Imparare ad ascoltare e a prendere sul serio bambine e bambini, rendere le città più a misura loro promuovendo una cultura della partecipazione, pensare ai contesti urbani come insieme di luoghi di apprendimento sono da diversi anni strumenti presenti nella cassetta degli attrezzi della comunità nata intorno alla scuola Pisacane di Roma (IC Simonetta Salacone), fatta di bambini e bambine, insegnanti, associazioni, genitori (Associazione Pisacane 099, che fa parte della Rete romana Sap/Scuole Aperte Partecipate). Nel quartiere di Tor Pignattara la relazione scuola/territorio viene ripensata così, anche grazie alle idee e alla pedagogia di Francesco Tonucci
Prima della scuola aperta al pomeriggio, prima dei corsi di musica e sport a prezzi accessibili, prima delle grandi feste, prima dell’autoproclamazione a Scuola Internazionale Carlo Pisacane, ci sono stati gli incontri liberi e aperti con Tonucci. Era il 2012 quando un nutrito gruppo di volenterosi genitori e insegnanti ha iniziato a riunirsi presso i locali della scuola dell’infanzia Carlo Pisacane per un percorso di lezioni laboratoriali tenute dal noto pedagogista, nonché nonno della scuola, Francesco Tonucci.
La pedagogia di Tonucci si basa sull’importanza di ascoltare e rispettare bambine e bambini, valorizzando le loro opinioni e la loro creatività. Tonucci sottolinea l’importanza di un ambiente scolastico che favorisca la curiosità e l’esplorazione, proponendo metodologie didattiche che incoraggiano l’apprendimento attivo. La sua visione si estende anche al contesto urbano, con progetti che mirano a rendere le città più a misura di bambino, promuovendo una cultura della partecipazione e della sostenibilità. La sua opera rappresenta un invito a ripensare il ruolo degli adulti nell’educazione, stimolando una riflessione profonda sulle pratiche pedagogiche contemporanee.
Gli incontri hanno avuto diversi temi: andare a scuola da soli, curare un orto scolastico, creare un giornale di scuola, scrivere un epistolario; sono stati caratterizzati da una prima parte più divulgativa e frontale e una seconda laboratoriale, nella quale le persone partecipanti si dividono in gruppi per lavorare sui temi trattati. Fondamentale l’organizzazione in contemporanea di un servizio di accoglienza per bambine e bambini, per facilitare la partecipazione dei genitori agli appuntamenti.
Senza dubbio questi incontri hanno svolto una vera e propria funzione di innesco della comunità Pisacane, sono stati il primo passo dell’esigenza sentita, e all’epoca non ancora dichiarata, di trovarsi, discutere su questioni legate alla genitorialità e all’educazione. Sono stati il nucleo fondante del senso di appartenenza a qualcosa, segnando l’inizio di quel lungo percorso che ha portato alla nascita e alla formazione di un gruppo di persone adulte intenzionate a rendere la scuola, all’epoca abbandonata dai residenti cosiddetti storici, boicottata dalle istituzioni e a rischio chiusura a causa delle scarsissime iscrizioni, il principale polo culturale del quartiere di Tor Pignattara.
La pedagogia di Tonucci, e in particolare il progetto la “Città delle Bambine e dei Bambini” mira a trasformare gli spazi urbani in ambienti più accoglienti e funzionali per i bambini. L’iniziativa nasce dall’idea che le città devono essere progettate tenendo in considerazione le esigenze e i diritti dei più giovani, promuovendo la loro partecipazione attiva nella vita cittadina. Il progetto prevede coinvolgimenti diretti dei bambini e delle bambine nella progettazione degli spazi pubblici, con attività di ascolto e partecipazione che li rendono protagonisti delle decisioni riguardanti la loro vita quotidiana. Attraverso laboratori, incontri e attività pratiche, bambine e bambini possono esprimere le loro idee su come migliorare la loro città, creando luoghi di incontro, gioco e socializzazione. Questa iniziativa non solo favorisce lo sviluppo di una cittadinanza attiva e consapevole fin dall’infanzia, ma promuove anche una cultura del rispetto e dell’attenzione verso le esigenze di tutti i cittadini, contribuendo a costruire comunità più inclusive e sostenibili. La “Città delle Bambine e dei Bambini” è quindi un modello di educazione che va oltre le mura scolastiche, invitando tutte e tutti a riflettere su come le città possono essere luoghi di crescita e benessere per le generazioni future. Il progetto è risultato particolarmente adatto alle esigenze della comunità scolastica e alla necessità di ricreare una relazione tra scuola e territorio, danneggiata da una pessima narrazione sulla scuola e una sfiducia molto palpabile che si manifestava nella mancata iscrizione delle bambine e dei bambini alla scuola primaria Pisacane da parte delle famiglie del quartiere per diversi anni.
