Un presidente rovinoso e ridicolo, certo – per chi non lo vota – il peggiore che il Brasile degli anni post-dittatura abbia mai avuto. Un ex capitano dei paracadutisti che esalta un modello di società grossolano, brutale, segnato dall’integralismo religioso, dalla corruzione e dal neofascismo. Un oscuro deputato bugiardo e arrogante, a lungo considerato poco più che folkloristico, che non si sa come sia potuto assurgere a impensabili incarichi di responsabilità politica, dai quali ambisce a rafforzare i poteri coercitivi di uno Stato da Far West. L’uomo che, in un Paese che ha conosciuto ben 21 anni di regime militare, ha restituito un potere inaudito all’esercito e ai suoi esponenti più indecenti con argomenti che non vanno oltre la rancida riproposizione del motto “Dio, patria e famiglia”, magari la sua famiglia, spesso coinvolta in scandali a dir poco imbarazzanti. Questo e molto altro ancora si dice di Jair Bolsonaro, ma allora com’è possibile – al di là dei classici alibi pretestuosi sul potere mediatico e il destino cinico e baro – che un candidato così impresentabile abbia raccolto più di 50 milioni di voti? Raúl Zibechi, che sul Brasile ha scritto libri e centinaia di articoli, pensa che non sia sufficiente condannare o disperarsi per l’affermazione sorprendente del primo turno elettorale. Invita così a porsi quella domanda con serietà. Forse alcune delle risposte vanno cercate nel crescente odio verso i poveri, in particolare per la popolazione nera e gli abitanti delle favelas, e poi nel ritorno del Brasile a un ruolo subalterno e dipendente con la rinuncia alle ambizioni di un recente passato da potenza emergente di rango internazionale in Sudamerica. Il resto bisognerà capirlo
Il 43% ottenuto dal presidente Jair Bolsonaro domenica 2 ottobre non ammette spiegazioni semplicistiche. Dopo quattro anni di soprusi antidemocratici, di flirt con il ricordo del colpo di Stato del 1964, di minacce alla magistratura, al parlamento, ai partiti di opposizione, e dopo una terribile gestione della pandemia, che è costata la vita a 700mila brasiliani, il risultato ottenuto è uno schiaffo in faccia a tutti coloro che si posizionano contro l’estrema destra.
Capire che cosa è successo, le ragioni per cui il bolsonarismo è così radicato nella società, significa andare oltre le scuse tradizionali che attribuiscono le sconfitte del progressismo e delle sinistre al ruolo dei grandi mezzi di comunicazione. In questa occasione, molti dei principali mass media si sono schierati contro Bolsonaro, lo hanno fatto la Rede Globo, la Folha de São Paulo e altri, sebbene il bolsonarismo avesse come alleati una parte dei potenti media evangelici.
“In tutta la mappa brasiliana abbiamo visto la crescita furiosa o la conferma di una base ampia e apparentemente solida che oscilla tra la destra e l’estrema destra”, dice il giornalista brasiliano Eric Nepomuceno (si veda il suo articolo: “Una victoria de Bolsonaro y la ultraderecha“). Se Lula da Silva vincerà al secondo turno, il leader del PT (Partito dei Lavoratori) dovrà governare controcorrente, dal momento che la maggioranza del Congresso e la maggior parte dei governatori sono sostenitori di Bolsonaro.
Ideologia ed economia
Róber Iturriet Avila, economista e professore presso il Dipartimento di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Federale di Rio Grande do Sul, in una recente pubblicazione dell’Università di Vale do Rio dos Sinos sostiene che “l’estrema destra è molto più radicata e molto più forte di quello che si pensava. Promossa da imprenditori, produttori agricoli e organizzazioni internazionali, ha una dimensione senza precedenti nella storia brasiliana” (Instituto Humanitas Unisinos, 3-X-22).
