Hanno scelto il luogo, un parco. Hanno pensato e costruito gli arredi, anche se molti di loro non avevano mai preso in mano un cacciavite. Hanno incontrato gli abitanti del quartiere. Hanno approfondito il tema dei beni comuni. Il tutto accompagnati da diversi adulti. Qualche giorno fa a Chieri, Città metropolitana di Torino, è stato approvato un Patto di collaborazione che, primo caso in Italia, coinvolge un minorenne insieme a un liceo, a un istituto tecnico e all’amministrazione comunale, per uno spazio gestito da ragazzi e ragazze
Il Progetto Playground civico, scritto dal Comune di Chieri per i Bando EDUcare del Ministero della Famiglia, nasce con le tante persone, nomi e cognomi che incontrerete nella lettura. Giovani cittadini in attesa della maggiore età e cittadini lavoratori della scuola, dell’amministrazione comunale e degli enti del Terzo settore. Il progetto vede il coinvolgimento di un gruppo di studentesse e studenti di un liceo e di un istituto tecnico all’interno del PTCO (tirocinio scolastico) in un vero e proprio viaggio verso la cittadinanza attiva. Il percorso parte dall’esplorazione degli spazi pubblici della loro città fino all’individuazione, partecipata dalla comunità scolastica, di uno spazio da migliorare e attrezzare e del quale prendersi cura attraverso un Patto di collaborazione. I partner del progetto hanno sostenuto i ragazzi per alcuni tratti di strada: dalla mappatura degli spazi pubblici (Laqup) alla concezione e realizzazione di arredi urbani pensati insieme per lo spazio scelto (Izmade). Labsus ha accompagnato i ragazzi alla scoperta dell’Amministrazione condivisa e lo ha fatto anche grazie a un viaggio studio sui Patti nella città di Genova, accompagnati da due labsusiani, dalla docente Annamaria Berruto, dalla responsabile dello Sportello Beni Comuni Elisa Albarosa e dal sindaco Alessandro Sicchiero. Con una nuova consapevolezza acquisita attraverso questa ricerca e facilitati anche dal lavoro dalle docenti responsabili, Maura Tosco e Antonella Pennazio, i ragazzi e le ragazze si sono impegnati a prendersi cura di quello che avevano riconosciuto come bene comune. Il coinvolgimento attivo della scuola, che ha sostenuto il processo, e la coprogettazione mediata in maniera attenta dal Comune di Chieri, che ne ha preservato la continuità, hanno portato alla stipula del Patto. “Il parco di fronte” può fare affidamento ora su un gruppo di cittadini e cittadine attive che controlleranno se gli arredi si manterranno integri, si prenderanno carico dei piccole pulizie e manutenzioni, organizzeranno eventi. Ve lo raccontano direttamente due di loro, Federico Consano e Camilla Frezzato.
[Marcella Iannuzzi e Rocco Paolo Padovano, Labsus]
Playground Civico è un progetto che ha offerto ai ragazzi di Chieri sotto i diciotto anni l’opportunità di riappropriarsi di uno spazio pubblico. Il Comune ha proposto questo progetto a due scuole superiori della città, il liceo “A. Monti” e l’“Istituto B. Vittone”. L’attività ha coinvolto circa venti ragazzi e ragazze, tutti di terza o quarta superiore.
Gli inizi
A novembre del 2021 dopo i primi incontri con tutor e insegnante per definire il progetto, abbiamo prima fatto una mappatura dei luoghi di Chieri a disposizione dei ragazzi della nostra età: ne abbiamo individuati sette, che richiedevano dei miglioramenti, e poi abbiamo proposto un sondaggio ai nostri coetanei per capire quale degli spazi potesse essere riabilitato ed essere il migliore come futuro luogo di incontro. A grande maggioranza, il luogo che ha vinto questo sondaggio è stato quello vicino alle due scuole, che abbiamo chiamato “Parco di fronte”.
Progettazione e costruzione
Abbiamo dedicato circa due mesi di programmazione teorica aiutati da Izmade, uno studio di progettazione e design che ha permesso di dare forma alle nostre idee. La costruzione degli arredi è durata un po’ di più, ma grazie all’aiuto degli esperti abbiamo portato a termine un lavoro che non avremmo mai pensato di poter affrontare, poiché non avevamo mai preso in mano un cacciavite o una sega elettrica. Abbiamo impiegato quattro mesi per finire il lavoro, dunque non è stato semplice: anzi, abbiamo trascorso molti pomeriggi a scuola per ridefinire e decidere insieme le ultime cose, ma ne è valsa la pena. Ora ci sono nel “parco di fronte” tre tavoli e sei panche, una bacheca costruiti e decorati da noi con materiali ecosostenibili, che possono essere utilizzati da tutti per studiare, leggere, trascorrere un pomeriggio in compagnia di un amico o per una pausa tra le lezioni mattutine e i corsi pomeridiani a scuola.
