Quanto accaduto in Alabama molti anni fa non fu un singolo atto di una donna mite che sfidava improvvisamente la segregazione razziale, ma un pezzo di un’opposizione diffusa e collettiva che contestava tutte le disuguaglianze sociali. Rosa Parks, per altro, non aveva affatto un carattere docile ed era da anni impegnata contro la segregazione, la brutalità della polizia, le discriminazioni sul lavoro. Quell’azione di dissenso sull’autobus, oggi tanto nota, era stata compiuta già molte volte, da lei e da altre persone comuni. La resistenza dei movimenti è spesso invisibile o travestita, ma non per questo poco profonda
di Jeanne Theoharis*
Il 4 febbraio 2013 per onorare il centenario della nascita di Rosa Parks, il servizio postale statunitense ha emesso il francobollo Rosa Parks. L’anno scorso una scultura in pietra della Parks è stata aggiunta alla Cattedrale nazionale. Nel 2005 Rosa Parks è diventata la prima donna e la seconda afro-americana la cui bara è stata esposta al pubblico nel Campidoglio della nazione e, con uno speciale atto del Congresso, si è ordinato che una sua statua fosse sistemata al Campidoglio.
Questi tributi a Rosa Parks, poggiano però su una visione ristretta e distorta della sua eredità. Secondo il racconto, una tranquilla sarta di Montgomery, Alabama, con un solo atto ha sfidato la segregazione razziale nel sud degli Stati uniti, ha catapultato un giovane Martin Luther King Jr. nella dirigenza nazionale e ha dato inizio al moderno movimento per i diritti civili. La commemorazione di Rosa Park promuove un’improbabile racconto per bambini in cui si parla di cambiamenti sociali – una donna non arrabbiata si è seduta, il paese è stato galvanizzato dall’avvenimento e il razzismo strutturale è stato sgominato.
Questa favola diminuisce la storia più ampia dell’azione collettiva contro l’ingiustizia razziale e sottovaluta l’opposizione diffusa al movimento per della gente nera per la libertà che per decenni ha trattato le attività politiche di Rosa Parks come anti-americane. La cosa più importante è che la favola tralascia la piaga duratura della disuguaglianza sociale nella società americana – una realtà che la Parks ha continuato a sottolineare e sfidare – e serve gli interessi politi contemporanei che trattano le ingiustizie razziali come una cosa del passato.
Un resoconto più meticoloso della vita politica della Parks offre una serie diversa di motivi perché la nazione le renda omaggio. Operando in relativa oscurità negli anni ’40 e ’50, la Parks e il suo collega E.D.Nixon facevano parte di un piccolo gruppo che cercava di trasformare la NAACP (Associazione nazionale per la promozione delle persone nere) di Montgomery in una sezione più operativa, determinati a registrare il loro dissenso, anche se non potevano assestare un colpo significativo alla supremazia bianca. Nixon come presidente della sezione e la Parks come segretaria, hanno fatto pressione per avere l’iscrizione della gente nera nelle liste elettorali, la giustizia legale e l’abolizione della segregazione razziale. La Parks ha percorso lo stato documentando la brutalità dei bianchi e le infrazioni della legge. L’estate prima dell’episodio dell’autobus, aveva partecipato a un seminario di due settimane alla Highlander Folk School, una scuola di addestramento per adulti di razze diverse, nel Tennessee, per organizzare l’attuazione dell’abolizione della segregazione razziale.
Conoscendo bene quanto costava la resistenza sugli autobus (una sua vicina era stata uccisa, la giovane Claudette Colvin era stata maltrattata), e avendo opposto resistenza personale molte volte contro la segregazione senza ottenere nulla, la Park capiva il costo, il pericolo, e la probabile inefficacia della sua resistenza. E tuttavia ” spinta fino a dove poteva sopportare di spingersi” lo ha fatto comunque. Quando, con sua sorpresa, il suo arresto ha galvanizzato un movimento di massa, ha lavorato sodo per sostenerlo nell’anno seguente.
