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Giampiero Monaca, tra i promotori del progetto educativo Bimbisvegli nella scuola di Serravalle d’Asti, non può più insegnare nella scuola pubblica. Il provvedimento di “deistituzione” è stato approvato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. Nei giorni scorsi Giampiero – da sempre molto vicino a Comune – aveva promosso un presidio al ministero dell’istruzione per cercare di parlare con chi avesse voglia di ascoltare e scoprire quanto Bimbisvegli fosse in risonanza con i migliori documenti del ministero a proposito di scuola cooperativa, aperta al territorio e al mondo, creativa e attenta ai bisogni di ogni bambino e bambina (qui la lettera con cui spiegava le ragioni del presidio, qui invece si racconta della protesta della comunità educante di Serravalle e del digiuno del maestro del giugno 2021). Oggi ha prevalso il volto di una scuola burocratica, astratta, gerarchica, incapace di proteggere un’esperienza brillante dal punto di vista didattico ed educativo, come hanno confermato articoli, convegni universitari e perfino alcuni riconoscimenti ministeriali. Nell’articolo con cui racconta la triste e kafkiana giornata della deistituzione, Giampiero, tra l’altro, scrive: “Per anni ho insegnato alle bimbe e ai bimbisvegli che l’obbedienza di fronte all’ingiustizia non è una virtù e insieme abbiamo studiato e cantato la canzone Il disertore. Non ho voluto rinunciare a trasmettere loro un ultimo messaggio educativo di coerenza… Arrivederci ragazzi!…”
«Licenziato cum laude: cinque tesi di laurea, articoli su due pubblicazioni scientifiche, alcuni riconoscimenti ministeriali, un convegno universitario, totale coerenza alle indicazioni ministeriali… Persino le ispettrici ci han tenuto a dire “Guardi che qui non stiamo giudicando il progetto Bimbisvegli ma solo la sua insubordinazione…” e quindi, dato che io ho rifiutato di applicare quegli ordini superiori contestati per la loro nocività verso il benessere dei bambini e delle bambine, vengo destituito dall’incarico per infedeltà verso l’istituzione.
Insomma, condannato per non aver commesso un fattaccio, cioè assecondare un ordine che va a interrompere il percorso educativo di Bimbisvegli (che in tre anni ha triplicato gli iscritti alla scuola di Serravalle d’Asti, le cui famiglie per anni han potuto sceglierne il percorso selezionando persino una casella sui documenti ufficiali predisposti dal Quinto circolo di Asti…).
Per anni ho insegnato alle bimbe e ai bimbisvegli che l’obbedienza di fronte all’ingiustizia non è una virtù e insieme abbiamo studiato e cantato la canzone Il disertore. Non ho voluto rinunciare a trasmettere loro un ultimo messaggio educativo di coerenza. Il mio è stato un “suicidio professionale”: una lucida scelta per testare il sistema, i suoi valori effettivi, denunciarne la schizofrenia, per non essere condannato a non dover essere la migliore versione di me come insegnante.
In realtà, nell’ultima audizione a Torino abbiamo messo in scena una situazione kafkiana: abbiamo discusso il nuovo addebito, per un presunto ritardo segnalato dal dirigente scolastico, mentre un decreto già attivo mi attendeva per comunicarmi il già avvenuto licenziamento con destituzione…. Quasi come se al condannato già penzolante, chiedessero ancora conto di un ulteriore reato…
Adesso sono in Piemonte e rimango su per tutte le feste e non è ancora previsto che io torni al mio presidio al ministero durato un mese. D’altronde il ministero ha scelto la via amministrativa burocratica e sanzionatoria per non prendere in considerazione le questioni di sostanza. Son stati li, trincerati nel palazzo, sordi e impassibili. Il merito di cui blaterano è una parola vuota senza sostanza… è una medaglietta ex voto per i “miracolati del posto fisso”. Arrivederci ragazzi! (è anche uno splendido film)»
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