Lunedì 17 novembre abbiamo visto “Berlinguer La Grande Ambizione” con il presidente Sergio Mattarella al Quirinale. È stato indubbiamente emozionante vedere con lui un pezzo così importante della storia d’Italia. Il presidente mi ha detto di aver molto apprezzato il film e ne ha elogiato il suo equilibrio tra storia, politica e privato. Prima della visione ho avuto la possibilità di fare un breve discorso, nel quale ho voluto soffermarmi sul rapporto tra il film e i suoi tanti spettatori più giovani. Ve lo riporto qui:
Signor presidente, nel ringraziarLa sentitamente del Suo invito a nome del mio cosceneggiatore Marco Pettenello, della produzione VivoFilm e JoleFilm, di RaiCinema, di tutto il cast e di tutta la troupe, della distribuzione Lucky Red, della Presidenza e della Direzione Artistica della Festa del Cinema di Roma che ha voluto aprire la sua 19esima edizione con il nostro film ed infine della famiglia Berlinguer la cui collaborazione in questi anni è stata per me e per noi fondamentale, voglio dedicare questo mio breve saluto ai tantissimi ragazzi e ragazze che ho incontrato nelle sale di tutta Italia nelle ultime tre settimane, durante la tournée che mi ha portato in oltre 35 città del nostro Paese.
Una ragazza di vent’anni in una delle prime presentazioni del film ha preso la parola dopo la proiezione e ci ha detto: “Io ero venuta al cinema con mia madre per vedere un film che pensavo parlasse di lei e invece ho scoperto che parla di me”.
Molti di noi che abbiamo fatto questo film, io per primo, non c’eravamo o eravamo molto piccoli. Speravamo anche per questo che la storia del Segretario Enrico Berlinguer e dei milioni di italiani e italiane che democraticamente hanno vissuto il loro impegno civico e politico nel Partito Comunista Italiano potesse dialogare con il presente attraverso le sue emozioni, i suoi ideali, ma anche i suoi dubbi e i suoi errori e non concludersi in un puro esercizio di memoria.
Ma la realtà è andata oltre le nostre speranze.
Decine di migliaia di giovani stanno riempiendo in modo civile e rispettoso le sale in tutto il Paese. Nelle Università si stanno organizzando assemblee per continuare la discussione dopo il film. Ad alcune di queste ho partecipato e lì le ragazze e i ragazzi, la cui grande attenzione e concentrazione mi ha piacevolmente stupito e commosso, mi hanno spiegato perché questo film li interessa e li coinvolge e provo qui a sintetizzare tre motivi principali: la necessità di colmare un vuoto educativo che riscontrano nelle nostre scuole sulla storia di quegli anni così importanti, delicati e complessi; una sorta di invidia per la connessione viva tra individuo, società e politica che respirano nelle immagini del film e che confrontano con una indubitabile crisi della rappresentanza democratica oggi; infine il bisogno di superare una dimensione solo individuale della vita e di riscoprire invece una felicità più profonda nella cura collettiva del bene comune e nella condivisione di ideali dedicati alla speranza di un futuro migliore, più equo e più sostenibile, una felicità e un impegno collettivo che confrontano con la sensazione odierna di vivere invece un tempo dal futuro molto incerto, come con chiarezza esprimono nei loro nuovi movimenti nazionali e internazionali di attivazione civile e politica.
Mi sento così di poterLa ringraziare di questo suo importante invito anche a nome di tutte e tutti loro.
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