La sua opposizione ha causato rilevanti difficoltà economiche e personali alla sua famiglia. Nei primi tempi del boicottaggio, sia Rosa che Raymond Park hanno perso il lavoro. Otto mesi dopo la fine del boicottaggio, senza poter ancora trovare un lavoro, in cattiva salute e con le continue minacce di morte da affrontare, essi hanno lasciato Montgomery e sono andati a Detroit. Rosa non si è riposata, ma si è unita a nuovi e vecchi compagni per combattere il razzismo della sua nuova città di residenza e, più in generale, della società americana.
Una delle più grosse distorsioni della favola della Parks è il modo in cui questa la rappresenta come docile, senza la risoluta sensibilità politica che le faceva riconoscere in Malcom X il suo eroe personale. Arrivando a Detroit nel 1957, Rosa ha passato più di metà della sua vita lottando contro l’ingiustizia razziale delle leggi Jim Crow *nel nord del paese. Descrivendo la città come la “terra promessa che non era”, la famiglia Parks viveva “nel cuore del ghetto” e ha scoperto che il razzismo a Detroit era “diffuso quasi quanto a Montgomery.” Essendosi offerta come volontaria nella sua campagna politica, la Parks è stata assunta dal Repubblicano di recente eletto, John Conveyers nel 1965 per fare parte della sua squadra di Detroit, dove Rosa si è occupata di: brutalità della polizia, di eventi aperti a tutti, di benessere pubblico, e di discriminazione nel campo del lavoro – le piaghe del razzismo nel Nord America.
I suoi impegni politici di lunga durata per l’autodifesa, la storia della gente nera, la giustizia economica, la responsabilità della polizia e la responsabilizzazione politica della gente nera, si sono intersecate con gli aspetti fondamentali del movimento del Potere Nero, e lei ha preso parte a numerose mobilitazioni alla fine degli anni ’60 e ’70. In quanto internazionalista, si opposta al coinvolgimento degli Stati Uniti in Vietnam, ha dimostrato davanti all’ambasciata del Sudafrica per condannare l’apartheid e ha contestato la politica statunitense in America Centrale. Otto giorni dopo l’11 settembre si è unita ad altri attivisti per scrivere una lettera con la quale si chiedeva giustizia, non vendetta, insistendo che gli Stati Uniti dovevano operare insieme alla comunità internazionale e mettendo in guardia contro la rappresaglia e la guerra.
Fino alla fine della vita, la Parks ha continuato a mettere l’accento la necessità duratura del cambiamento sociale, ricordando agli Americani “di non accontentarsi dei successi che abbiamo fatto negli ultimi 40 anni”. Quella intera vita di fermezza, di indignazione, di tenacia e di eroismo è quella che merita la venerazione nazionale.
Rendere giustizia alla vera eredità della Parks, richiede quindi qualche cosa di noi, qualche cosa molto più difficile da fare che un francobollo o una statua. Il coraggio di Rosa Parks consisteva nella capacità di opporre resistenza personale, anche se lei ed altri lo avevano fatto prima e nulla era cambiato, e perfino quando Rosa capiva bene il danno che poteva averne. Ha opposto resistenza ripetutamente durante tutta la sua vita.
Onorare la sua eredità significa avere la stessa audacia. Richiede riconoscere che l’America non è una società post-razzista e che il degrado provocato dall’ingiustizia razziale e sociale è profondo ed evidente. Comporta un intenso impegno negli scopi per i quali Rosa ha lottato tutta la sua vita – un sistema di giustizia penale imparziale e giusto per la gente nera, il diritto di voto senza restrizioni, l’accesso paritario all’istruzione, una vera assistenza ai poveri, eliminare le guerre di occupazione degli Stati Uniti e la storia della gente nera da tutti i settori dei curricoli scolastici. Infine significa prestare attenzione alle parole che ha detto agli studenti del College Spelman: “Non rinunciate e non dite che il movimento è morto.”
it.wikipedia.org/wiki/Leggi_Jim_Crow
*Jeanne Theoharis è docente di Scienze politiche dell’Università di New York ed è autrice di una nuova biografia The Rebellious Life of Mrs. Rosa Parks (La vita ribelle della Signora Rosa Parks). Questo articolo è stato scritto per The Root e tradotto da Maria Chiara Starace per Znetitaly.org, che ringraziamo (titolo L’impronta di Rosa Parks nella storia americana).
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Foto: mural dedicato a Rosa Parks disegnato nell’omonima scuola elementare di San Francisco (communitygrows.org)
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