Comune-info

Informazione indipendente

  • Pensare
  • Fare
  • Gridare
  • Agenda
  • Chi siamo
  • Sostienici
  • Newsletter
  • Contatti
FacebookTwitterInstagram Comune-infoMastodon Comune-info
  • Guerra
  • Nonviolenza
  • Clima
  • Migranti
  • Covid
  • Autogestione
  • Decrescita
  • Scuola
  • Territorio
  • Movimenti
  • Cura
  • Conversione ecologica
  • Rivoluzione
  • Camminare
  • Patriarcato
  • Gas
  • Agricoltura
  • Orti
  • Multinazionali
  • Bici

Uscire dal vicolo cieco

Gustavo Esteva
05 Settembre 2013
Non c’è più alcun margine, in Messico e nel mondo, per invocare il dialogo democratico, le regole e le tutele fondamentali che prevede uno stato di diritto. La pressione sociale non basta più. Dobbiamo cambiare la direzione del nostro sguardo, andare oltre il vicolo in cui ci schiaccia il dispotismo democratico di un potere dello Stato che non può essere sfidato né conquistato né condizionato. Bisogna renderlo non necessario, rifiutare la sua guerra permanente contro di noi e riorganizzare la società guardando a quel che si sperimenta in basso. Non è un’illusione: ve lo immaginate cosa potrebbero fare mezzo milione di insegnanti trasformati in lanterne accese per illuminare gli spazi in cui lavorano?

di Gustavo Esteva

protestas-050513

Il pericoloso conflitto in cui ci troviamo (ora in Messico, ndt) rende evidente la natura del regime dominante: dispotismo democratico. Però i principali contendenti nella mischia non vogliono riconoscere la nudità dell’imperatore. Insistono con la favola della repubblica democratica, e si ingarbugliano in termini e sottintesi sempre più lontani dalla realtà.

Lo stato di diritto viene invocato a destra e a manca (Tirios y troianos nell’originale, ndt). I funzionari, i media e i loro intellettuali organici esigono la salvaguardia dei diritti dei “terzi non coinvolti”, eufemismo per riferirsi agli automobilisti (disturbati dalle manifestazioni, ndt), e applicare le misure legali pertinenti, eufemismo per alludere all’uso della forza pubblica. Difendono appassionatamente la base legale delle riforme in gioco. Le organizzazioni che si sono mobilitate per opporvisi rivendicano i propri diritti a manifestare e ad essere ascoltate, si impuntano a pretendere un dialogo democratico, per quanto tardivo, e mettono in discussione sia la forma che il contenuto delle riforme.

Nelle attuali circostanze in cui si trovano il Messico e il mondo manca di senso della realtà continuare ad affermare che viviamo in uno stato di diritto, cioè sotto leggi conosciute e accettate dal corpo sociale che si applicano in modo equo e universale all’interno di una società democratica.

Come ci avvertì Foucault molto tempo fa, le norme vigenti sono concepite perché alcuni possano violarle impunemente e la maggioranza debba sottomettersi alla loro applicazione arbitraria. E l’arbitrarietà vigente è quella di un dispotismo che sguazza nel fango dominante, quella in cui non è più possibile distinguere tra il mondo del crimine e quello delle istituzioni.

Ogni giorno di più siamo nelle mani di criminali che rompono le regole del patto sociale perchè accecati dalla brama o dal furore, però il loro dispotismo è transitorio. La loro proliferazione deriva dal dispotismo permanente e criminale di chi esalta il predominio del proprio interesse e lo pretende legittimo. Mentre il criminale è tiranno per una ragione accidentale, questi lo sono per statuto… sebbene il loro dispotismo non possa avere legittimità nella società e debbano imporre il loro volere al corpo sociale per mezzo della violenza e dell’intimidazione permanenti. Esercitano ed esaltano in modo criminale il loro interesse privato, agendo al margine dei regolamenti e delle leggi, però facendo in modo da restarne sempre coperti. Rompono il patto sociale, da cui dipende l’esistenza stessa della società, e fanno valere la loro violenza, i loro capricci, le loro ingiustizie come leggi generali e Ragion di Stato.

Cerco di raffreddare le parole: Foucault le utilizzò per alludere a epoche passate e alla forma in cui stavano tornando. Mi spaventa pensare che descrivono con precisione quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti. L’angoscia di ammetterlo spiega perché in molti preferiscano chiudere gli occhi e cullarsi nell’illusione che non sia così, che possiamo continuare a bussare alla porta di questi poteri con i nostri cortei e le mobilitazioni, che possiamo commuovere i loro portafogli, i loro cuori o le loro intelligenze con la pressione sociale.

Non è il momento. Lassù non c’è margine di manovra. In questo vicolo cieco c’è spazio solo per la mischia, la lotta di interessi, la violenza pura, particolarmente pericolose e insensate quando coinvolgono poteri fragili e in decadenza come quelli attuali. È indispensabile cambiare la direzione dello sguardo, come hanno fatto i giovani greci un paio di anni fa, quando, al passaggio delle autorità nella sfilata tradizionale, si sono voltati a guardare la gente.

