Quella della piccola scuola di Serravalle d’Asti è una grande storia fatta di molta educazione diffusa, di apprendimento cooperativo ed esperienziale, di educazione aperta al mondo e all’ambiente naturale. Una storia di una comunità in ricerca, studiata da tanti (tra cui l’Università di Macerata), che rischia di non poter trovare più possibilità di applicazione. Qualcuno ha anche invitato a promuovere certe sperimentazioni in ambito privato. Per questo da alcuni giorni la Comunità educante della scuola primaria statale di Serravalle d’Asti – composta da insegnanti, genitori, alunni ed ex alunni, volontari migranti provenienti dal centro di accoglienza profughi Agathon e abitanti della frazione – ha messo su, come spiegano in questa lettera, un’assemblea permanente all’ingresso della scuola. Si tratta, scrivono, di trovare qualche soluzione “agli inevitabili inciampi che si presentano sul sentiero di chi ama camminare e si mette in cammino senza aver paura delle salite”

Alla cortese attenzione
del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi,
del dirigente Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte Fabrizio Manca,
del dirigente Ufficio Scolastico Provinciale di Asti Pierangela Dagna
e della dirigente del 5° Circolo di Asti Graziella Ventimiglia
Siamo la comunità educante della Scuola Primaria Statale di Serravalle d’Asti. Scriviamo per raccontarvi una piccola storia felice chiedendovi di unirvi a noi per trovare una soluzione agli inevitabili inciampi che si presentano sul sentiero di chi ama camminare e si mette in cammino senza aver paura delle salite.
Siamo seriamente preoccupati per la sopravvivenza dell’approccio didattico denominato “Bimbisvegli”, attuato dall’equipe degli insegnanti, all’interno di questa Piccola Scuola di frazione che amiamo; ce ne occupiamo, ritenendo la scuola un bene comune prezioso e prioritario e, a partire da venerdì 28 maggio, ci riuniremo in un’assemblea permanente (negli spazi pubblici davanti alla scuola stessa, nel pieno rispetto delle norme) cui vi invitiamo, insieme alla società civile, per discutere di scuola, aperta cooperativa e felice ed insieme trovare la soluzione a tutela definitiva di questa realtà, al di là di difficoltà burocratiche o idiosincrasie personali, per agevolare chi, quotidianamente, lo vive e chi lo dirige, affinché i nostri bambini e bambine, possano continuare ad apprendere per comprendere e per per essere cittadini e cittadine felici, solidali, critici, impegnati a rendere il mondo un po’ più bello e giusto.

Cinque anni fa, questa scuola, appartenente al 5° Circolo didattico di Asti, ha attraversato, come molte altre realtà scolastiche del Paese, una profonda contrazione in termini di opportunità didattiche e soprattutto di numero di iscritti. La lungimiranza della dirigente di allora, ha voluto trasferire in questa realtà scolastica una classe i cui insegnanti adottavano una metodologia progettuale denominata “Bimbisvegli”.
Sin dal primo anno di insediamento nella scuola di Serravalle, “Bimbisvegli”, grazie alla fiducia delle diciotto famiglie che hanno scelto di trasferirvisi insieme ai loro insegnanti che già da anni insegnavano con tale metodologia, ha invertito la tendenza: con i primi 18 “Bimbisvegli”, il plesso raggiunse i 37 iscritti, attualmente gli insegnanti di tutte le classi adottano tale metodologia e a oggi gli iscritti a Serravalle sono 53. Tutti i locali e gli arredi del plesso sono stati ritinteggiati secondo un preciso piano colore, riallestiti con arredi ed attrezzature specifiche a carico pressoché totale della comunità educante stessa – composta da insegnanti, genitori, alunni ed ex alunni, volontari migranti provenienti dal centro di accoglienza profughi Agathon e abitanti della frazione. Tale opera di ripristino è valsa, per due anni, anche la menzione d’onore da parte della commissione del premio indetto da Regione Piemonte “Dopo l’UNESCO, agisco”.
