Nonostante da giorni a New Delhi (la cui area metropolitana raccoglie 21 milioni di abitanti…) scuole, aeroporti e cantieri siano chiusi e la gente resti per lo più chiusa in casa a causa dello smog, la concentrazione delle particelle fini non si riduce. Vivere un giorno in questa città equivale più o meno a fumare 25 sigarette. Il ritmo di crescita della città e dell’economia indiana, assicurano gli economisti, restano tra i più elevati su scala globale
I livelli di inquinamento in India e in particolare a New Dehli sono cosi alti che le centraline non riescono a misurarne i livelli. Le concentrazioni di particelle fini (PM 2.5, le più insidiose dal diametro di 2,5 micron o meno) nell’aria hanno sfondato il limiti immaginati da chi ha disegnato tali strumenti di rilievo. Ovviamente tutto questo non è salutare per chi vive li, il cielo è grigio e tossico, la nebbia è accecante. Gli occhi lacrimano, la visibilità è ridotta, il respiro delle persone è affaticato. Non si riescono a distinguere i colori dei semafori.
New Delhi (21 milioni di abitanti…) è da vari anni una delle città più inquinate del mondo. È la perfetta confluenza di aria secca e di calura, di bruciatura di rifiuti agricoli e non, di fabbriche che emettono fumi che restano in circolazione invece che diffondersi, e di poca ventilazione, che ha portato a questi livelli inaccettabili di novembre 2019.
C’è pure stato da poco Diwali, una festa nazionale che si celebra con fuochi d’artificio illegali (perché la corte suprema li ha eliminati) che certo non portano ad aria più pulita.
Il Chief Minister della città, una specie di supervisore, Arvind Kejriwal, dice che la città è una camera a gas. È stato dichiarato lo stato di emergenza, le scuole sono state chiuse e gli aeroporti e i cantieri pure. Insomma l’intero paese si è fermato. Alcuna stime dicono che respirare l’aria di New Dehli per un giorno è come fumare venticinque sigarette.
E cosi la gente se ne sta chiusa in casa e il governo distribuisce milioni di maschere. È stato vietato di bruciare rami secchi di campagna – ma i satelliti hanno identificato almeno 3.000 focolai e sono state proposte le targhe alterne. Niente da fare, l’inquinamento da PM 2,5 nella città è 23 volte superiore agli standard fissati dall’organizzazione mondiale della sanità.
Già nel 2017 si stimava che in India l’inquinamento da PM 2.5 fosse nove volte maggiore a quanto salutare e che tutto questo inquinamento portava alla morte prematura di 670.000 persone nel paese: l’aria malsana porta infatti ad attacchi di cuore e di asma, tumori e problemi di respirazione.
Quanto grave è la situazione in India? Almeno ventidue delle trenta città più inquinate nel 2018 nel mondo erano non più in Cina ma in India.
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Maria Rita D’Orsogna è fisico e docente all’Università statale della California, cura diversi blog (come questo, dove è stato pubblicato questo articolo). Consapevole dell’importanza dell’informazione indipendente, ha autorizzato con piacere Comune a pubblicare i suoi
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