Ben presto, piccoli gruppi di alunne e alunni da diversi punti del quartiere hanno iniziato a darsi appuntamento per raggiungere a piedi e da soli la scuola. In questi percorsi di autonomia, non erano coinvolti solo i genitori, che naturalmente avevano svolto un ruolo fondamentale nell’infondere sicurezza e consapevolezza a bambine e bambini, guidati attraverso i percorsi migliori dagli adulti, prima di ritrovarsi a percorrerli da soli, ma anche gli abitanti del quartiere: l’edicolante, la farmacista, il fioraio, testimoni e in qualche modo garanti del passaggio dei gruppetti di scolari. Nello stesso tempo, le classi hanno iniziato a percorrere il quartiere attraverso uscite sempre più frequenti, sia in occasione di feste (Halloween, Carnevale, ecc), sia in vere e proprie esplorazioni del territorio.
Queste passeggiate hanno avuto una duplice conseguenza: da una parte hanno garantito alle bambine e ai bambini una maggiore confidenza nelle strade di Tor Pignattara, e dall’altra hanno consentito agli abitanti di vederli e riconoscerli come alunni della scuola e abitanti del quartiere, allontanando la paura del diverso e la diffidenza nei confronti dell’utenza Pisacane, costituita per lo più da bambine e bambini di famiglie di varia provenienza. Grazie ai laboratori ispirati dai percorsi pedagogici di Tonucci, la scuola si è riempita di materiali e arredi autoprodotti, in grado di conferire grande calore a un edificio enorme e, all’epoca, in gran parte vuoto e diroccato. La forte connessione con il territorio e la voglia di generare bellezza sono stati anche al centro di uno dei primi grandi progetti che ha coinvolto la Pisacane contribuendo alla sua fama di scuola innovativa: PLAN- Progettiamo luoghi, costruiamo comunità.
Progetto di rigenerazione creativa dei patrimoni materiali e immateriali della scuola, PLAN è stato finanziato dal MiBACT attraverso il bando “Scuola: spazio aperto alla cultura”, in partnership con l’Istituto comprensivo (allora denominato ancora Ferraironi), Melting Pro, Farm Cultural Park, Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros e l’associazione Pisacane 011 (ora 099). Nel laboratorio di PLAN i bambini e le bambine hanno giocato, progettato e costruito “mondi possibili” insieme a architetti e creativi, imparando cos’è e quanto importante è l’architettura. Sono stati prodotti oggetti, manufatti, progetti, disegni e installazioni, realizzate dai piccoli architetti per la scuola che è diventata più bella, colorata e accogliente; inoltre attraverso dei laboratori di narrazione sul quartiere, sono stati realizzati due itinerari culturali e le alunne e gli alunni sono diventati guide turistiche di Tor Pignattara, custodi di informazioni storiche e racconti fantasiosi e immaginifici sul proprio quartiere.
Sebbene non ci sia stato un legame specifico tra la pedagogia di Tonucci e le attività di PLAN, sono indubbie le affinità tra i due percorsi, entrambi hanno nutrito in maniera molto simile la comunità scolastica. Probabilmente senza gli insegnamenti di Tonucci non si sarebbe generata quell’apertura alla sperimentazione e alla ricerca che ha condotto alla collaborazione con Meltilg pro e con la Farm Cultural Park.
Fondamentale per la genesi della comunità Pisacane, la collaborazione con Tonucci è stata riattivata a più riprese: in alcuni incontri in collaborazione con altri educatori (con Cesare Moreno nel 2015), nel 2016 con una serie di incontri finalizzati a introdurre anche i nuovi genitori arrivati nel frattempo a scuola alla pedagogia della Città dei bambini e delle bambine, e poi durante il covid, quando le chiacchierate con il professore sono diventate una rubrica all’interno di Good Morning Torpigna, la trasmissione della web radio Pisacane realizzata da bambine, bambini e genitori per mantenere un legame nei mesi del lockdown della primavera 2020. Un ulteriore momento di confronto, sempre online, si è tenuto nel 2021 con degli incontri sui temi: spazio esterno alla scuola come ambiente di competenza, (ZTL e strade scolastiche), l’autonomia dei bambini (favorire il percorso casa/scuola dei bambini con gli amici), relazione e progettazione con gli enti locali e le organizzazioni del territorio per la realizzazione di un progetto educativo integrato (la città come fonte di studio per la scuola); dalla scuola delle aule alla scuola dei laboratori. Anche in questo caso è possibile tracciare un filo rosso con i temi nel frattempo diventati sfidanti per la comunità Pisacane: le strade scolastiche e la creazione di un Patto educativo di comunità.
Le strade scolastiche sono percorsi cruciali per la sicurezza di chi va a scuola. Dovrebbero avere marciapiedi, attraversamenti ben segnati e zone verdi e, laddove possibile, essere chiuse al traffico. Creare strade sicure non solo protegge bambine e bambini dagli incidenti, ma incoraggia anche a camminare o andare in bicicletta, riducendo i problemi legati al traffico. L’opportunità di creare strade scolastiche è un progetto ormai molto diffuso, fatto proprio dall’Unione europea e promosso anche da Roma Capitale. Per quanto riguarda la Pisacane, la collocazione urbanistica della scuola pone non poche difficoltà: l’edificio sorge infatti a ridosso di un incrocio con una via (Acqua Bullicante) che collega due importanti strade consolari romane, la Casilina a ovest e la Prenestina a est. Inoltre molto prossimo alla scuola si trova un ospedale, pertanto la possibilità di chiudere la strada o anche solo ridurne la viabilità risulta impraticabile. Inoltre negli ultimi anni l’utenza della scuola è cresciuta in modo esponenziale, rendendo il marciapiede sul quale insiste l’uscita della scuola insufficiente a ospitare il numero di genitori e alunni nei due momenti cruciali dell’uscita e dell’entrata da scuola. Le possibilità per garantire quindi un accesso a scuola meno caotico e pericoloso, rimandano o a strategie temporanee come chiusure occasionali in occasione di particolari eventi, o all’allargamento del marciapiede, come da richiesta dei genitori della scuola accettata dal Municipio V e proposta al comune.
