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E adesso ci alziamo in piedi noi

redazione di Comune
21 Gennaio 2014
Alla fine degli anni Ottanta l’arena di Verona è stata un’agorà per i movimenti pacifisti. In questi anni molte cose sono cambiate, sono stati raggiunti anche risultati importanti ma nonostante la recessione l’Italia resta tra le prime dieci potenze militari del pianeta, nella corsa agli armamenti più dispendiosa della storia. Il 25 aprile, cittadini, movimenti, associazioni tornano a Verona armati di disarmo per ribellarsi a queste scelte assurde e criminali. Comune-info, in buona compagnia, è trai i promotori e i media partener dell’iniziativa, che sarà presentata a Roma il 22 gennaio.

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Giovedi  22 gennaio a Roma nella sala dela Protomoteca in Capidoglio alle 10,30 si terrà la presentazione di  “Arena di Pace e Disarmo 2014” è un evento che, nella giornata del 25 aprile 2014, vedrà riunito nell’anfiteatro di Verona l’intero popolo della Pace: associazioni laiche e religiose, esponenti della società civile, singole persone… tutti insieme per convergere in una comune campagna per il “disarmo militare e la difesa civile. Comune-info è, in buona compagnia, trai i promotori e i media partener dell’iniziativa.

“In piedi costruttori di pace” gridava don Tonino Bello, voce profetica della nonviolenza, in Arena a Verona nel 1989 invitando migliaia di donne e uomini di buona volontà riunite nell’anfiteatro ad unirsi contro l’assurdità di ogni guerra, per denunciare che la produzione e il commercio delle armi sono una grossa violenza alla giustizia e un attentato gravissimo alla pace. Nei 25 anni trascorsi da quell’Arena di pace, molto lavoro è stato fatto individualmente e collettivamente per resistere alla logica della guerra e promuovere tante iniziative pacifiche: il movimento per la pace e la nonviolenza è cresciuto, ma molto ancora resta da fare. Occorre ritrovarci insieme nuovamente per confrontarci e affrontare più uniti le tante sfide alla pace nel mondo di oggi, per non cedere all’individualismo, per reagire con le proposte della nonviolenza all’emergenza politica-sociale-democratica che stiamo attraversando.

Nonostante la crisi l’Italia continua ad essere tra le prime 10 potenze militari del pianeta nella corsa agli armamenti più dispendiosa della storia. Il settore italiano dell’esportazione di armi non conosce austerità. In nome della salvaguardia dei posti di lavoro si continua a tacere sulla produzione di strumenti di morte destinati ad essere venduti a paesi terzi. La portaerei Cavour è un carosello galleggiante che promuove arsenali bellici made in Italy nei porti del Golfo arabico e dell’Africa, aree di particolare tensione e che soffrono di un grave deficit di libertà democratiche.

È criminale e assurdo che montagne di denaro siano investite per strumenti di morte quando vengono sottratte preziose e necessarie risorse per le spese sociali: la scuola, la sanità, i beni culturali, la sicurezza, l’ambiente. Questo denaro potrebbe servire per alleviare le condizioni di oltre 9 milioni di italiani che vivono al di sotto della linea di povertà, di cui quasi cinque milioni sopravvivono in condizioni di povertà assoluta.

Di fronte alle gravi minacce alla vita delle persone nel mondo, all’ambiente e alla concordia tra i popoli poste dall’espansione dell’apparato militare-industriale, non possiamo rassegnarci. Dobbiamo alzarci in piedi per dire ad alta voce che ci opponiamo all’idea che occorre armarsi per garantire la pace, che ripudiamo la guerra e gli strumenti che la rendono possibile, e per dire che la nonviolenza attiva è l’unico modo per sradicare oppressioni e risolvere conflitti.

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Vogliamo una politica per il disarmo, che riduca le spese militari a vantaggio di investimenti per la pace. Infatti ciò che ci minaccia oggi non sono eserciti stranieri, ma povertà, disoccupazione, inquinamento, consumo di territorio, variazioni climatiche … e per difenderci da questi nemici ciò che serve non sono armi micidiali e costosissime, ma politiche di solidarietà, servizi sociali, risanamento ambientale; dobbiamo ripensare completamente il concetto di “difesa”, che per la Costituzione è un “sacro dovere di ogni cittadino”; quello di cui abbiamo bisogno non sono missioni militari ma interventi civili di pace; ciò che serve è una difesa civile, non armata, nonviolenta da costruire con risorse sottratte al settore militare: svuotare gli arsenali per riempire i granai.

Per questo abbiamo convocato una iniziativa nonviolenta nazionale: un grande raduno in Arena a Verona il 25 aprile 2014 di tutte le persone, le associazioni, i movimenti della pace, della solidarietà, del volontariato, dell’impegno civile. Tramite questa iniziativa facciamo appello ai politici di sostenere cammini di nonviolenza attiva e a noi stessi innanzitutto, chiedendo a chi vi parteciperà di assumersi la responsabilità di essere parte del cambiamento che vogliamo vedere.

“In piedi costruttori di pace”! Non manchiamo all’appuntamento del 25 aprile in Arena a Verona. Da lì inizieremo insieme a percorrere la strada del disarmo.

Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di pace

Efrem Tresoldi, direttore di Nigrizia

Elisa Kidanè, direttrice di Combonifem

Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta

Riccardo Bonacina, direttore di Vita

Luigi Anataloni, direttore di Missioni Consolata

Dino Dozzi, direttore di Messaggero Cappuccino

Mario Menin, direttore di Missione Oggi

Paolo Bagattini, direttore de Il Missionario

Stefano Femminis, direttore di Popoli

Pietro Raitano, direttore di Altreconomia

Riccardo Troisi, Monica Di Sisto, Gianluca Carmosino, Marco Calabria, Alberto Zoratti, direzione collettiva di Comune-info

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