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Una mostra senza stereotipi

Monica Pasquino
15 Aprile 2015
FOTO (20) di Monica Pasquino Dopo Milano e Genova, la mostra dei libri illustrati che raccontano le differenze, “Ci sono anch’io. Fuori dagli stereotipi e dentro la realtà“, un progetto della casa editrice Lo Stampatello in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Scosse, arriva nella Provincia di Latina. Questa volta ad attenderla non c’è stato alcun rogo di libri da parte di forze di estrema destra, come purtroppo è accaduto altrove, né rappresentazioni medioevali o anatemi papali verso la presunta pericolosità del gender. Il settore Politiche della Scuola della Provincia di Latina ha programmato un tour di esposizioni, iniziative di sensibilizzazione e visite scolastiche della mostra e a rispondere positivamente sono stati i Comuni di Sezze, Cisterna, Sabaudia, Formia e Terracina mettendo a disposizione le biblioteche cittadine (andrebbe chiesto al sindaco di Latina perché la città più popolosa della provincia pontina non è nella lista…). La mostra “Ci sono anch’io” ha visto l’adesione di 38 case editrici, praticamente l’intero panorama editoriale italiano dedicato ai libri per l’infanzia. Raccoglie 120 titoli di letteratura per l’infanzia e vede la collaborazione dell’Associazione S.CO.S.S.E., che ha realizzato il catalogo Leggere senza stereotipi, la prima bibliografia italiana di albi illustrati privi di visioni stereotipate dei generi sessuali, e dei relativi ruoli. I libri della mostra “Ci sono anch’io” sono suddivisi in quattro nuclei tematici, Famiglie, Genere, Abilità, Culture migranti, che rappresentano aspetti fondamentali attraverso i quali è possibile leggere le innumerevoli differenze che, in un’infinità di combinazioni, caratterizzano le identità delle persone. Nella convinzione che la forza delle immagini e le storie di qualità, la bellezza e il godimento della lettura, siano un veicolo potentissimo di inclusione sociale, cambiamento culturale e contrasto alle discriminazioni. FOTO (6) Tra le pagine ci sono bambini e bambine che giocano, litigano, collaborano, si emozionano, fuori da ogni stereotipo, dentro la realtà di ogni giorno. Ci sono famiglie unite e separate, allegre e stressate, magre e grasse, giovani e vecchie, un papà o due, due mamme o una, chi vive serenamente e chi qualche problema. Ci sono anche gli adulti che piangono, ridono, si spaventano, sbagliano e si commuovono. Ognuno ha i suoi gusti, la sua età, il suo corpo, il suo colore della pelle, il suo modo di relazionarsi al mondo e di amare, diverso da quello degli altri. Ci sono personaggi che inseguono i propri desideri fantasiosi e riscrivono, seguendo la propria inclinazione, una tradizione fiabesca, altrimenti abitata da ruoli predeterminati che facilmente si trasformano in spinte omologanti. I pregiudizi su “come sono” e “cosa piace” ai maschi e alle femmine sono infatti inconsapevolmente assunti e trasmessi anche attraverso giochi, albi illustrati e fiabe raccontate quotidianamente in classe o a casa. Questo si aggiunge ai messaggi veicolati dai media e con il tempo si creano condizionamenti negativi che influenzano la vita dei bambini e delle bambine e il loro futuro personale, sentimentale e professionale. Ad inaugurare la mostra, organizzata dalle infaticabili bibliotecarie coordinate da Loredina Macera, il sindaco di Sezze Romano, Andrea Campoli, Filomena Avallone “Responsabile Servizio Cultura del Settore Politiche della Scuola e Sociali della Provincia di Latina” e il vicepresidente della stessa, Giovanni Bernasconi, l’Associazione SCOSSE, insegnanti, genitori ed esperti del settore librario e una classe della scuola elementare che ha animato la mattinata leggendo e sfogliando i libri, disposti su dei pannelli. FOTO (9) A chiudere la giornata,  uno squisito buffet organizzato dal Comune per promuovere un’eccellenza del territorio: il carciofo romanesco, nelle ricette tipiche della tradizione locale. Obiettivo della mostra, fruibile da zero a cento anni, è promuovere la lettura e l’illustrazione di qualità e contemporaneamente la rappresentazione e la valorizzazione delle differenze. Ma, soprattutto, suo scopo è sfatare una vecchia leggenda, che le bambine siano tutte vestite di rosa, belle e in attesa del principe azzurro, e i bambini forti e avventurosi, senza paura.   DA LEGGERE Una scuola senza stereotipi di genere

A scuola di differenze contro le discriminazioni di genere e sessuali

Ascoltare, costruire, condividere una cultura dell’infanzia De-constructing University    

Commenti

  1. maria dice

    20 Aprile 2015 a 14:09

    ….. siano un veicolo potentissimo di inclusione sociale…..

    in nome della libertà è del rispetto, posso chiedere che i miei figli non siano “inclusi”??
    quegli stessi figli a cui insegno il rispetto per tutti, vorrei che fossere rispettati .
    Quella libertà di scegliere se fare o meno a scuola l’ora di religione, nel rispetto della fede altrui, posso chiedere che sia onorata quando si propongono ore di “morale” e/o “sessuologia”?

    Rispondi

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