Violenze della polizia, cani-poliziotto che aggrediscono, respingimenti sommari, detenzioni illegali, ma anche mancati soccorsi, salme dei migranti abbandonate nei boschi. Sono tantissime le persone disperse lungo il confine turco-bulgaro. Quella della Bulgaria è la prima frontiera, insieme a quella greca, della Rotta Balcanica che punta al nord Europa e, in parte, all’Italia. È il volto dell’UE. Di certo è un angolo di mondo di cui si parla poco. A Damasco, da diverso tempo, un gruppo di madri e sorelle siriane ha scelto di rompere quel silenzio: lo fanno in tanti modi diversi, con i loro corpi e con le loro parole, e cresce il numero di persone che si uniscono alla protesta. Lo fanno per salvare il mondo. Scrive il Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino: “Siamo vicine alle lotte delle nostre sorelle. Ci uniamo alle loro parole, ben conoscendo le pratiche della polizia bulgara, che non soccorre le persone, che abbandona le salme nei boschi, che non fa gli esami del DNA, che seppellisce arbitrariamente le salme, che detiene e respinge… Grazie di tutta la vostra rabbia, grazie di tutto il vostro amore. Nulla resterà nascosto…”

(Arabic and english below)
La lotta per la verità non si ferma. Le madri e le sorelle siriane sono entrate di nuovo in azione. Ogni giorno cresce il numero delle persone che si uniscono alla loro protesta. Chiedono verità e giustizia allo stato bulgaro. E lo fanno con i loro corpi e con le loro parole.
Domenica 26 gennaio hanno fatto un nuovo sit-in davanti all’ambasciata bulgara a Damasco. All’inizio nessuno voleva incontrarle, ma hanno deciso di bloccare la strada e l’accesso all’assistente dell’ambasciatore, e quindi sono state ascoltate. Hanno inoltre ottenuto un incontro con il ministro degli esteri siriano, che ha detto loro che si impegnerà per chiedere verità e trasparenza allo Stato di Bulgaria, sul destino dei loro cari.
Siamo vicine alle lotte delle nostre sorelle. Ci uniamo alle loro parole, ben conoscendo le pratiche della polizia bulgara, che non soccorre le persone, che abbandona le salme nei boschi, che non fa gli esami del DNA, che seppellisce arbitrariamente le salme, che detiene e respinge.
Grazie a queste coraggiose sorelle, che ci insegnano la strada. Grazie di tutta la vostra rabbia, grazie di tutto il vostro amore. Nulla resterà nascosto.
[Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino]
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النضال من أجل الحصول على الحقيقة لن يتوقف. الأمهات والأخوات السوريات اتخذن خطوة أخرى. يزداد عدد الأشخاص الذين ينضمون إلى احتجاجهن يومًا بعد يوم. يطالبن بالحقيقة والعدالة من الدولة البلغارية. ويقمن بذلك بأجسادهن وكلماتهن.
يوم الأحد، 26 كانون الثاني، نظمن اعتصامًا جديدًا أمام السفارة البلغارية في دمشق. في البداية، لم يرغب أحد في مقابلتهن، لكنهن قررن إغلاق الطريق ومعرقة الوصول لمساعد السفير، بالتالي أجبر على سماعهن. كما تمكنّ من تأمين لقاء مع وزير الخارجية السوري، الذي أخبرهن أنه سيلتزم بمطالبة الدولة البلغارية بالحقيقة والشفافية بشأن مصير أحبائهن.
نقف مع أخواتنا في نضالهن. نردد كلماتهن، ونحن ندرك جيدًا ممارسات الشرطة البلغارية—كيف يفشلون في إنقاذ الناس، يتركون الجثث في الغابات، يرفضون إجراء اختبارات الحمض النووي، يدفنون الجثث دون اتباع الإجراءات السليمة، يعتقلون ويدفعون الناس للعودة.
شكرًا لهؤلاء الأخوات الشجاعات اللواتي يريننا الطريق. شكرًا على كل غضبكن، شكرًا على كل حبكن. ستظهر الحقيقة.


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The struggle for truth does not stop. Syrian mothers and sisters have taken action once again. Every day, the number of people joining their protest grows. They demand truth and justice from the Bulgarian state. And they do so with their bodies and their words.
On Sunday, January 26, they held a new sit-in in front of the Bulgarian embassy in Damascus. At first, no one wanted to meet with them, but they decided to block the road and access to the ambassador’s assistant, and so they were heard. They also secured a meeting with the Syrian foreign minister, who told them he would commit to demanding truth and transparency from the Bulgarian state regarding the fate of their loved ones.
We stand with our sisters in their fight. We echo their words, knowing all too well the practices of the Bulgarian police—how they fail to rescue people, leave bodies in the forests, refuse to conduct DNA tests, bury bodies without proper process, detain, and push back people.
Thank you to these brave sisters, who show us the way. Thank you for all your rage, thank you for all your love. Nothing will remain hidden.
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