La contrapposizione è secca, il messaggio sembra evidente: mentre in Turchia, Grecia, Portogallo e Brasile la lotta contro il sistema accende durissimi scontri con la repressione, in Spagna il movimento del 15m è un pallido e ambiguo ricordo e ci si lascia andare a derive introspettive, ludiche e oziose. In sostanza, non si fa un cazzo. Ma siamo certi che il tasso di radicalità di un movimento si misuri con le rituali manifestazioni di piazza e la capacità di rispondere in modo adeguato alla brutalità degli Stati? Carlos Taibo, se proprio fosse costretto a scegliere, starebbe con i «perroflautas»
di Carlos Taibo
E’ diventata comune nella Rete, nelle ultime settimane, una riflessione che vale la pena di commentare. Da alcuni giorni, senza andare più lontano, circola una composizione fotografica che mette insieme, da una parte tre o quattro immagini di manifestazioni di massa, apparentemente violente, in Turchia, Grecia, Portogallo o Brasile, insieme ad un’altra foto che ritrae due dei nostri «perroflautas» (suonatori ambulanti accompagnati da cani che una volta si sarebbero chiamati punk, ndt) seduti tranquillamente in strada, immagino fumando una canna.
Non intendo ignorare che la fotocomposizione in questione possa rispondere a un proposito rispettabile: ricordarci che siamo ancora mezzo addormentati e dovremmo invece imitare l’esempio di mobilitazione che altri ci propongono. Ma, confesserò, che questa prima impressione mi lascia abbastanza poco convinto.
A questo proposito segnalerei, da un lato, che in altri momenti erano i turchi o i brasiliani quelli che dovevavo guardare al nostro esempio, e aggiungerei inoltre che diffido molto del criterio che identifica l’opposizione dall’esito vincente con le rituali manifestazioni di piazza. Penso in sostanza che la maggiore rilevanza del movimento 15M non risiede oggi nella maggiore o minore capacità di organizzare le manifestazioni, ma piuttosto nella sua capacità di modificare la realtà attraverso iniziative spesso per niente appariscenti che tuttavia bloccano gli sgomberi o costruiscono spazi di autonomia.
Tutto questo alla fine non mi importa molto. Ciò che veramente mi dà fastidio, nella fotocomposizione di cui parlo, è la scelta, per indicare quello che intende evidenziare dei due «perroflautas»: voglio dire che si tratta di una tesi subliminale contro il 15M, una tesi che prende le mosse sfacciatamente dalle posizioni ufficiali e che, magari, punta a paragonare questi due ragazzi con la esemplare condizione della coraggiosa militanza di sempre.
Poichè nella ricerca di solidi segnali delle disgrazie che ci portiamo appresso mi sarebbe sembrato molto più conveniente che il creativo di turno ci avesse messo davanti una foto di Fernandez Toxo y Mendez, o quella di alcuni dei lustri deputati della nostra sinistra, quelli che sono in maniera orgasmica convinti di rappresentarci.
Costretto a scegliere, in verità, sto con i «perroflautas».
Fonte: Nuevo deesorden http://www.carlostaibo.com
Traduzione per Comune-info: Massimo Angrisano
Carlos Taibo, scrittore e docente a Madrid, è uno dei più noti teorici e sostenitori del movimento della decrescita in Spagna. Le sue tesi sono «orgogliosamente anti-capitaliste», anti-patriarcali e internazionaliste. Sono orientate, comunque, all’autogestione, all’autonomia e a una radicale redistribuzione delle risorse.
Di Carlos Taibo su Comune-info, potete leggere anche «Perché abbiamo bisogno di spazi autonomi».
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