Una periferia di Roma con forte disagio sociale e con un’alta percentuale di popolazione migrante. Sembrerebbe il contesto perfetto per gli “imprenditori della paura”, che soffiano sul fuoco del razzismo. Eppure, un progetto condotto in una scuola e basato sui linguaggi della danza, della danza-movimento-terapia e le arti, ha consentito agli studenti di incontrare persone migranti provenienti da vari centri di accoglienza e superare barriere e pregiudizi. “Pedagogia del confine” è una metodologia originale che utilizza la corporeità e le arti per esplorare, comprendere e rappresentare l’esperienza umana. Il volume omonimo, curato da Ferdinando Battista, è il racconto di una ricerca-intervento nel campo dell’educazione, condotta presso il Liceo Scientifico “Edoardo Amaldi” di Tor Bella Monaca (Roma).
Il testo può risultare di grande interesse per tutti coloro che si prefiggono di innovare le metodologie didattiche in una direzione comunitaria e partecipativa, dando spazio anche alla dimensione artistica e creativa.
Il testo è corredato da alcuni stralci di interviste ai partecipanti, racconti di vita che narrano di incontri, di emozioni, della scoperta di cosa significhi appartenere alla stessa condizione umana.