Le vicende della cooperativa Ri-Maflow di Trezzano (Milano), fabbrica autogestita che ha scelto la strada della conversione ecologica (dalla produzione di componenti per autoveicoli a riuso e riciclo di prodotti tecnologici), è ormai nota a molti. Negli ultimi mesi quelli di Ri-Maflow sono diventati un simbolo del cambiamento profondo, quello che è possibile avviare anche quando le condizioni sembrano impossibili. Il loro percorso di fabbrica decisamente anomala include, ad esempio, la rete Fuorimercato e il Gruppo di acquisto solidale collegato ai produttori del Parco Agricolo Sud Milano: per chi abita a Milano e dintorni sono un’ottima occasione per promuovere i principi e le pratiche del consumo critico a chilometro zero, ma anche per sostenere il progetto di riconversione ecologicica e l’autogestione della cooperativa.
E’ in questo contesto che è nata l’idea, apprezzata da tanti, della RI-passata di pomodoro organizzata da Fuorimercato il 7 e 8 settembre con la polpa bio proveniente dal Parco Agricolo Sud Milano. C’è chi ha portato i pentoloni, chi ha rimediato bidoni riciclati, spremipomodori e fornelli, chi ha messo a disposizione saperi di autoproduzione e chi «olio di gomito»…. Due giorni utili per raccogliere decine di prenotazioni (al prezzo di 2,5 euro al litro, incluso il sostegno a Ri-Maflow, per informazioni scrivete a ) e per riscoprire l’anima sociale e ribelle di questa fabbrica.
Di seguito alcune foto della RI-passata, (qui invece – Ri-Maflow, rifiutare e creare – trovate l’articolo che racconta la storia della giovane cooperativa).
Letture consigliate:
– Dossier sulle fabbriche recuperate
– Cinque buone ragioni per occuparsi di imprese recuperate
La prima? Quelle imprese dimostrano che ribellarsi al capitalismo è possibile. E chiedono di guardare al lavoro e alle lotte sociali in modo diverso, ponendo al centro i temi dell’autogestione e della ribellione apparentemente impossibile
– Fabbriche senza padrone in Italia [Gianluca Carmosino e Gianni Belloni]
La crisi del capitalismo presenta il conto salato ai lavoratori di tutto il mondo. Che a volte si ribellano, occupano e recuperano gli stabilimenti abbandonati attraverso cooperative. È già accaduto in Italia e dieci anni fa in Argentina. La storia comincia ora a ripetersi: I 17 casi qui segnalati dimostrano che mentre i padroni dipendono dai lavoratori, non è sempre vero il contrario
Lascia un commento