Il ritorno della guerra in Europa, con il suo carico di armi per la pace, ha svelato l’inadeguatezza di tanto pacifismo. Possiamo irrobustire il rifiuto delle logiche della guerra e del militarismo, imparare a coltivare e gestire i conflitti, nutrici di un pensiero profondamente nonviolento in tanti modi. Di certo occorre percorrere nuove e antiche pedagogie della pace, come ricorda lo straordinario dossier curato da CEM Mondialità e La Carovana dei Pacifici: Pedagogie di pace raccoglie, segnala e propone materiali per la promozione della pace a uso e sostegno degli educatori e degli insegnanti, riprendendo e approfondendo il pensiero, tra gli altri, di Capitini, Gandhi, Maria Montessori, Emmanuel Lévinas, Ernesto Balcucci.
“Parlando di pedagogia di pace – scrivono i promotori del dossier diviso in quattro ambiti (pedagogia interculturale, ecopedagoia, democrazia partecipativa, religioni per la pace) – intendiamo innanzitutto una pedagogia che abbia la pace non come contenuto, ma come contesto educativo, informata da relazioni anche di cooperazione e da partnership piuttosto che dal dominio e dalla competizione…”. Un dossier ricco di domande non scontate con le quali interrogarci “sulla nostra capacità di decostruire le gabbie delle politiche centrate sulle identità per cominciare a costruire politiche attente alle relazioni…”.
Il dossier include diverse pagine dedicate ai simboli di pace e il kit “La carovana dei pacifici” rivolto ai bambini e alle bambine, ma anche agli adulti, e nato da un’idea di Roberto Papetti (la campagna della Carovana della pace ha preso forma a Drizzona, nella cascina di Mario Lodi, grazie in particolare a Luciana Bertinato e Emanuela Bussolati).
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