In un angolo della periferia romana, non distante dove ha preso forma la straordinaria scuola popolare 725 di Roberto Sardelli, c’è chi in questi giorni ha trasformato le difficoltà del fare scuola in un percorso di educazione diffusa. “Occorre uscire, riprendersi le piazze e le strade, i parchi e i giardini… – scrive Loris Antonelli di AP (Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti) – Facciamo rifiorire gli alunni e rifioriamo con loro”

“In fondo siamo stati un po’ avventurieri… no!?”. Mi dice D. a pochi passi dal rientro a scuola, sfiniti dalla mattinata in cammino. Il sole di oggi ci ha permesso di svolgere, in questo angolo della periferia romana, l’escursione sulle tracce di Giovanni Bosco e Roberto Sardelli.
In questi giorni che abbiamo ricordato l’anniversario della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’infanzia, ci tenevo particolarmente a fare due passi con la classe lungo l’Acquedotto che ha ospitato i baraccati e la straordinaria scuola popolare 725 di don Sardelli.

Così abbiamo dedicato tutto il tempo a questo, a scoprire il territorio partendo da chi si è occupato dell’accoglienza e dell’educazione di bambini e ragazzi.
La chiamiamo “educazione all’aperto”, ma fondamentalmente è scuola, è impegno civile, e all’aperto è spesso più bella che nelle aule. Ma servono entrambe, quella dentro e quella fuori. Servono perché ogni giorno scopro quante cose non sanno i ragazzi e le ragazze, ma pure quante sono disposti a scoprirne. Sono faticosi, tantissimo, e per questo servono tante energie e serve fare le cose insieme alle tante e ai tanti che ne hanno voglia.

In questi giorni di sole nei parchi e di tempesta intorno a noi, ho la fortuna e il piacere di condividere l’avventura con Mariachiara Avignone e Mirco Gaffi, accolti dalla motivatissima troupe di insegnanti e dalla preside Maria Pia Foresta.

Sono tante e tanti le prof e i prof con cui in questi anni ho condiviso passione e voglia di fare, e ogni giorno vorrei lavorare con tutti loro, perché la scuola è e sarà sempre il posto in cui cercare di fare giusto il paese in cui viviamo. Ma non si può, tutti insieme non si può, e per questo occorre uscire, riprendersi le piazze e le strade, i parchi e i giardini... Facciamo rifiorire gli alunni e rifioriamo con loro.
Raccontategli le storie che vi hanno formato, che avete attraversato. Immaginatevi una didattica diversa dal solito, si può fare. Se non ora quando?
ÀP, Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti e l’Istituto comprensivo Montalcini di Roma ci hanno creduto, noi andremo avanti con gioia, perché ci piace tantissimo.