Considerazioni sull’alternativa assai poco felice proposta con demagogica e inusuale verve da Mario Draghi (“preferite la pace o i condizionatori d’estate”?), un’alternativa che, per giunta, rievoca le tragicomiche ambizioni belliche di una memoria mussoliniana che non è certo il momento di riesumare. Eppure quel quesito, al di là della protezione degli interessi sui profitti dell’Eni, ha una sua ragion d’essere se davvero ci interroga su alcuni elementi di fondo del modello sociale cui aspiriamo. Se vogliamo davvero la pace, in altri termini, non ci sono alternative al rovesciamento del sistema che domina il mondo in cui viviamo e restringe l’immaginario del capo del governo italiano. Non si tratta solo del necessario e urgente passaggio dalle fonti energetiche fossili alle energie rinnovabili ma di uscire dall’economia del profitto, che rende i beni comuni merci e non ricchezza collettiva e alimenta una competizione sfrenata fino all’uso della violenza e delle armi come opzioni per prevalere
Caro Presidente Draghi, chissà se quando ha pronunciato la famosa domanda “Preferite la pace o i condizionatori accesi d’estate?” era consapevole di riproporre agli italiani l’alternativa di mussoliniana memoria “Volete burro o cannoni?”.
C’era un indubbio cinismo nel Suo quesito, che rivela almeno tre aspetti, se posso, poco piacevoli della Sua cultura politica di fondo. Il primo è la Sua natura di classe, quando, in un Paese dove oltre 10 milioni di persone vivono in povertà, indica come bene di prima necessità il condizionatore acceso.
Il secondo è la Sua profonda ignoranza della crisi eco-climatica, quando, dentro quel desiderio di condizionatori eternamente in funzione, segnala la sua fiducia fideistica nella crescita. Il terzo è la modalità di governo che sottende, quando addita, come già fatto per il debito e per la pandemia, i comportamenti individuali come causa principale dei problemi del mondo.
Sarebbe semplice ribatterLe con una riformulazione della domanda: “Preferisce la pace o i profitti dell’Eni?”, perché a questo Lei pensa, quando finge di intrattenerci sui condizionatori accesi. Ma il quesito, al di là delle Sue intenzioni, ha una sua importanza, perché interroga tutte e tutti noi sul modello sociale di riferimento. Provo, nella mia modestia, a illustrarLe brevemente il contesto in cui siamo.
“Nel periodo 2010-2019, le emissioni medie annue globali di gas serra sono arrivate ai livelli più alti della storia umana. In mancanza di forti e immediate riduzioni alle emissioni in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C (2,7°F) sarà fuori portata”.
Si apre così il comunicato stampa sull’ultimo rapporto dell’International Panel on Climate Changes (IPCC), presentato lo scorso 4 aprile, nell’indifferenza più totale Sua e di tutte le classi dirigenti, per non parlare dei grandi mass-media, tutti arruolati nella nuova guerra al centro dell’Europa e tutti pronti a fare marcia indietro su ogni tentativo anche labile di avviare una vera transizione ecologica.
Sicuramente sarà a conoscenza di cosa prevede il piano, anticipato il 28 marzo scorso da Thierry Breton, commissario Ue per il mercato interno, sulla sostituzione dei 155 miliardi di metri cubi di gas che l’Ue importa annualmente dalla Russia. Le riassumo i punti: a) l’allungamento dell’operatività delle centrali nucleari e a carbone già destinate alla chiusura; b) la riattivazione di centrali a carbone già chiuse; c) l’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto via nave; d) l’aumento dei flussi del gas di provenienza non russa, attraverso i gasdotti dall’Africa e dal Corridoio Sud; e) il passaggio delle industrie energivore dall’alimentazione a gas all’olio combustibile; f) lo sviluppo del biometano, eolico e solare.
Converrà, caro Presidente Draghi, sull’evidenza dei drammatici costi ecologici di una tale strategia energetica, per cui, ben al di là della scelta sull’utilizzo o meno dei condizionatori, serve una radicale inversione di rotta. Inversione ancor più necessaria se guardiamo anche ai costi sociali di un modello energetico privatizzato e in mano a colossi multinazionali e mercati finanziari. Già, perché, fuori dalla narrazione dominante che anche Lei alimenta e che spiega lo spropositato aumento delle bollette energetiche come effetto diretto del conflitto, Lei sa meglio di me come la causa risieda nelle speculazioni che le grandi industrie del petrolio e del gas, le banche e i fondi di investimento stanno facendo sulla volatilità del costo di queste materie prime, dovuta prima alla pandemia e ora alla guerra. Ma vogliamo fare, infine, un accenno anche ai costi democratici di queste scelte? O vorrà farci credere che il gas comprato dal dittatore egiziano Al-Sisi o dal Qatar, a differenza da quello comprato da Putin, sia equo e solidale?
Vogliamo la pace, caro Presidente Draghi, e, per averla, dobbiamo rovesciare il sistema del quale Lei si è autoproclamato alfiere. Non si tratta solo del necessario e urgente passaggio dalle fonti energetiche fossili alle energie rinnovabili. Si tratta di uscire dall’economia del profitto, che rende i beni comuni merci e non ricchezza collettiva. Si tratta di uscire da un modello in cui sono i mercati finanziari e non il benessere delle persone a decidere il valore delle cose. E si tratta di uscire da un modello energetico fondato sui grandi impianti e le grandi infrastrutture, per riappropriarsi dei beni comuni e gestirli in forma partecipativa.