La pratica educativa “Bimbisvegli” nasce dalla costante osservazione, sperimentazione empirica e verifica di quelli che sono i bisogni e le caratteristiche, sia del gruppo classe che dei singoli bambini con i quali gli insegnanti condividono il percorso di educazione co-empatica, privilegiando le didattiche ludico-esperienziali attraverso le quali accogliere i bisogni espressivi della loro fantasia, emotività, corporeità ed empatia. Il progetto intende contemplare contemporaneamente sia una didattica analitica per discipline che una didattica sintetica per competenze, attraverso il sistema delle “grandi imprese” (contenitori progettuali interdisciplinari vissuti nel quotidiano).
Si propone, come attenzione primaria, la sperimentazione cosciente ed efficace della cittadinanza attiva per i bambini, ponendo basi esperienziali all’impegno come cittadini attivi, critici, affidabili e solidali. Si propone di porre grandissima attenzione ai bisogni fisiologici, adottando strumenti didattici adeguati alle fasi dello sviluppo cognitivo: gioco, simulazione, sperimentazione, movimento, apprendimento empatico, sensoriale e cooperativo.
Gli insegnanti sono così, compagni di viaggio esperti e solidali verso i bambini. Ponte tra fuori e dentro tra società e vita dei piccoli, cerniera e cardine l’ambiente, inteso anche in senso relazionale, strutturale, non solo ecologico, è utilizzato in modo funzionale, strumentale e educante.
Questo approccio didattico, pur innovativo, attua una didattica pienamente in linea, in ogni suo punto, con le indicazioni ministeriali.
Da sempre lo studio e l’immersione in natura sono stati molto importanti per l’approccio “Bimbisvegli”, ma dal suo insediamento a Serravalle, area rurale a quattro chilometri dal centro città, le attività outdoor sono diventate un formidabile strumento per motivare, sostenere e incentivare l’apprendimento cooperativo, pratico ed esperienziale.
Questa metodologia nasce circa quindici anni fa in una grande scuola della città di Asti, come stile didattico informale prima di uno, poi di due ed ora di sette insegnanti di scuola primaria pubblica. Formalizzata in stesura progettuale e presentata nel 2015/2016 dall’allora dirigente scolastica, all’USP Asti e all’assessorato all’istruzione, è stata accolta per alcuni anni tra i progetti scolastici del 5° Circolo di Asti. Da due anni, a seguito di disguidi burocratici, è tornato ad essere uno stile didattico personale degli insegnanti che lo attuano e adottano con organicità ed entusiasmo.
Negli anni questa metodologia è stata studiata e osservata e riportata in quattro tesi di laurea, presentata in seminari e conferenze pubbliche, ha riscosso interessamento da parte di Piccole Scuole di INDIRE, è apparsa in diverse pubblicazioni scientifiche ed in trasmissioni televisive e documentari su pedagogia innovativa, telegiornali nazionali, divenendo anche oggetto di ricerca da parte dell’Università di Macerata, i cui dati sono stati presentati in convegno UNIMC coordinato dalla professoressa Paola Nicolini (introdotto dalla allora ministra Lucia Azzolina).
Crediamo in una scuola aperta e pienamente inserita nella comunità, coinvolta nel sociale, fulcro per attività culturali a disposizione della città, empatica, accogliente, cooperativa, impegnata per contribuire al percorso educativo dei giovani, felici di apprendere per comprendere, che si impegnano a farlo per rendere il mondo un po’ più bello e giusto. Fare scuola in questa ottica è l’unico modo che concepiamo. L’ispirazione proviene da Maestri di indiscussa serietà e valore quali Goltieri e Baden Powell, Maria Montessori e Celestin Freinet, Paulo Freire, Lorenzo Milani e Mario Lodi e ogni scelta è attuata facendo riferimento alle Indicazioni Nazionali per il Curricolo.

Oggi, purtroppo, le priorità pedagogiche, le specificità didattiche e di organizzazione di ambienti e attività, abitualmente praticate dall’equipe degli insegnanti che adottano la metodologia “Bimbisvegli”, sembrano non poter trovare più possibilità di applicazione in questo plesso. Essendo venuta a mancare ogni formalizzazione delle specificità del progetto, viene pressantemente chiesto all’equipe docente di uniformarsi alla scuola tradizionale, viene addirittura suggerito di rivolgersi al settore privato. Noi, invece, pur nell’assoluto rispetto e nella piena considerazione del valore delle scelte di ciascuno, crediamo che “Bimbisvegli” sia Scuola, pur nella particolarità delle sue scelte didattiche specifiche, che pienamente interpreti le indicazioni nazionali e che tale progetto dovrebbe trovare spazio all’interno dell’Istituzione Scolastica Pubblica.
