La scuola é un presidio. Vero. Un luogo di equità o almeno dovrebbe esserlo.
In classe stiamo leggendo un libro che parla di una bambina, di un faro e di una nave squarciata in due da uno scoglio. Mi fermo e faccio vedere l’immagine per chi non conosce bene la lingua o non conosce ancora bene i termini come squarciare. Appena scorre l’immagine una bambina alza la mano e dice: ”Credo che mia madre abbia preso proprio quella nave per venire in Italia, ha fatto un viaggio lungo lungo e per fortuna sapeva nuotare perché quando è caduta in mare poi si è salvata”.
Gli altri bambini avevano gli occhi sgranati e hanno iniziato a fare domande. Allora abbiamo fatto vedere in una cartina il luogo di partenza e dell’arrivo in Sicilia. Abbiamo parlato di Lampedusa e dell’accoglienza, di cui i bambini e le bambine non hanno bisogno di fare esperienza, perché sono tutti compagni di classe e non c’è nessuno da accogliere.
“É stata molto coraggiosa tua mamma” gli ha detto qualcuno e i suoi occhi si sono illuminati.
LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI EMILIA DE RIENZO:
Ho proposto di invitare la mamma a raccontarci di quel viaggio se avesse voluto, perché i bambini e le bambine devono sapere che cosa succede nel mondo ed é un dovere degli insegnanti non chiudere gli occhi di fronte alle brutture, alla povertà, ai privilegi di pochi. E la letteratura per l’infanzia serve a questo, aiutare a raccontare il mondo.
La scuola deve servire a questo: fare in modo, che almeno dentro alle nostre aule, la forbice sociale non la faccia da padrone e i bambini e bambine, ma anche le loro famiglie, siano la nostra comunità, indipendentemente dalla provenienza e dalle possibilità economiche. Che esista un luogo nel quale l’uguaglianza dei diritti sia garantita e per farlo ci vuole una scuola in cui, ad esempio, l’orario sia uguale per tutti e tutti a quaranta ore, non a disposizione delle famiglie (chi non può resta e chi può va a casa), in cui la mensa sia un momento educativo e in cui il materiale sia uguale e bellissimo… Questo vuol dire presidiare. Creare uguaglianza dentro alle diversità e che le discriminazioni restino fuori dalla porta. E che sia un piacere stare a scuola.
Cinzia Pennati Penny, insegnante e scrittrice
Lascia un commento