Le sinergie che si creano tra scuola e quartiere sono preziose, le scuole devono essere intese come beni comuni, punti nodali che danno vita e arricchiscono i quartieri. Libera Camici, vicesindaca di Livorno, non nasconde spesso che si fa fatica a coinvolgere i più giovani, a favorire la loro partecipazione, anche per questo il Comune ha istituito un organo democratico elettivo specifico, il Consiglio Comunale dei Giovani, e ha favorito l’ingresso dei sedicenni nei Consigli di Zona, strutture chiave della partecipazione decentrata. Resta ancora molto da fare, soprattutto per riattivare a pieno i processi sospesi con la pandemia, ma la volontà di cercare di farlo presto e bene sembra molto chiara
Questo articolo fa parte dell’inchiesta
Apprendere dall’esperienza. A Livorno

A Livorno si sono create numerose reti di comunità educanti, e noi come ViviCecioni abbiamo aderito all’accordo di rete con l’istituto comprensivo Micheli Bolognesi, portando avanti l’idea di creare nel tempo percorsi di Peer Education tra i nostri ragazzi e gli alunni delle medie ed elementari. Abbiamo chiesto a Libera Camici – vicesindaca di Livorno con deleghe all’istruzione, politiche giovanili, partecipazione e beni comuni – che ci ha accolto nel suo ufficio per parlare del rapporto tra scuole e territorio e dei progetti attivati dall’Amministrazione per il coinvolgimento degli studenti livornesi nel governo della città se conosce queste realtà. Ci ha risposto che le conosce e le apprezza molto. Spera anzi che, dopo le molte difficoltà vissute con l’emergenza pandemica, quei percorsi possano crescere e svilupparsi al meglio.
Prima della pandemia avevamo avviato non solo gli accordi di rete ma anche le attività extra curriculari, conquistandoci faticosamente piccoli spazi all’interno dell’istituto. Durante l’emergenza sanitaria, impossibilitati nello svolgere i corsi al chiuso, ci siamo riorganizzati chiedendo al Cecioni e alla Provincia porzioni del giardino monumentale per installare due gazebo nel quale svolgere i corsi e le attività dell’associazione, dopo aver adeguatamente pulito e rigenerato l’area...
È un’ottima cosa. Di fatto, con la pandemia, nelle scuole di tutta la città si è scoperta l’importanza delle aree all’aperto per fare attività. Purtroppo non tutte le scuole godono di adeguati spazi esterni, per cui le classi degli istituti privi di tali ambienti, come quelle delle Scuola elementare Benci o delle Cattaneo, si sono “mosse” sul territorio, facendo di necessità virtù; di fatto tale apertura al territorio ha permesso ai bambini di svolgere in sicurezza le lezioni vivendo e scoprendo allo stesso tempo la città. C’è da dire che il tessuto cittadino ha risposto ottimamente a questo nuovo modo di fare scuola.

Questo è uno snodo fondamentale che ViviCecioni vorrebbe affrontare, per quanto il contesto delle scuole superiori sia ben diverso. Negli ultimi anni si punta molto al protagonismo dei giovani, alla cittadinanza attiva e alla loro responsabilizzazione. In tali termini, uno degli obiettivi del nostro progetto è di aprire la scuola al territorio o quanto meno al quartiere Garibaldi. Al momento stiamo lavorando ancora per avere adeguati spazi all’interno della scuola, e non è facile, ma nel tempo vorremmo raggiungere questa apertura.
Credo, infatti, che sia importante che le scuole pilota che riescono ad aprirsi alla città, come le Benci o le Brin, le quali collaborano con i quartieri uniti eco-solidali – esportino il loro modello nel resto del territorio cittadino, per quanto ovviamente ogni istituto abbia e debba mantenere le proprie specificità. Le sinergie che si creano tra scuola e quartiere sono preziose, le scuole devono essere intese come beni comuni, punti nodali che danno vita e arricchiscono i quartieri, basti considerare soltanto dal punto di vista dei servizi e delle risorse ad esse connessi. Purtroppo ancora oggi il modello scolastico prevalente comporta che si creino delle barriere tra la scuola e il territorio stesso, perché mi rendo ben conto che ci siano delle preoccupazioni lecite in termini di responsabilità da parte dei Dirigenti scolastici, che impediscono di esplicare al meglio questa voglia di apertura al territorio.

E invece il Comune rispetto a questa partecipazione e protagonismo studentesco come potrebbe porsi?
Nel corso degli anni di questo mandato amministrativo abbiamo attivato numerosi percorsi rivolti ai giovani, come il progetto “Giovani protagonisti livornesi”, rivolto ai ragazzi tra i 16 e i 28 anni. Nonostante gli sforzi non neghiamo di avere difficoltà a coinvolgere e parlare con i ragazzi. Per rafforzare ancor più il dialogo, l’Amministrazione ha perseguito la via di prevedere uno strumento elettivo di coinvolgimento dei giovani, per riuscire a coinvolgere maggiormente i ragazzi nell’amministrazione della città.
In effetti, il Comune di Livorno ha istituito il CCGL – Consiglio Comunale dei Giovani di Livorno, un organismo democratico di rappresentanza composto 25 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 25 anni residenti a Livorno. Di questi, 20 sono studenti che sono stati eletti contestualmente alle votazioni per i rappresenti di istituto delle scuole secondarie di secondo grado e della Consulta provinciale degli studenti. Gli altri 5 membri sono stati scelti dallo stesso CCGL in base alle candidature pervenute in seguito a una manifestazione d’interesse pubblica.
Il Regolamento è stato approvato nel settembre 2022 e il Consiglio si riunisce dai primi mesi del 2023.
Parallelamente all’istituzione del Consiglio, abbiamo lavorato alla partecipazione decentrata, ovvero all’istituzione di organi intermedi divenuti necessari dopo l’abolizione delle Circoscrizioni, i consigli di zona; attraverso un percorso partecipativo con la cittadinanza è venuta fuori l’esigenza di aprire la partecipazione a questi nuovi organismi a base elettiva anche ai giovani, a partire dei sedicenni, alcuni dei quali hanno preso parte agli incontri preliminari, e infatti il regolamento approvato prevede proprio questo limite di età.
Infine, cosa altrettanto importante dal mio punto di vista, è il PCTO avviato da e insieme a Reset sui beni comuni. Quel che ha fatto e smosso l’associazione per la città è enorme, partendo dalle Terme del Corallo, ed è molto importante rendere i giovani protagonisti nella cura della città. Il progetto ha preso piede in alcuni istituti superiori e ben presto verrà avviato anche al Cecioni; so che avete collaborato con Reset alla pulizia del giardino!
L’intervista a cura di ViviCecioni è stata realizzata da Laura Gambone, Claudia Casini e Benedetta Cirillo. Le due foto sopra sono tratte dalla pagina facebook Scuole Aperte Vivi Cecioni