Per l’omaggio al decennale di Comune, voglio cimentarmi in una sintetica, ma ricca – spero – di spunti, descrizione della evoluzione dell’idea di cooperazione.
Non nasce con New Lanark, ma questa città e le idee del suo fondatore, Robert Owen, sono, per riconosciuta attribuzione, il simbolo del cooperativismo. Idee fresche, che volano lontano dal plumbeo clima scozzese. Laboriosità, mutuo soccorso, autoeducazione (in questo settore: lievito di idee che approfondiscono lo spettro della pedagogia, le maglie del processo di apprendimento, la pregnanza della relazione tra comunità e apprendimento) vengono a intrecciarsi con il bisogno di “salvare” lo spirito umano del lavoro. Lì, una risposta allo sfruttamento; in essa, l’ancora di salvezza dall’uso del lavoro minorile. Per essenza: il cuore sorgivo della simbiosi uomo-lavoro, perché il lavoro – ed è così anche nel cristianesimo delle origini, è così nel fenomeno dei preti/operai – è momento, luogo e modo, della realizzazione sociale dell’uomo.

L’idea aveva campo aperto per un futuro di espansione e di messa a frutto. Ma il futuro riservava poche sorprese positive, molti arresti e… addirittura boicottaggi.
Su uno di questi invito a guardare. È la galassia delle cooperative, inventate con artificio di “ingegneria sociale” (sempre di un certo marchio), nel settore dei servizi sociali (non solo, anche nel momento del lavoro subordinato). Orripilante! Classico esempio di un rovesciamento dell’ideale. Se questo, come si è visto, era: riscatto , libertà, giustizia; nella pratica rovesciata è diventato: pesante subordinazione, attraverso polverizzazione è finta flessibilità.
L’equipe di Comune ha aiutato, in questi anni, a un lavoro di resistenza, di testimonianza, di felice coltivazione del principio. In questo mi riconosco, questa la principale ragione della mia candelina.
Le altre adesioni alla campagna di sostegno a Comune-info “Dieci anni e più” e le informazioni su come aderire sono leggibili qui.
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