Secondo l’Istituto superiore di sanità, i giocatori patologici del gioco d’azzardo in Italia sono 1,5 milioni, ma per ogni “giocatore”, altre sette persone sono coinvolte, i suoi familiari. Dunque l’azzardo non solo stravolge i territori, occupando bar e locali, ma trasforma quattro cittadini su dieci in vittime del “gioco” passivo. Per questo le iniziative di Slot Mob e le leggi regionali sulla ludopatia sono importanti. Gruppo Abele, Libera, Acli, Movimento dei Focolari e Slot Mob hanno lanciato un appello ai sindaci del Piemonte perché sostengano la campagna in difesa della legge regionale 9/2016 sulla ludopatia. Che molti, in queste settimane, tentano di abrogare
Acli Piemonte, Gruppo Abele, Libera Piemonte, Movimento dei Focolari e Slot Mob lanciano un appello ai sindaci piemontesi affinché si affianchino alla mobilitazione di queste settimane per convincere il consiglio regionale a non abrogare la legge regionale 9/2016 sulla ludopatia. “La legge regionale n.9 del 2016, approvata all’unanimità, è stato un traguardo di civiltà – scrivono le associazioni piemontesi – che ha posto il Piemonte all’avanguardia nella prevenzione della ludopatia e ne ha fatto un esempio per le altre Regioni”.
“L’emergenza coronavirus ci ha consegnato il volto dell’Italia migliore, capace di donazione estrema a servizio del bene comune e della salute pubblica. Il disastro della pandemia è il segnale di un necessario cambiamento nel campo delle scelte economiche, senza cedere al ricatto occupazionale, inevitabile se non si ha il coraggio della riconversione produttiva, in linea con la nostra Costituzione: l’articolo 41 ribadisce che la libera iniziativa privata «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana»”.
Le associazioni propongono ai sindaci di approvare nei rispettivi consigli comunali il testo di una mozione da rivolgere al Consiglio Regionale “affinché la legge 9/2016 non venga abrogata e affinché si trovino risposte diverse al problema occupazionale seguito all’applicazione di tale legge”.
Allegati: la lettera inviata ai sindaci
Fonte: Libera Piemonte
L’articolo di questa pagina fa parte dell’inchiesta TORINO HA BISOGNO DI RIPRENDERE FIATO: da “La città ai ragazzi” di quarant’anni fa alla “Scuola di quartiere” promossa da Acmos in estate, Torino ripensa la relazione scuola-città. Un’inchiesta indaga quel tema e racconta un territorio con cicatrici rimosse (lo dimostrano i fatti del 26 ottobre), ma anche energie per cambiare l’ordine delle cose. Una città che dovrebbe smettere di correre. Interventi di Diego Montemagno, Gabriele Gandolfo, Marco Arturi, Emilia De Rienzo, Marco Revelli Gigi Eusebi, Libera Piemonte, Fooding – Alimenta la solidarietà, MAG4 Piemonte, Camilla Falchetti.