Il Gruppo di lavoro nominato dal ministero dell’istruzione per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione scolastica e il superamento dei divari territoriali in attuazione del Pnrr, ha espresso forte preoccupazione per il rischio che gli investimenti previsti si traducano in un’occasione mancata per la lotta alla povertà educativa.
In una lettera – firmata tra gli altri da Franco Lorenzoni, Marco Rossi-Doria e Chiara Saraceno – viene ricordato come nelle scorse settimane, il Gruppo di lavoro ha prodotto un documento dettagliato di 36 pagine, con puntuali indicazioni e raccomandazioni operative, ma non ha ha ricevuto una risposta ufficiale. “Siamo molto preoccupati“, scrivono. Il documento inviato al Miur, tra l’altro, prevede tra i suoi obiettivi: il rafforzamento delle autonomie scolastiche che rappresentano un presidio della Repubblica, in territori, purtroppo molto estesi, di povertà multidimensionale causati da anni di accresciute disuguaglianze; supporto alla straordinaria azione dei docenti che hanno operato durante anni di disinvestimento nella scuola; sostegno alle alleanze tra scuole, comuni ed organizzazioni del terzo settore che, insieme, prima, durante e dopo la pandemia, hanno creato estese cooperazioni sviluppando la ricchissima esperienza delle comunità educanti tra scuola e fuori scuola, capaci di riconquistare all’apprendimento e alla motivazione migliaia di bambini/e e ragazzi/e.
Il Gruppo di lavoro, dopo numerosi incontri e approfondimenti, ha identificato i criteri per individuare le aree di maggiore crisi e dispersione; ha proposto un piano di interventi e misure differenziate in base alle diverse età, alla territorialità e alla gravità dell’esclusione; ha elaborato infine un modello operativo, fondato sui patti educativi territoriali per generare alleanze stabili tra scuole, che gestiscono i fondi ed enti locali, terzo settore, civismo educativo, che partecipano all’azione in modo paritario.
Secondo il Gruppo è necessario rafforzare l’offerta delle scuole con l’accompagnamento competente nell’elaborazione e gestione degli interventi potenziandone l’organico; creare aree di educazione prioritaria dedicate a interventi sistematici e di lungo periodo in territori particolarmente difficili; stabilire target di interventi differenziati per età, situazioni e bisogni, in modo flessibile secondo i contesti e mirati sia alla prevenzione, a scuola e fuori scuola, sia ad azioni di riparazione e riconquista piena al diritto allo studio e alla formazione, anche attivando percorsi di seconda opportunità; ridare forza all’autonomia scolastica e al protagonismo dei docenti grazie a investimenti capaci di rimotivare e supportare i processi di apprendimento di ciascun alunno/a in situazione di esclusione, fragilità, difficoltà, anche con azioni di tutoring e presa in carico personalizzati; favorire, intorno alle scuole, alleanze territoriali coese e permanenti tra le scuole stesse, gli enti locali, ed il terzo settore su base cooperativa e paritaria curando la costituzione e la manutenzione nel tempo delle comunità educanti sull’esempio delle migliori pratiche già all’opera in ogni parte di Italia; coinvolgere le famiglie e sostenere e promuovere il protagonismo di bambini e ragazzi in ogni azione educativa messa in campo; curare una visione lungimirante che preveda scambio e confronto permanente tra scuole, continuità nelle fasi di transizione e orientamento.