È ora di guardarci. Siamo noi gli interlocutori validi, gli unici a poter rappresentare un’opzione credibile. Gli apparati dello Stato, corrotti fino al midollo, sono ogni giorno più lontani dalla volontà popolare.

Sfidarli o intestardirsi a volerli conquistare o condizionare dal basso è inutile, controproducente e pericoloso. Si tratta di smantellarli rendendoli non necessari, rifiutando radicalmente la loro guerra permanente contro  di noi, e occupandoci di riorganizzare la società. Lungi dall’essere un’illusione, questo può essere puro pragmatismo. Immaginiamo, ad esempio, cosa potrebbero fare mezzo milione di insegnanti trasformati in lanterne accese per illuminare quotidianamente di verità gli spazi in cui lavorano.

Se ci interessano davvero lo stato di diritto e un ordine sociale sicuro e affidabile, scappiamo dal vicolo cieco e andiamo a vedere quello che si sperimenta in basso, nelle comunità e nei quartieri che riescono a ricucire il loro tessuto sociale sfilacciato per affermarvi una nuova condizione. Oggi hanno un orizzonte di riferimento chiaro: c’è uno spazio sulle montagne del Chiapas in cui davvero prevalgono uno stato di diritto e un ordine sociale stabile e solido, nonostante la persecuzione permanente. Lì il popolo comanda e il governo ubbidisce, perché lì governo e popolo sono la stessa cosa, come dice la parola democrazia.

Fonte: la Jornada

Traduzione di Matteo Chinosi.

Gustavo Esteva vive a Oaxaca, in Messico. I suoi libri vengono pubblicati in diversi paesi del mondo. In Italia, sono stati tradotti: «Elogio dello zapatismo», Karma edizioni: «La Comune di Oaxaca», Carta; e, proprio in questi mesi, per l’editore Asterios gli ultimi tre: «Antistasis. L’insurrezione in corso»; «Torniamo alla Tavola» e «Senza Insegnanti». In Messico Esteva scrive regolarmente per il quotidiano La Jornada ma i suoi saggi vengono pubblicati anche in molti altri paesi. In Italia collabora con Comune-info.

Gli altri articoli di Gustavo Esteva su Comune-info li trovate qui. Questo invece è un articolo sul suo viaggio in Italia e sull’incontro con i lettori e i promotori di Comune-info: Dispersione quotidiana ribelle, il viaggio di Gustavo Esteva

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Benvenuti Ovunque - Osservatorio sull'accoglienza diffusa di migranti e rifugiati
Osservatorio sull’accoglienza diffusa
di migranti e rifugiati


ricominciamo da 3. Sostieni comune -nfo

Comune-info

Dieci anni e più. Campagna 2022

Campagna Comune-info 2022

Sostieni Comune-info

Ultimi articoli pubblicati da Comune-info

Gridare

L’attacco alle comunità territoriali

Marco Bersani

I ministri Ue con il governo italiano sul taglio dei fondi del Pnrr per i Comuni

Pensare

Nessuno ci insegna la sconfitta

Penny

Questa è la società delle sfide, delle lotte individuali, del potere personale

Pensare

Ripensare la politica

Rosario Grillo

L’interazione con il Covid continua a mostrare le molte crisi di questo tempo

Gridare

Dopo il Covid

Sara Gandini e Paolo Bartolini

Il bisogno di parole nette contro la gestione autoritaria della pandemia

Pensare Primo piano

Decolonizzare l’efficienza

Massimo De Angelis

Lavoro, clima, scuola: l’efficienza è la panacea di tutti i problemi

Pensare

Gli elefanti non conoscono confini

Alessandro Ghebreigziabiher

Se ne vanno dalla terra d’origine e poi trovano stenti e pericoli. Peggio per loro

Ultimi commenti inseriti su Comune-info

  • Fiorella Palomba di Aspettando il Giubileo: “La città più antica abitata al mondo è da tempo abbandonata. Il giubileo risolleverà questo gioiello dagli abusi edilizi (guardate…”
  • Giovanna Procacci di “Io Capitano?”, un film consolatorio: “Ci invadono talmente con false rappresentazioni e false narrazioni, che raccontare una storia vera è un atto politico in sé.…”
  • Gian Franco Zavoi di Decolonizzare l’efficienza: “Ci stiamo avviando verso l’esaurimento delle miniere dei metalli e dei pozzi di petrolio con il quale si crea l’80%…”

Cerca su Comune-info

Contatti

Email:
Whatsapp : +39 335 5769531

Facebook

Twitter

Follow @comuneinfo

Privacy Policy – Cookie Policy - Powered by botiq.it

Gestisci Consenso Cookie
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi. Privacy Policy
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Manage {vendor_count} vendors Per saperne di più su questi scopi
Preferenze
{title} {title} {title}