La resistenza delle tessitrici maya è scritta sui loro abiti, che si chiamano huipil. I ricami raccontano la cosmologia del loro popolo. Dopo 1500 anni, e non solo nel mondo maya, queste donne riproducono e indossano la storia, l’arte e la filosofia ancestrali, che l’occhio occidentale traduce come semplice folklore estetico. Le donne, con i loro libri di storia di cotone colorato scritti nei huipil, tramandano l’eredità di un gesto di lotta e di resistenza antico e potente. Sono parole di Ana Valadez, impegnata in un’associazione chiapaneca che si impegna con le popolazioni maya. La costruzione di questi spazi di autonomia, articolati in piccole cooperative, il mantenimento saldo del sapere e delle competenze, rafforzano le relazioni di comunità. È il fare politica viva delle donne di Abya Yala e passa attraverso due pratiche precise: la difesa del territorio e il lavoro collettivo, che strutturano storia e memoria, identità e restanza

Gli oltre 500 anni di resistenza dei popoli indigeni sono passati anche attraverso le mani sapienti delle tessitrici, e sotto al naso dei conquistadores che ne coglievano la sola natura naïf. Preservare le memorie e gli stili di vita tradizionali è di per sé un modo di resistere: creare e ricreare forme socio-economiche sostenibili (affettive, comunitarie, informali), alternative al modello di sviluppo capitalista. Mantenere viva la propria storia, attraverso narrazioni ancestrali che si avvalgono di molti linguaggi. Uno di essi ce lo racconta Ana Valadez, dell’associazione DESMI A.C. Chiapas:
“La resistenza delle tessitrici maya è scritta sui loro abiti, i huipil (*). I ricami di questi abiti raccontano la cosmologia del loro popolo. Dopo 1500 anni, e non solo nel mondo maya, queste donne riproducono e indossano la storia, l’arte e la filosofia ancestrali, che l’occhio occidentale traduce come semplice folklore estetico. Le donne, con i loro libri di storia di cotone colorato scritti nei huipil, tramandano l’eredità di un gesto di lotta e di resistenza antico e potente.”

La tessitura, tradizionalmente appartenente al mondo femminile, sta avendo un ruolo determinante per molti gruppi organizzati di donne, come veicolo di comunicazione, rivendicazione ed emancipazione. La costruzione di questi spazi di autonomia, articolati in piccole cooperative, il mantenimento saldo del sapere e delle competenze, rafforzano le relazioni di comunità. È il fare politica viva delle donne di Abya Yala e passa attraverso due pratiche precise: la difesa del territorio e il lavoro collettivo, che strutturano storia e memoria, identità e restanza.
Queste sono pratiche che preservano i vincoli intergenerazionali e la responsabilità della continuità. Liz e la sorella gemella Elva, originarie della città di Huautla de Jiménez, Oaxaca, nella regione di La Cañada raccontano con orgoglio: “L’huipil che portiamo simboleggia diverse aree della vita quotidiana del popolo Mazateco, il ricamo è a punto croce dove si possono vedere la flora e la fauna caratteristiche della regione Mazateca. I colori caratteristici di questo huipil hanno un significato, il colore rosa ciliegia rappresenta il frutto del caffè poiché la regione Mazateca è caratterizzata dall’essere una zona di coltivazione del caffè che produce caffè d’alta quota, il blu di solferino rappresenta i fiumi e torrenti che con piogge abbondanti durante l’anno si formano in tutta la regione Mazateca, il tono bianco nella sottoveste rappresenta la morbida nebbia che abbraccia le montagne per gran parte dell’anno, mentre i 9 nastri nella parte inferiore dell’huipil rappresentano i mesi di gestazione di un nuova vita nel grembo di una donna. I ricami nella sottoveste rappresentano le attività produttive che svolgevano i nostri nonni, legate al campo, ai lavori e alle ampie colline della nostra regione.“
Il pensiero complesso è il pensiero primigenio, dove tutto regge tutto, dove ogni linguaggio è mitopoietico, dove ogni azione umana è una creazione corale di visibile e invisibile. Di questa sostanza profonda e carsica è fatta la resistenza al colonialismo.
(*) Il huipil maya è composto di tre parti. Nella parte frontale e posteriore, spesso è ricamato l’universo sostenuto dai quattro alberi sacri, le ceibe: su questo abito si racconta la storia dell’umanità e di come si è costruito l’universo a partire dal ciclo dell’acqua primigenia rappresentata dalla rana. Sull’arte tessile maya e il suo simbolismo: Alla Kolpakova Diseños Magicos, Samsara, Tuxtla Gutiérrez Chiapas MX 2017
Attraverso i fili passa la storia, soprattutto delle donne.
Storia visibile e indossata ogni giorno