I patti educativi di comunità possono essere strumenti con cui promuovere una scuola aperta e partecipata: si tratta di incontrarsi per immaginare e progettare insieme, coinvolgendo scuola, associazioni, enti locali di prossimità. A Torino, quelli di Acmos si preparano alla seconda edizione della Scuola di Quartiere: due settimane, in marzo, di dibattiti ed eventi negli spazi della scuola e alcuni spazi del territorio
“La responsabilità è quel sentimento che trasforma la libertà personale in impegno per il bene comune”. Don Luigi Ciotti durante Scuola di quartiere
Questo documento è la conseguenza di quella straordinaria esperienza di rete e di territorio che è stata la Scuola di quartiere nella sede della Circoscrizione 6 a luglio 2020.
Le premesse della Scuola di quartiere sono valide ancora oggi a distanza di mesi:
1) la scuola pubblica deve essere il primo presidio contro la povertà educativa e per questo deve essere una priorità politica e sociale tenerla aperta e garantire a tutti gli studenti un’esperienza di crescita e sviluppo delle competenze, delle conoscenze, delle capacità relazionali, della conoscenza del proprio corpo;
2) la nuova emergenza sanitaria ripropone un tema fondamentale per la democrazia: alla cieca obbedienza che si garantisce solo con la repressione bisogna contrapporre l’educazione alla responsabilità e la scuola ha un ruolo centrale su questo aspetto;
3) il distanziamento fisico e sociale richiede un recupero di socialità e prossimità, riflettendo su quanto l’epidemia di Covid abbia influito sul nostro modo di relazionarci con l’altro;
4) la scuola deve essere anche esperienza di democrazia, ovvero un luogo dove confrontarsi e formare un libero pensiero affinando la capacità di argomentare le proprie opinioni e ascoltare quelle degli altri, di abituarsi alla mediazione del conflitto senza rifiutarlo o interiorizzarlo.
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Le due settimane di laboratori e assemblee, di riflessione e approfondimento ci hanno confermato un aspetto sul quale Acmos lavora da diversi anni: se, anche a causa di un generale immobilismo della società italiana, la scuola non rappresenta più una scala mobile sociale è però vero che garantisce ancora quel mix in grado di agire sulle disuguaglianze di partenza che distinguono gli studenti ed è quindi incubatrice di capitale sociale.
Grazie al lavoro in presenza e grazie alle relazioni che si possono costruire, in alcuni istituti e per alcuni studenti è ancora possibile “dimenticare” il contesto sociale di appartenenza ed emanciparsi grazie al merito e alle capacità individuali.
Una scuola che si abituerà sempre più alla DAD ci preoccupa perché non farà che alimentare quelle disuguaglianze creando una società profondamente ingiusta. E anche la DAD in sé è un’esperienza ingiusta: non tutti hanno dispositivi adeguati e le necessarie connessioni internet; nonostante il grande lavoro fatto non tutti i docenti sanno usare questi strumenti. Le statistiche di questi mesi sono impressionanti e il numero di ragazze e ragazzi che ha semplicemente rinunciato a seguire le lezioni è allarmante.
Non vogliamo certamente contrapporre il tema della DAD a quello del capitale sociale perché non è un “gioco a somma zero”, didattica o socialità, bensì a somma due: lo spazio scuola deve essere strutturato per far appassionare gli studenti all’esperienza scuola, dove passare anche parte del proprio tempo libero, dove organizzare dei progetti, prendersi delle responsabilità, sentirsi parte di una comunità scolastica, ecc…
Se la mattina è il momento della didattica e della DAD, il pomeriggio può diventare quello della socialità e dello sviluppo di tutte le altre necessarie competenze legate alla crescita degli adolescenti e futuri cittadini sovrani della Repubblica.
Da ottobre partecipiamo con l’IIS Einstein e altre sette realtà del territorio alla scrittura di un progetto territoriale integrato al fine di offrire opportunità educative per la fascia 0-18 anni in collaborazione con la città di Torino e la Circoscrizione VI. Il progetto Una comunità che educa prevede la messa in rete con soggetti interni alla rete già creata ed esterni di azioni e pensieri che insistono sul territorio di Barriera e sulla creazione di nuovi spazi e nuovo opportunità di protagonismo, attivazione e incontro.
L’obiettivo è quello di unirci tutti consolidando una comunità educante che intensifichi l’intervento sul quartiere e rafforzi dei luoghi simbolo dell’azione. Raggiungerlo significa coinvolgere tutti gli abitanti di Barriera, dai piccoli, passando agli adolescenti fino ai genitori e agli anziani del quartiere.
Tra le azioni ci sarà senz’altro il coinvolgimento degli studenti dell’Einstein e del corpo docenti facendo proposte utili nei campi dell’educazione civica e di PCTO in orario scolastico ma senza dimenticare l’extrascolastico attraverso attività di apertura al quartiere e rafforzamento delle competenze. Tutto questo sarà possibile anche grazie al coinvolgimento della Compagnia di San Paolo.
Per questi motivi vogliamo proporre un lavoro a partire dai “Patti educativi di comunità” per organizzare la seconda Scuola di Quartiere e sperimentare negli spazi del Liceo “A. Einstein” la scuola aperta come esperienza di rete di un territorio in grado di ripensare completamente il ruolo della scuola dal 2020 in avanti e riflettere sul “bilanciamento” tra il diritto alla scuola e quello alla salute e sulle scelte che un territorio o una città devono fare per garantire entrambi.
Il primo passo di questa rete sarà la creazione di un tavolo di lavoro per arrivare ad elaborare un modello sperimentale di scuola aperta in orario pomeridiano, prevedendo tutti gli aspetti organizzativi, legali, economici.
Il tavolo avrà un numero definito di incontri e un tempo di realizzazione della proposta.
La rete sarebbe inizialmente “stretta” e coordinata volontariamente dall’associazione Acmos; proponiamo: Circoscrizione 6, scuola (dirigente, DSGA), rappresentanti dei docenti, rappresentanti degli studenti, rappresentanti dei genitori, terzo settore, volontariato e singoli esperti selezionati.
Ipotesi di percorso:
- gennaio 2021: primo incontro della rete per presentare il progetto, allargare la rete e definire il percorso nel dettaglio
- gennaio-febbraio 2021: inizio coprogettazione all’interno dell’istituto (spazi definiti e resi sicuri) coordinata da Acmos e organizzata con un incontro a settimana per gli studenti e un incontro ogni 15gg con tutta la rete ed eventuali ospiti;
- marzo 2021: seconda edizione della Scuola di Quartiere (due settimane di incontri e dibattiti negli spazi della scuola ed alcuni spazi del territorio)
- aprile 2021: verifica e rilancio del patto educativo di comunità
Diego Montemagno, presidente associazione Acmos