In una parola, occorre andare verso una società che produca meno energia contro una società che fa della dissipazione il proprio motore economico e verso una società che produca energia “pulita, territoriale e democratica” contro una società che produce energia “termica, centralizzata e militarizzata”.
Vogliamo le comunità energetiche, caro Presidente Draghi, che autoproducano dal basso e in maniera associata l’energia necessaria a un contesto di vita solidale, che assuma come fondamentale il benessere delle persone e non il profitto individuale, che consideri l’ecologia degli oggetti e non lo status che ne deriva dalla loro appropriazione illimitata.
Tutte cose che lei, caro Presidente Draghi, non può comprendere. Per questo dovremo riempire le piazze e saperglieLe imporre. Ne va del futuro di tutti. Compreso il Suo.
Michele Venezia dice
È troppo difficile far capire a #Draghi che le cause di conflitti armati sono per l’approvvigionamento delle fonti energetiche. Lui appartiene alla classe del profitto. Bisogna cambiare registro ed investire nelle fonti rinnovabili per uscire dalla dipendeza di tanti dittatori.
edoardo dice
Caro Michele, è vero che dobbiamo uscire dalla dipendenza dei vari dittatori per il fabbisogno energetico di tutti (tralasciamo il discorso dell’abuso nel consumare l’energia per produrre sovente merce
che finisce in discarica dopo
poco tempo dalla sua uscita) ma penso che passeremmo da una dittatura su fonti fossili ad una dittatura sulle rinnovabili ….. ciò a meno che non si imponga dalla base che le
fonti di energia non siano più in mano alle multinazionali e ai profittatori, bensì diventino bene collettivo
della società e pubblicamente da essa gestite. Sino a quel momento, ci dibatteremo
sempre nel caos attuale…..
Giovanni Papa dice
Caro Marco, sono sempre stato un attento lettore dei tuoi stimoli su Comune-info.
Ti anticipo le mie scuse da vecchio visionario se quanto scriverò sembrerà disallineamento dalle tue conclusioni……”riempire le piazze e sapergliele imporre”.
Negli anni 60 noi giovani compagni con nostri figli, creando una comunità di vita in cui tutto di noi, ogni nostra risorsa, paghe e saperi, era in comune, ci sentivamo testimoni di azioni simboliche ma obbligate.
Era il nostro modo di essere coerenti e stimolo per tutti gli altri compagni con cui in fabbrica e nei quartieri, in cui eravamo resenti ed attivisti. Parlavamo di rivoluzione e di cambiamenti radicali, e ci si emozionavano ascoltando Ivan della Mea cantare ” creare 2, 3 molti Vietnam”.
Oggi siamo in guerra e ieri sera su RAI 3, Report ci illustrava le vere ragioni di quanto accade. Anche gli slogan gridati nelle piazze di ieri non erano troppi coerenti.
Scusami, forse a 82 anni ho la mente molto confusa, ma mi permane una certezza: non bastano le manifestazioni di piazza anche oceaniche ( guarda quella di Parigi per Macron) .
Credo, spero che sorgano e si moltiplichino le tante “Società della Cura” auspicate, ma realizzatw e guidate da donne, come potenziale forza di cambiamento, anche senza manifestare in piazze.
Peppe dice
… caro Giovanni, la freschezza del tuo vedere non ha nè età ne confini…
Katia dice
Gli USA e la UE sono in bancarotta a causa delle numerose guerre di invasione perse e a causa della mancata pianificazione oculata delle risorse industriali -alimentari !
USA-UE hanno fatto la politica folle di sperperare le risorse finanziarie di vivere di espedienti truffaldini finanziari e distruggere le industrie che avevano e l”artigianato locale perfino l”agricoltura e gli allevamenti tradizionali sono stati volutamete cancellati nei paesi occidentali !
USA-UE-NATO sono come dei PARASSITI che vivono di sussidi Comunitari e di Speculazioni Finanziarie.
Cosa fanno le Nazioni Occidentali di USA-UE-NATO quando sono in BANCAROTTA ?
Provocano una guerra invadono un paese e lo depredano delle sue risorse !
Addesso gli USA assieme alla UE e alla NATO vogliono invadere e Rapinare la Russia delle sue immense ricchezze di Petrolio-GAS -FERO-RAME-CARBONE -ECT .
Nella loro stupida follia gli USA la UE e la NATO credono di poter eliminare anche la Cina in una sola guerra .
Gianni dice
Noi cittadini italiani NON POSSIAMO DECIDERE NULLA poichè viviamo in una DITTATURA -DEMOCRATICA CAPITALISTA DOVE NON C”è LIBERTA “!
Il Dittatore Nazista -Vaccinista Omicida di Mario Draghi assieme ai suoi Gerarchi FASCISTI -MAFIOSI ha deciso di fare guerra alla Russia su ordine del dittatore Assassino USA di Biden !
Se la guerra facile -facile contro la Russia viene persa come sempre i Gerarchi Fascisti Mafiosi italiani tradiscono i loro alleati e passano al nemico !
Nella prima guerra mondiale abbiamo tradito i Tedeschi e gli Austroungharici .
Nella seconda guerra mondiale abbiamo tradito Tedeschi e Giapponesi .
Nella terza guerra mondiale gli italiani tradiranno USA-UE-NATO al primo accenno di sconfitta !
Se gli italiani non vogliono andare a fare a gratis la guerra devono eliminare il dittatore Draghi e tutti i suoi Gerarchi prima che scateni la guerra !