Dopo anni di scuola felice, le attività didattiche all’aperto sono ora limitate nel loro raggio di azione e nella tipologia di attività autorizzate, la preziosa interazione con la comunità migrante è stata resa, di fatto, impossibile, piccoli ma importanti accorgimenti per il benessere del corpo e la cura degli ambienti come il cambio scarpe all’ingresso diventano un problema, scelte pedagogiche ponderate e consolidate vengono messe in discussione senza però addurre motivazioni plausibili, la rigidità normativa sembra prendere il sopravvento sulla pedagogia sulla didattica, sulle esigenze educative dei bambini e sui canali di apprendimento specifici per questa età evolutiva. Così facendo, si sta ottenendo il risultato di annichilire un progetto di scuola aperta, diffusa, impegnata, cooperativa, accogliente, in cui i bambini imparano con piacere, per interpretare il proprio ruolo di giovani cittadini coscienti e critici per una società migliore, in cui apprendere significa comprendere davvero, in cui si impara per sviluppare, ciascuna e ciascuno, il proprio sé migliore e, insieme agli altri, contribuire a rendere il mondo più bello e giusto .
Vi confidiamo dunque la nostra fatica, che volge oggi allo sconforto ed alla grande preoccupazione, temendo che tutto questo possa essere giunto ad una malaugurata fine. La fine di questa realtà – da alcuni definita innovativa – non costituirebbe soltanto una delegittimazione del percorso formativo degli alunni ed alunne attualmente coinvolti/e. L’approccio didattico offerto da “Bimbisvegli” attrae, infatti, decine di famiglie anche da centri abitati distanti diversi chilometri. Questo ha garantito la sopravvivenza e il rilancio del plesso, cosa succederà quando la maggior parte delle famiglie che hanno scelto questa scuola per lo speciale approccio didattico saranno deluse? I rapporti con la comunità locale, negli anni si sono fatti intensi e proficui, e nessuno tra noi mette in conto l’eventualità di un trasferimento del progetto in altro plesso. Se si ritiene che il Progetto BimbiSvegli abbia una validità, allora esso, rimanga e continui a svilupparsi a Serravalle d’Asti.
Pertanto ci rivolgiamo, accoratamente, a Voi, Illustri Rappresentanti della Scuola Pubblica in cui crediamo, affinché poniate in essere qualsiasi forma di protezione istituzionale per questo progetto, così da poter fornire strumenti efficaci per una serena e funzionale alla direzione di un circolo in cui possano serenamente coesistere due modelli di istruzione distinti.
Fiduciosi, chiediamo che questa modalità didattica possa essere accolta nella sua sostanza e riconosciuta per il suo valore, da organi istituzionali di ricerca o di valorizzazione delle avanguardie educative, in modo tale da tutelarne l’impianto pedagogico e le sue specificità didattiche e metodologiche. Chiediamo che a settembre 2021 si possa tornare a far scuola serenamente, vedendo pienamente riconosciuto Bimbisvegli come progetto praticabile, senza dover costantemente temere nuove avvilenti limitazioni, affinché non vada perduta questa opportunità di didattica che ha come unico scopo il benessere delle generazioni future e un contributo allo sviluppo di una società cooperativa e solidale. Siamo seriamente preoccupati per la sopravvivenza del progetto Bimbisvegli all’interno di questa Piccola Scuola di frazione che amiamo, ritenendo la scuola un bene comune prezioso e prioritario. Come preannunciato, a partire da venerdì 28 maggio 2021 dalle 9 alle 22, saremo tutti riuniti in una assemblea permanente, alla quale siete, calorosamente invitati (online o in presenza), per trovare insieme, la soluzione a tutela definitiva del progetto Bimbisvegli nella scuola primaria di Serravalle d’Asti, per il bene supremo che è rappresentato dai bambini di oggi e delle generazioni future.
Vi aspettiamo fiduciosi
La Comunità educante della scuola primaria statale di Serravalle d’Asti (composta da insegnanti, genitori, alunni ed ex alunni, volontari migranti provenienti dal centro di accoglienza profughi Agathon e abitanti della frazione)