«Cari turisti, state calmi. Le grandi navi non partiranno né stamattina né oggi pomeriggio. Andate a farvi un giro per Venezia, mangiatevi un gelato, noi stiamo difendendo la laguna!». Domenica mattina: mentre comitati, associazioni e cittadini cercavano di impedire l’imbarco e ritardare le partenze delle navi da crociera dal Porto di Venezia, una ragazza del Comitato No Grandi Navi spiegava al megafono con quelle parole cosa stava accadendo.
Una manifestazione pacifica e colorata (al contrario di quanto detto dai giornali meanstream lunedì), quella a cui cittadini e associazioni hanno partecipato il 9 giugno, i cui slogan richiamavano alla difesa di un terriotorio martoriato negli anni da questi mostri del mare, che per garantire ai loro passeggeri una bella vista della cittadina veneziana, attraversano ogni gionro i canali veneziani mettendo in serio pericolo il delicatissimo sistema lagunare.
Navi che arrivano a trecentotrenta metri di lunghezza e a centotrenta mila tonnellate di stazza. Nonostante gli utlimi incidenti (quello dell’isola del Giglio e del porto di Genova) abbiano dimostrato la pericolosità delle manovre di questi colossi del mare, le grandi compagnie turistiche sembrano non preoccuparsi dei potenziali e gravissimi danni che causano.
L’affare turistico e gli interessi economici anche a Venzia vengono prima della difesa del territorio, dei fondali scavati dall’acqua, dell’inquinamento atmosferico e del diritto della popolazione locale di poter vivere in un ambiente sano e protetto.
La tre giorni organizzata dal Comitato No Grandi Navi ha visto la presenza di centinaia di cittadini provenienti da tutta Italia al campeggio allestito a Sacca Fisola, dove la mattina di sabato 8 si è tenuta una grande e partecipata assemblea dei vari comitati veneti in difesa del territorio e il pomeriggio un’altro dibattito di resprito internazionale.
Al dibattito sono intervenute differenti realtà, ribadendo la necessità di costruire un percorso comune a livello nazionale che guardi alla difesa dei beni comuni e dei territori contro le grandi opere e le iniziative di privatizzazione portate aventi dai poteri forti e dalle lobbies finanziarie. Dai comitati siciliani No Muos al Forum nazionale dei movimenti per l’acqua, ai Comitati contro gli inceneritori, i No Tav, i No Dal Molin, il Teatro Valle, re-Common e numerosi movimenti che hanno lanciato appuntamenti importanti che riempiranno l’estate e l’autunno prossimo di date per tracciare momenti di riflessione e costruzione di percorsi comuni.
Tra questi, gli appuntamenti della Costituente dei Beni Comuni, vista come interessante cornice di approfondimento giuridico dentro la quale porre le questioni legate alla vertenze locali, il 13 giugno a Roma presso il Teatro Valle e il 1 luglio a Padova (dopo l’incontro di Pisa); la manifestazione contro gli inceneritori a Parma il 15 giugno; il Campeggio dei comitati in difesa del terriorio dal 10 al 14 luglio sul Monte Amiata, dove i progetti di geotermia stanno devastando il terriotorio toscano.
La tre giorni si è conclusa con la giornata di mobilitazione. La mattina par tera ( per terra) migliaia di persone hanno bloccato i crocieristi e costretto i turisti ad ascoltare le rivendicaizoni dei promotori della protesta, creando non pochi problemi all’Autorità portuale costretta a ritardare tutte le partenze.
Il pomeriggio par mar (per mare), i manifestanti sono saliti in circa quaranta barchini bloccando il canale della Giudecca, letteralmente espropriato dall’Autorità Portuale all’amministrazione cittadina, per garantire il passaggio delle navi. I barchini No Grandi Navi sono riusciti a resistere nonostante la pioggia ed il vento e hanno avanzato fino ai cordoni acquatici della polizia, creando un blocco e ritardando ulteriormente il passaggio delle navi da crociera. «Non è una vittoria ma da qui partiamo» dice Tommaso Cacciari, portavoce del Comitato.
Di certo, a Venezia parte un’estate ed un autunno pieni di occasioni di scambio e di azioni di lotta per la riappropriozione degli spazi di democrazia negata.
di Laura Greco, A Sud/Reset
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