Come sarà il giornale del futuro? Già ora, con la stampa “classica”, si corre a vedere ora per ora le novità sullo schermo. Leggiamo on line, ma chi legge più il giornale al mattino? Al mattino si cerca qualche notizia diversa da quella della notte, quando prima di dormire si scorrono sullo schermo i titoli per vedere se il mondo è cambiato nelle ultime ore, se si corre il pericolo che finisca mentre dormiamo e poi non lo sapremo nemmeno. Io mi consolo con l’idea che, in questo caso, riuscirò a fregare la banca: non finirò di pagare il mutuo della casa e mi avranno prestato i soldi a fondo perduto. Grande!
Se leggo comune-info prima di andare a dormire (l’orario varia, secondo le temperature, e di questi tempi anche la distanza tra coricarsi e svegliarsi), invece, torno al passato. Quando, prima di coricarmi, leggevo le pagina di un buon libro: qualche volta era un giallo, un racconto di Sciascia, una favola delle mille e una notte, gli esempi del calcolo differenziale descritti da Gustave Bessières, Tex Willer.
Si sceglie un articolo, e si riflette. E qualche volta si rilegge, per capire meglio, anche se spesso sono argomenti apocalittici.
Ma questo è il tempo che viviamo, e non abbiamo nemmeno il sogno dell’anno mille, quando i nostri antenati pensavano che sarebbe finito il mondo, che invece, per farci un dispetto, è continuato. E tutti sono rimasti sollevati ed hanno pensato che un Dio che non rispettava gli appuntamenti forse era meno feroce di quello che pensavano e che la vita bisognava viverla. Poi ci son voluti più di quattro secoli per sentirsi dire “chi vuol esser lieto sia, del domani non v’è certezza” (e lo ha fatto uno che viveva molto pericolosamente….). Ma questa è un’altra storia.
Allora, comune-info si può leggere sempre, anche prima di dormire, quando quello che nascondevamo durante il giorno riemerge, sornione, e popola i nostri sogni, con la coscienza nuda, che quando siamo preoccupati per qualcosa o abbiamo fatto qualcosa di poco giustificabile (per noi stessi) ci rende agitati. E la lettura è come la tachipirina, magari ci fa effetto, magari combatte persino il covid che abbiamo e non lo sappiamo, perché anche i tamponi non sono una certezza.
Leggo comune-info. Mi dispiace solo farlo in piedi, cioè, seduto alla scrivania. A letto, steso, è pericoloso.
Se si legge con lo smartphone e ci si addormenta, nel migliore dei casi, lo smartphone, cadendo, s’incrinerebbe. Con lo schermo filato da linee, come Marte dai canali, vedremo il mondo come nella galleria degli specchi del Luna Park, deformato, spezzato, incompleto.
Se usassimo il tablet a letto, Dio ce ne scampi!, correremmo seri pericoli: l’ammasso di plastica, ferraglia e metalli rari che avremmo in mano piomberebbe sul viso al primo abiocco. Vi lascio immaginare il seguito.
Allora immagino il futuro: da agronomo, da ammiratore delle piante con la loro capacità rigenerativa. Come saranno i computer del futuro? Immagino delle strutture biologiche, dei vegetali che comunicano con noi e per nostro conto trasmettono informazioni, immagini, sentimenti.
Allora immagino Marco che mi guarda (no, non mi guarda, mi immagina) attraverso il verde fosforescente che lo accompagna. E riceve le cose che ho scritto (no, non ho scritto, ho dettato, no, non ho dettato, ho pensato) attraverso il mio computer fosforescente come quello di tutti, ma di forma diversa. Con dei fili riccioluti al posto delle foglie, come erano i miei capelli prima che cominciassero ad abbandonarmi senza che potessi raccoglierli in ricordo dei pensieri di una volta che ora non ho più.
Ma non saranno solo i pensieri miei e di Marco ad incrociarsi. Saranno quelli di tutti gli altri che leggono, che pubblicano i loro pensieri su comune-info, perché comune-info esisterà ancora. Ma forse si chiamerà pianeta-info e scriveremo senza parole, solo con i pensieri che hanno un linguaggio universale.
Le altre adesioni alla campagna di sostegno a Comune-info “Dieci anni e più” e le informazioni su come aderire sono leggibili qui.
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