Quando le prime notizie della guerra hanno cominciato a paralizzare pensieri e azioni di tanti loro hanno raccolto raccolto beni di primi necessità (abiti, medicine, cibo) e fondi, hanno caricato un furgone e senza pensarci troppo sono partiti fino a raggiungere Siret, in Romania, al confine con l’Ucraina. Del resto Acmos ha seminato da tempo a Torino un modo diverso di occuparsi di partecipazione e beni comuni e ha scelto di prendersi cura della relazione tra scuole e territorio (ad esempio con le esperienze della Scuola di quartiere e con il progetto Scuole Aperte Partecipate in rete), privilegiando quel linguaggio del fare che tanto convince gli adolescenti. Con Acmos sono arrivati in Italia una mamma con la sua bambina e un nucleo familiare formato da due genitori e quattro figli. Un articolo e un racconto fotografico

Sono partiti sabato 5 marzo con due mezzi carichi di circa una tonnellata di aiuti verso il confine ucraino con la Romania. Sono tornati nella notte di martedì 8 marzo, insieme a una madre con la sua bambina e una famiglia formata da due genitori e quattro figli, in fuga dalla guerra.
In questi giorni i nostri volontari, insieme alla Fondazione Benvenuti in Italia, Borders-SulConfine e Generazione Ponte hanno prima attraversato l’Europa con tappa a Vatra Dornei, in Romania, per incontrare la comunità locale. In seguito il viaggio è proseguito verso Siret, al confine con l’Ucraina dove hanno recapitato i tanti vestiti, medicinali e cibo che sono stati raccolti in tempo record, grazie alla solidarietà dei torinesi. I beni di prima necessità sono già stati consegnati alle amministrazioni regionali transfrontaliere di Chernivtsi, in Ucraina, che collabora col Comune di Siret, in Romania, meta ultima del lungo viaggio.

A Siret hanno incontrato la Croce Rossa internazionale e la Protezione Civile che offrono ristoro alle persone che da un giorno all’altro hanno dovuto abbandonare le proprie case per fuggire dalla guerra, attraversando il confine. “Il flusso è gestito in maniera ordinata e i profughi stazionano nei centri di prima accoglienza solo pochi giorni – raccontano i volontari -, per poi essere affidati a mezzi privati, come i nostri, che in queste ore stanno incessantemente raggiungendo quei luoghi da tutta Europa”.
Il ritorno è a Torino è stato l’8 marzo. Insieme ai volontari sono arrivate due famiglie, ospitate in un appartamento privato messo a disposizione da una famiglia torinese che ha contattato le organizzazioni promotrici dell’iniziativa.

Continua, inoltre, la raccolta fondi per finanziare le spese sostenute per questo e successivi viaggi (è possibile fare una donazione al seguente IBAN: IT29Q0501801000000011111119 – intestato ad Associazione ACMOS. Causale “Solidarietà per gli Ucraini”).
La raccolta di generi di prima necessità, invece, è temporaneamente sospesa poiché gli spazi di stoccaggio dei beni è ormai esaurito, nonostante la prima partenza di aiuti. Segno di una generosità diffusa in città che i volontari del progetto ringraziano pubblicamente.
Spiega Diego Montemagno, presidente di Acmos (a nome di tutte le organizzazioni che hanno dato vita al progetto): “Quello che abbiamo fatto é una goccia nel mare se pensiamo alla situazione in Ucraina ed é una goccia nell’oceano se pensiamo a tutte le guerre dimenticate nel mondo… Torniamo avendo toccato con mano una volta ancora che la solidarietà tra i popoli é forte ed é in grado di arginare la violenza. Torniamo consapevoli che a questa situazione bisogna rispondere con una politica di pace e che l’Europa deve quanto prima federarsi in Repubblica per essere autonoma nelle strategie politiche ed economiche, tanto da Putin quanto dalla Nato. Ci hanno sostenuto in tanti, in varie forme, e a queste persone diciamo che continueremo a cercare il modo migliore per fare la nostra parte insieme”.

Guarda tutte le foto del viaggio (qui)
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