A Casa Bettola, casa cantoniera autogestita di Reggio Emilia, pensano che la povertà educativa si contrasti in molti modi, a cominciare dalle esperienze di mutualismo e cooperazione dal basso. Si tratta, spiegano, di prefigurare qui e ora, attraverso il mutuo soccorso, la scuola e la società che vorremmo. “Da alcuni mesi un gruppo di ragazze e ragazzi si trovano a Casa Bettola insieme alle educatrici dell’associazione Icaro I Care – Aps – raccontano – per emergere da una situazione di ritiro sociale e abbandono scolastico. Per tre mattine alla settimana la casa cantoniera diventa un luogo in cui ritrovare la fiducia in se stessi e negli altri attraverso momenti di condivisione, confronto e studio…”
Da alcuni mesi un gruppo di ragazze e ragazzi si trovano a Casa Bettola – spazio autogestito di Reggio Emilia – insieme alle educatrici dell’associazione Icaro I Care – Aps per emergere da una situazione di ritiro sociale e abbandono scolastico. Per tre mattine alla settimana la casa cantoniera diventa un luogo in cui ritrovare la fiducia in se stessi e negli altri attraverso momenti di condivisione, confronto e studio.
Per accogliere questo progetto di contrasto alla dispersione scolastica alcuni spazi della casa si sono trasformati attraverso banchi, lavagne e scaffali pieni di materiali.
Nel contesto della pandemia le ragazze e i ragazzi che vivono in condizioni sociali e familiari più vulnerabili sono state tra le più penalizzate e le forme di ritiro sociale sono aumentate. Le scuole sono state le prime a chiudere e le ultime ad aprire e dopo poco tempo si è ritornati alla didattica a distanza. Sono così venuti a mancare importanti momenti di incontro e condivisione nel contesto scolastico e nella vita sociale. Siamo felici di poter dare un piccolo contributo in questa situazione, mettendo a disposizione gli spazi di Casa Bettola ma anche attraverso il progetto Digitale Solidale, con cui in quest’anno abbiamo recuperato, ripristinato e ridistribuito dispositivi informatici per ridurre il divario digitale.
Pensiamo che sia importante partire da forme di mutualismo e cooperazione dal basso per emergere dalla disuguaglianza sociale e la precarietà che caratterizza il nostro tempo, ma pensiamo anche che siano necessarie delle trasformazioni strutturali e sistemiche della scuola e del welfare. Per contrastare la povertà educativa servono investimenti nella scuola pubblica e nei servizi educativi di prossimità. Per costruire un contesto scolastico più inclusivo servono classi con meno studenti e per garantire la continuità educativa assunzioni stabili. Se vogliamo una scuola in cui “non si studia solo la storia ma si scrive il futuro” sono necessari investimenti nella ricerca e nella formazione ma anche nelle forme di partecipazione democratica. Grazie alle educatrici di Icaro e a tutte le persone che attraverso il lavoro e forme di mutuo soccorso prefigurano la scuola e la società che vorremmo.