Maggio 2012, un gruppo di cittadini romani occupa un edificio nel quartiere San Giovanni. Un anno di gioia e di rabbia, di relazioni e di iniziative, nelle parole di chi ha seguito questa storia passo dopo passo. Scup vi aspetta domenica 5 maggio al mercato Ecosolpop e sabato 11 per ragionare insieme del futuro di questo spazio
di Bartolo Mancuso*
È passato un anno da quando istruttori sportivi e operatori della cultura entravano a via Nola 5, a Roma. Lo abbiamo fatto con un desiderio: trasformare la precarietà in ricchezza. Dimostrare che alla nostra generazione mancano anzitutto le condizioni per esprimersi.
Contratti precari, blocco generazionale, chiusure corporative, e ancora tasse e costi inaccessibili per mettersi in proprio, sono il tappo che abbiamo sopra la testa. E così ci abbiamo provato: abbiamo occupato un posto per fare il welfare che non c’è più. Servizi per la città e reddito per chi mette in campo competenza e passione.
200 iscritti alla palestra, 5.000 libri regalati alla biblioteca
Partendo da sport e cultura. Cose svilite dal marketing e ignorate dalla politica. Cose di nicchia. Noi le vogliamo popolari. Per tutti. Ecco Scup: sport e cultura popolare. È da lì si è aperto un mondo.
La risposta dei cittadini: grandiosa: duecento iscritti in palestra, cinquemila libri in biblioteca regalati dai cittadini, osteria, spazio bimbi, web radio, wi-fi gratuito, scuola popolare, un mercato-non-mercato di produttori agricoli e artigiani (promosso insieme al laboratorio urbano Reset). Via Nola è tornata pubblica e aperta (leggi «Roma, sgomberato Scup» e «La seconda occupazione»).
Una risposta tanto più forte quando il 25 gennaio siamo stati sgomberati. In tanti si sono indignati e in tanti sono rientrati per riaprire Scup. Lo spazio era chiuso da quando lo Stato – cioè Tremonti – lo ha dismesso con una operazione di finanziarizzazione e di scatole cinesi.
11 maggio
Da qualche giorno abbiamo scoperto l’ultima casella del mosaico, chi è il vero proprietario di via Nola. Udite udite: Unieco, un colosso della lega delle cooperative. Siamo in un gioco impazzito nel quale sono saltati i ruoli. Lo Stato che dovrebbe fare welfare e il mondo della cooperazione che dovrebbe fare mutualismo, si mettono a fare i broker.
E allora spetta ai cittadini dal basso ricostruire la solidarietà, la funzione pubblica e lo stato sociale.
Adesso è passato un anno. Lo festeggiamo con tante cose, ma anche con un momento pubblico in cui interroghiamo realtà sociale e politiche e cittadini sul futuro di Scup, l’11 maggio. Perché Scup è in pericolo, come tutti gli spazi sociali nati negli ultimi anni. È non si tratta di difendere Scup ma di ricostruire il senso di cosa è pubblico, di cosa è ricchezza, di cosa è lavoro. Si tratta di ricominciare. Siamo in tanti e tante. Tutti quelli che ogni giorno costruiscono un pezzo di rivolta.
Noi facciamo la nostra parte da un anno. Ed è solo l’inizio.
*Bartolo Mancuso, Scup
– Domenica 5 maggio, il mercato-non-mercato di Ecosolpop a Scup
Stand di produttori del bio e di artigiani, laboratori per bambini (orto e riciclo), laboratori di autoproduzione del pane e dei detersivi (prenotazioni al 340 346 0664), ciclofficina, osteria e biblioteca aperte….
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