Per l’economista, i bolsonaristi di oggi “sono gli stessi che si sono opposti a Getúlio Vargas e a Juscelino Kubitschek negli anni 1950, e a João Goulart negli anni 1960″, e hanno abbastanza forza per fermare le riforme progressiste, continuando a “minacciare le istituzioni democratiche, anche se Lula vincesse al secondo turno”. Iturriet Avila punta i riflettori sui gruppi radicalizzati di estrema destra che cercano di smantellare il sistema istituzionale democratico del 1985 e la Costituzione del 1988, che hanno portato all’espansione dei diritti sociali e dei servizi pubblici.
Questo tipo di analisi sottolinea le ideologie e i valori conservatori, così come l’anti-razionalismo dell’estrema destra. Ma, subito dopo, Iturriet Avila riconosce che “il settore primario ha ottenuto profitti con il governo Bolsonaro” e che “c’è stato un aumento delle politiche di trasferimento del reddito” ai settori popolari, sebbene le classi medie urbane abbiano perso a livello di potere d’acquisto e di accesso a servizi deteriorati come l’istruzione. Negli ultimi due mesi c’è stato un miglioramento dell’economia, e il governo ha decretato una diminuzione del 40% del prezzo dei carburanti attraverso sgravi fiscali.
In realtà, il discorso di Bolsonaro contro il comunismo e il Partito dei Lavoratori, i valori conservatori come “Dio, patria e famiglia” e il rifiuto di una presunta ideologia di genere non basterebbero da soli a far ottenere 50 milioni di voti. D’altra parte, lo sbandierato contrasto alla corruzione si è rivelato di facciata, poiché gli elettori di estrema destra hanno chiuso un occhio sulla corruzione del governo. Hanno infatti trascurato gli scandali che scuotono il clan Bolsonaro, dall’acquisto irregolare di immobili alla collusione di uno dei suoi figli con gli assassini di Marielle Franco, tra gli altri.
Ciò che ha funzionato per il bolsonarismo è stata la polarizzazione, instaurata nel Palazzo di Planalto [sede della presidenza della repubblica – ndt] nel 2018. Tutte le analisi sostengono che in Brasile si è accentuato questo fenomeno, come dimostrano i risultati di domenica, con la sconfitta della cosiddetta terza via e la scomparsa pratica del PSDB (Partito socialdemocratico brasiliano) di Fernando Henrique Cardoso.
Disuguaglianza e odio per i poveri
I mercati hanno accolto i risultati del primo turno con un aumento di quasi il 5% della Borsa di San Paolo e un calo di 4 punti del tasso di cambio del dollaro. Entrambe le cifre sono le più alte fra quelle che si registrano in queste aree da molto tempo e, secondo l’editorialista di O Globo Miriam Leitão, i grandi uomini d’affari festeggiano il fatto che “Lula sarà costretto a camminare verso il centro” (O Globo, 3-X-22). Per il grande capitale, non basta la crescente moderazione dimostrata da Lula nell’affidare la vice-presidenza a un difensore del neoliberismo come Geraldo Alckmin.
È evidente che una parte considerevole della società brasiliana rifiuta la sinistra, che considera l’unica forza corrotta, mentre nello stesso tempo adora i militari e la contestata polizia militare. Ma c’è anche un crescente odio per i poveri, in particolare per la popolazione nera e gli abitanti delle favelas. “Da quando ha difeso la violenza della polizia nelle favelas, il governatore Cláudio Castro è salito nei sondaggi”, osserva Timo Bartholl, geografo e professore presso l’Università federale Fluminense.
Il professore di diritto Ricardo Evandro Santos Martins afferma che “ciò che scandalizza i bolsonaristi, a prescindere dal loro modello moralistico cristofascista, è la diminuzione della disuguaglianza sociale, l’orrore della presenza delle classi più povere in spazi che prima erano solo dei privilegiati (dagli aeroporti alle università). È un vero rifiuto dei poveri, una fobia” (Instituto Humanitas Unisinos, 3-X-22).
