermare il Ttip. Il 7 maggio tutti a Roma contro le liberalizzazioni selvaggia di servizi essenziali, sicurezza alimentare e sociale, l’abbattimento delle regole di protezione ambientale contenute nel nuovo trattato commerciale tra Usa e Ue
di Monica Di Sisto*
Il 7 maggio tutti a Roma: da piazza Esedra a piazza del Popolo sfileranno associazioni, sindacati e tutte le persone che vogliono fermare il T-tip. Contro le liberalizzazioni selvaggia di servizi essenziali, sicurezza alimentare e sociale, l’abbattimento delle regole di protezione ambientale contenute nel Trattato commerciale tra Stati uniti ed Europa, che entro luglio di quest’anno potrebbe essere concordato tra la Commissione europea e il Congresso degli Stati uniti.
Per ribadire il nostro no, e per far conoscere ai media nazionali le ragioni della preoccupazione e della contrarietà che attraversano l’Europa ma anche gli Stati uniti, dal 14 al 16 aprile la Campagna Stop TTip Italia ha invitato a Roma Sharon Treat, ex parlamentare democratica, ventidue anni a rappresentare il Maine tra parlamento e congresso, che sostiene, dall’altra parte dell’Atlantico i motivi per cui è importante fermare i negoziati prima che la legislatura presidenziale di Obama arrivi al termine. “I legislatori nazionali, e quelli dei governi locali – ha spiegato Treat – dovrebbero essere preoccupatissimi di come il Ttip cambierà il modo di decider le regole del gioco democratico in tutti i settori della produzione e dei diritti. Gli interessi dei Governi e delle imprese straniere entreranno di diritto nelle politiche interne. Per questo dobbiamo fermare insieme il trattato”.
La Campagna Stop Ttip, per coinvolgere nella mobilitazione verso la manifestazione nazionale tutti i territori e gli amministratori locali e nazionali, ha lanciato di recente sulla piattaforma non profit Progressi la nuova petizione “Fuori il Ttip dalla mia città” che ha superato già le 7mila firme e chiede ad amministratori locali e nazionali di esprimere con risoluzioni e atti d’indirizzo ufficiali la propria preoccupazione sull’impatto negativo ormai certo del trattato sull’economia e la tenuta sociale e ambientale del Paese.
In occasione dell’arrivo di Sharon Treat, infatti, la Campagna presenterà “Faq: Il Ttip fa bene all’agricoltura italiana”, il nuovo rapporto elaborato da Fairwatch e che risponde, dati alla mano, a 5 domande tra le più diffuse sull’impatto del Ttip su uno dei pochi settori economici, quello agroalimentare, che ancora cresce e assicura occupazione nel Paese. Le esportazioni agroalimentari bastano ad assicurare la tenuta dell’agricoltura italiana? Gli Usa sono il partner potenzialmente più interessante per l’agrifood italiano? La liberalizzazione offre maggiori opportunità di scelta ai consumatori europei e statunitensi? Il Ttip ci aiuterà a proteggere meglio i prodotti di qualità e ad Indicazione geografica protetta? Il Ttip è una grande occasione per le piccole e medie imprese del settore? A tutte e cinque queste domande bisogna rispondere no.
Innanzitutto, ad esempio, perché due terzi delle imprese italiane del settore esportano appena in Italia, al massimo in Europa e, non avendo alcuna chance di aprire commerci con gli Usa, vedrebbero gli scaffali e i banchi dei nostri mercati riempirsi di prodotti a minore costo, e spesso bassa qualità, con aumenti, per alcuni settori, fino al 5mila per cento in più. In secondo luogo perché, per proteggere negli Usa un numero molto ristretto di prodotti a denominazione d’origine italiani, saremo costretti ad ammettere anche nel nostro mercato la circolazione delle copie di tutti gli altri, ma anche di tutti quei prodotti che sono stati registrati fino ad oggi con un marchio che somigli a quelli italiani più famosi. A parte che per i formaggi e in piccola parte per il vino, che già oggi stravince sul mercato statunitense senza bisogno del Ttip, cereali, olio, latte, frutta, verdura, carni e salumi subirebbero una concorrenza terribile e molto dannosa sia negli Usa, sia in Europa, e addirittura in Italia. Tutti a Roma il 7 maggio: fermiamo il TTIP finché siamo in tempo
*vicepresidente di Fairwatch, tra i portavoce della campagna Stop TTIP Italia
Verso la manifestazione del 7 maggio: gli appuntamenti e le cose da fare
Per contribuire al lancio della manifestazione, e incontrare la ex deputata democratica Sharon Treat, di seguito i sempre critica verso il Ttip, queste le principali informazioni.
Venerdì 15 aprile, dalle 11 alle 13 nell’Aula 211 della Università Luiss, Sharon Treat (che insegna diritto ambientale ed è analista di politiche pubbliche) terrà un seminario dal titolo “Il TTIP e le regole democratiche: il caso agroalimentare”. Sarà l’occasione per presentare l’ultimo dossier della Campagna Stop Ttip Italia, redatto da una dei portavoce Monica Di Sisto, vice presidente di Fairwatch, che indaga proprio le potenziali ricadute su questo settore, con particolare riguardo al nostro Paese.
Nel pomeriggio, alle 14,30, presso la sala stampa della Camera dei deputati, avrà luogo una conferenza stampa promossa dalle organizzazioni della Campagna Stop TTIP Italia allo scopo di lanciare la mobilitazione nazionale. Insieme ad esponenti di Arci, Attac, Cgil, Legambiente, Progressi, Movimento consumatori, Slow Food, interverrà anche Sharon Treat. Grazie alla sua esperienza come deputata e senatrice del Maine, metterà in luce gli effetti sull’ambiente, sulla salute dei cittadini, sulle politiche agricole di un’eventuale approvazione del TTIP: la Treat, durante la sua attività ha avuto modo in diverse occasioni di esprimere le proprie preoccupazioni ai negoziatori del trattato.
Sabato 16 aprile, alle 17:00 presso S.Cu.P. (via della Stazione Tuscolana 84), la nostra ospite incontrerà invece le organizzazioni sociali e i movimenti di cittadini in un dibattito. A seguire, cena di autofinanziamento della Campagna Stop TTIP e dell’esperienza di S.Cu.P (Prenotazioni – Evento Facebook http://bit.ly/1MsiNj5).
Per chiedere informazioni su come aderire alla manifestazione, come arrivare e per i materiali da scaricare www.stop-ttip-italia.net email
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