Occorre prendersi cura della casa di tutti e creare giustizia ecologica, sociale ed economica. Non c’è un “pianeta B”. “Il ritorno alla Terra inizia nella nostra mente – scrive Vandana Shiva -, liberandoci dalle illusioni che ci hanno spinto sull’orlo dell’estinzione, che l’1 per cento ha creato e sta creando”
Il 31 maggio, mentre molte persone morivano a causa della pandemia del coronavirus, mentre milioni di famiglie avevano perso i propri mezzi di sussistenza a causa del confinamento forzato, mentre milioni di individui scendevano per le strade delle città degli Stati Uniti per pretestare contro le violenze e la brutalità della polizia dopo l’assassinio di George Floyd, Elon Musk lanciava il suo progetto Space X.
Come ho scritto nel mio libro Il pianeta di tutti (Feltrinelli), l’idea di Musk è di creare città autosufficienti su Marte per un numero esiguo di privilegiati. Nella sua visione del futuro esistono solo due alternative per l’umanità: l’estinzione o la fuga su Marte. Egli non considera che la Terra, Gaia, è l’unico pianeta vivente che conosciamo. Non c’è un “pianeta B”. La sesta estinzione di massa a cui stiamo andando incontro è un fenomeno causato dall’azione umana e da scelte precise di impatto globale, basate sull’avidità di pochi individui, quali l’estrazione incessante delle risorse e del patrimonio naturale, che hanno portato alla distruzione della biodiversità, degli ecosistemi e dei processi ecologici.
Nella visione del mondo di Musk e di altri multimiliardari e in un’economia basata sull’ingordigia di pochi, non esistono alternative all’estrattivismo e allo sfruttamento, perciò l’estinzione diventa l’unico futuro possibile.
Quando le risorse disponibili della Terra vengono sfruttate, quando i limiti planetari” vengono infranti, quando gli ecosistemi che rendono possibile la vita vengono distrutti, non c’è più sopravvivenza, non è più possibile produrre nulla. Solo questo vede un’economia che considera unicamente l’accumulo ed è cieca ai processi ecologici.
Questa visione è presente anche nel caso in cui la si dipinga falsamente di verde. Prediamo il caso del litio, che è una risorsa essenziale per l’industria delle auto elettriche di Musk, che ha visto l’espandersi delle miniere nel nord del Tibet, in Cile e in Bolivia, a causa dell’incremento della richiesta di mercato di auto elettriche, che si prevede raddoppi entro il 2025.
Secondo Evo Morales le cause del colpo di stato subito dalla Bolivia durante il suo mandato presidenziale sono da ricercarsi precisamente nel litio. Il colpo di stato è infatti avvenuto dopo una settimana che Morales aveva nazionalizzato il litio, affermando che questa risorsa apparteneva al popolo boliviano, non alle multinazionali. Nello stesso periodo, egli aveva cancellato anche l’accordo Acisa con la Germania, dopo settimane di proteste da parte degli abitanti della zona di Potosí, dove si trovano dal 50 al 70% delle riserve mondiali di litio, nelle saline di Salar de Uyuni. Acisa fornisce batterie a Tesla. Dopo il colpo di stato, il valore delle azioni Tesla in borsa è aumentato considerevolmente.
Nel passaggio a un’economia post Covid, dobbiamo tenere conto di tutti i costi ecologici, sociali e politici di ciò che ci viene offerto e delle scelte che facciamo. Rendere invisibili i costi alla terra e alle persone è stato il modo attraverso il quale la ricchezza si è accumulata nelle mani di coloro che sfuggono alla responsabilità sociale ed ecologica, lasciando che questi costi siano sostenuti dalla terra e dalle comunità vulnerabili; ecco perché il degrado ecologico e la disuguaglianza economica stanno aumentando.
Invece di prendersi cura della propria casa e di creare giustizia ecologica, sociale ed economica obbedendo alle leggi ecologiche e rispettando i limiti ecologici e condividendo la ricchezza che la terra e le comunità creano, i colonizzatori scappano costantemente dai luoghi e dagli spazi che hanno distrutto e inquinato, per trovare nuove colonie da occupare ed estrarre, altri luoghi e altre persone da dominare e saccheggiare.
Questo modello di colonizzazione della natura e dell’uomo è ormai al limite ed è necessario considerare altre opzioni.
Invece di fare piani per fuggire dal questo pianeta, la strada che dovremmo seguire è quella di ritornare alla Terra, come un’unica comunità che ha il potenziale di creare e coprodurre con la natura per rigenerarla e provvedere ai bisogni di tutti.
Il ritorno alla Terra inizia nella nostra mente, liberandoci dalle illusioni che ci hanno spinto sull’orlo dell’estinzione, che l’1 per cento ha creato e sta creando.
È ancora possibile recuperare il nostro potenziale creativo per plasmare le nostre economie e democrazie dal basso verso l’alto. È ancora presente nelle nostre menti, nei nostri cuori e nelle nostre mani.
* Vanadana Shiva è presidente di Navdanya International
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