Il Patto di collaborazione
In parallelo con i lavori abbiamo iniziato a riflettere sui Patti di collaborazione e sull’importanza dei beni comuni, il che, ovviamente, implica il rispetto e la cura da parte di tutti i cittadini che lo vivono. In questo ci hanno aiutato Marcella Iannuzzi e Rocco Paolo Padovano di Labsus, che hanno tenuto alcuni incontri di spiegazione e discussione su questo strumento che non conoscevamo. L’esperienza più coinvolgente è stata l’uscita didattica a Genova dove abbiamo conosciuto varie realtà in cui cittadini di diverse età, si prendono cura di beni comuni materiali o immateriali, dalla cura del verde alla promozione dello sport come mezzo di socializzazione in quartiere. Al ritorno abbiamo cominciato a pensare all’ideazione dei Patti, discutendo con i soggetti coinvolti: oltre al Comune, che fornisce materiali e controllo, le scuole che si impegnano a far vivere lo spazio anche con iniziative didattiche e con la pulizia e la manutenzione, e in particolare il gruppo dei ragazzi che hanno costruito gli arredi. A questo proposito, è importante il fatto che il Comune abbia modificato il Regolamento dei patti di collaborazione per permettere la firma anche al referente del gruppo che è tuttora minorenne. Siamo stati anche in questo dei pionieri, in certo modo.
C’è stato anche un incontro di presentazione agli abitanti del quartiere per superare con la conoscenza del progetto alcune incomprensioni dovute a un po’ di diffidenza. Lo spazio è stato inaugurato a maggio con una festa e il Patto è stato firmato il 25 settembre dal sindaco Alessandro Sicchiero, dal segretario comunale Antonio Conato, dal referente del gruppo degli studenti Federico Consano e, infine, dai Dirigenti prof.ssa Marinella Principiano e prof. Gianfranco Giusta. Erano presenti Elisa Albarosa, referente dei beni comuni per il Comune di Chieri, che ha progettato l’attività, finanziata con i fondi del bando “EduCare”, e le insegnanti referenti per le due scuole. L’attività è stata inserita nei PCTO (ex alternanza scuola lavoro) anche per valorizzare le competenze acquisite, dal lavoro manuale alla collaborazione con le istituzioni a eventuali riflessioni sul proprio futuro.
Le nostre riflessioni
Abbiamo scelto questo progetto, tra gli altri che ogni anno la scuola ci presenta, perché si basa su valori importanti: la collaborazione con altre persone che vogliono raggiungere uno stesso obiettivo; il mettere al centro delle decisioni il confronto tra i diversi modi di vivere la città, che abbiamo visto nel sondaggio ma anche nelle discussioni tra di noi; il prendere iniziative in maniera attiva dal basso, collaborando con le amministrazioni e altri enti, condividendo con essi le decisioni e rendendosi conto delle dinamiche che stanno alla base della politica; lo scambio di idee ed opinioni, anche tenendo conto delle critiche, che non sempre è piacevole ricevere, ma che alla fine aiutano a comprendere le cose anche da un altro punto di vista; il rispetto verso chi ha già esperienza in quest’ambito e la pazienza verso chi non ne possiede. Il gruppo era pieno di curiosità fin dall’inizio, ma è cresciuto: ci siamo uniti molto, soprattutto in occasione del viaggio, è cresciuta molto la nostra voglia di fare, e anche il nostro senso di responsabilità: abbiamo lavorato parecchie ore, anche quando avevamo da studiare, sempre con precisione e attenzione. Anche avere imparato a utilizzare attrezzi che richiedono attenzione e precisione è un’abilità che sarà sicuramente utile nel corso della vita. Infine, non è stato facile far apprezzare a tutti il nostro lavoro, perché sono state molte le critiche, ma la nostra forza di volontà è stata più grande e ci ha permesso di raggiungere il nostro obiettivo, che ora continueremo a portare avanti secondo il Patto.
[Per tutte le foto presenti nell’articolo, inclusa quella di copertina, si ringraziano gli studenti e le studentesse coinvolte nel patto “Parco di fronte: un playground di quartiere”]
Patto_di_condivisione_Parco_di_fronte_oscurato (1)
Pubblicato su Labsus.org con il titolo “Parco di fronte”: un nuovo playground fatto da e per i giovani