Il Patto di comunità è un percorso avviato con il progetto Innesti di comunità, con cui Galassia Torpigna è in continuità. I patti educativi di comunità sono alleanze territoriali tra scuola, amministrazione pubblica e terzo settore in grado di trasformare la scuola in un’agente di conoscenza e trasformazione che si apre al territorio attivando processi di co-progettazione del cambiamento. Da quando il progetto è iniziato, sono stati coinvolti molti attori: le istituzioni, i servizi sociali di zona, docenti e personale scolastico, famiglie, cittadine e cittadini, associazioni del quartiere con l’obiettivo di intercettare i bisogni del territorio e definire obiettivi a breve e medio termine con l’intenzione di utilizzare lo strumento del Patto per programmare interventi e azioni realizzati tra i firmatari del patto.
L’esperienza della scuola internazionale Carlo Pisacane rappresenta un esempio significativo di come l’impegno collettivo, stimolato dall’approccio pedagogico di Francesco Tonucci, possa trasformare non solo un’istituzione educativa, ma anche l’intero contesto sociale in cui è inserita. Grazie agli incontri, ai laboratori e alle iniziative di partecipazione, la scuola è diventata un punto di riferimento per la comunità di Tor Pignattara, promuovendo una cultura dell’inclusione e della sostenibilità. Le attuali sfide sono parte di un progetto più ampio di co-progettazione e collaborazione tra scuola, famiglie e territorio iniziato ormai più di dieci anni fa, in quegli incontri avviati in maniera del tutto sperimentale nella scuola dell’infanzia. La sinergia che ne è nata offre un’opportunità unica per ripensare e reinventare gli spazi e i contesti educativi in modo che possano rispondere meglio ai bisogni delle nuove generazioni, contribuendo così a costruire una comunità più consapevole, attenta e coesa.
Bibliografia delle opere di Francesco Tonucci
La creatività. Spunti per un discorso educativo, Firenze, LEF, 1970
La ricerca come alternativa all’insegnamento, Firenze, LEF, 1972
A tre anni si fa ricerca (a cura di F. Tonucci, M. Cecchini, G. De Peppo, P. Giorgi, A. Messerini, M.R. Papini), Firenze, LEF, 1976
I materiali, Padova, La Linea Editrice, 1977
Il primo anno del nostro bambino (con G. Ricci), Milano, F.lli Fabbri Editori, 1980
Guida al giornalino di classe, Bari, Laterza, 1980
Con gli occhi del bambino, Milano, F.lli Fabbri Editori, 1981
Valutare per conoscere (con S. Caravita, E. Detti), Bologna, Il Mulino, 1983
Bambini si nasce, Firenze, La Nuova Italia, 1987
Bambini si diventa, Firenze, La Nuova Italia, 1989
Enseñar o aprender? La escuela como investigacion quince años despues, Editorial Graó, Barcelona, 1990
La solitudine del bambino, Firenze, La Nuova Italia, 1995
Con ojos de maestro, Buenos Aires, Troquel, 1995
La città dei bambini, Bari, Laterza, 1996
Cari genitori (con G. Masera), Milano, Hoepli, 1998
Se i bambini dicono: adesso basta!, Bergamo, ZeroSeiUp, 2002
Il Consiglio dei bambini (con D. Renzi, A. Prisco), Roma, Booklab, 2011
Los niños y las niñas piensan de otra manera, Barcelona, Graó, 2017
Manuale di progettazione partecipata con bambini e bambine (con C. Belingardi, L. Morachimo, A. Prisco, D. Renzi), Bergamo, ZeroSeiUp, 2018
Manuale di guerriglia urbana. Per bambine e bambini che vogliono conoscere e difendere i loro diritti, Bergamo, ZeroSeiUp, 2019
Por qué la infancia, Barcelona, Editorial Destino, 2019
Un nonno per amico, Roma, Orecchio Acerbo, 2019
Pubblicato su Percorsiconibambini.it
Asinitas è un’associazione che da vent’anni, nel quartiere Tor Pignattara di Roma, si occupa di educazione, formazione e inclusione sociale, proponendo attività ad adulti, adolescenti, bambini e bambine, italiani e migranti. “Il nostro modo di pensare l’educazione – si legge nel sito – si è ispirata e rivisita la lezione di maestri della tradizione pedagogica quali Montessori, Freinet, Freire…”