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È limpida, importante e per nulla scontata la risposta, dopo l’agguato della scorsa settimana (Assalti armati e scuole aperte), della scuola Fontanarossa di Catania e delle associazioni che operano nel quartiere di Librino. “In un primo momento, di fronte a quello che è accaduto è emersa tanta preoccupazione, soprattutto da parte dei genitori, perché i ragazzi e le ragazze sono abituati a vivere questa scuola come un ambiente protetto – ha detto Concetta Patrizia Tumminia, dirigente scolastica dell’istituto, in un servizio di lasiciliaweb.it (minuto 18,43) – In questo momento la cosa più importante è cercare di dare serenità e far capire che il presidio di legalità, di bellezza e di cultura rappresentato dalla nostra scuola sicuramente continuerà a fare quello che ha sempre fatto…”.
Sul bisogno di moltiplicare le iniziative culturali e sociali, robuste quanto creative, e di aprire sempre di più la scuola al territorio e alla partecipazione per affrontare la crescita della povertà educativa sono intervenuti anche Biagio Guerrera dell’Associazione Musicale Etnea (responsabile del progetto di scuola aperta, promosso in rete con altre città) e Naida Begeta, stilista e designer bosniaca attiva tra Los Angeles e Catania, che proprio negli spazi della scuola, insieme ad alcune mamme, ha avviato una sartoria sociale.
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