Rio, specchio del Brasile
La necessità di mantenere la distinzione sociale ed economica associata a un apartheid razziale sembra andare di pari passo con la difesa a oltranza della violenza da parte di apparati repressivi come la Polizia Militare. I risultati a Rio de Janeiro, una delle città più violente del continente, sono riconducibili a questa segregazione razziale e di classe. Quasi il 60% dei voti per la carica di governatore sono andati a Castro, alleato di Bolsonaro ed erede del governatore Wilson Witzel, destituito per corruzione nel primo anniversario della sua nomina.
È possibile che lo stato di Rio e la città stessa siano uno specchio del nuovo Brasile che si sta cucinando a fuoco lento dalla fine della dittatura militare. Il sociologo José Cláudio Alves, che studia i gruppi parapolizieschi, sostiene che le attuali milizie carioca sono eredi degli squadroni della morte. “Cinque decenni di gruppi di sterminio hanno avuto come risultato un 70% di voti a favore di Bolsonaro nella Baixada Fluminense”, dice.
La Baixada è l’enorme periferia di Rio popolata da 4 milioni di persone, che vivono in quartieri dormitorio, con gravi problemi a livello di alloggio, servizi igienico-sanitari, istruzione e salute. Le milizie controllano già almeno il 57% del territorio di Rio, il che equivale ad avere quasi 6 milioni di persone alla mercé di organizzazioni paramilitari, secondo una ricerca del Gruppo di studio dell’Università Federale Fluminense e dell’Osservatorio delle Metropoli dell’Università federale di Rio de Janeiro sulle nuove forme di Legalità.
Per questo motivo, Alves sostiene che “a Rio de Janeiro la milizia non è un potere parallelo. È lo Stato” (Público, 28-I-19). “L’assassino è legittimato, il miliziano è legittimato. Ha rapporti diretti con lo Stato. È l’agente dello Stato. È lo Stato. Quindi non ditemi che c’è un’assenza dello Stato. È lo Stato che determina chi opererà il controllo militarizzato e la sicurezza in quell’area”. Insomma, il miliziano può essere deputato, sindaco o ministro dell’Ambiente.
Questo Stato miliziano o paramilitare, simile, forse, a quello gestito e sostenuto da Álvaro Uribe in Colombia, sembra essere il modello che i bolsonaristi stanno espandendo in tutto il paese come un modo per mantenere i loro privilegi, con il sostegno di ampi settori del mondo imprenditoriale e delle forze armate.
Una buona sintesi è offerta dal sociologo José de Souza Martins, per il quale il Brasile ha cessato di essere un paese capitalista emergente per tornare a un ruolo subalterno e dipendente: “Dotato di partiti ma non politicizzato, il Brasile è storicamente e politicamente un paese orientato a destra, dove la sinistra è sempre stata una minoranza” (Instituto Humanitas Unisinos, 4-X-22). E conclude: “Qui la scelta non è tra destra e sinistra come in Europa, ma tra più destra e meno destra”.
Fonte: “Salto adelante del bolsonarismo: comprender o condenar“, in Viento Sur, 13/10/2022.
Traduzione a cura di Camminardomandando
stella gaetano dice
CHE IN EUROPA LA “SCELTA” SIA TRA “sinistra” e “destra” è molto opinabile. Non pretendo di fare un’analisi paragonabile a quella di ZIBECHI…ma io mi chiedo…perchè in ITALIA si vota Berlusconi Salvini e la fascista Meloni? E perchè con il 27,9% vincono le elezioni ? E tutti fanno credere che sia così? E perchè i cosiddetti movimenti se ne fottono di chi “comanda”…non incide su quello che fanno loro? …Se questi signori “governano” 5 anni siamo tutti fottuti…Convergere per insorgere ? Quando ?…
E’ IN ATTO UN GOLPE BIANCO- CON IL 43% del 63% DEI VOTANTI HANNO IL 59% DEGLI ELETTI ALLA CAMERA E IL 57% AL SENATO…MA SONO IL 27,9% DEGLI ITALIANI…E’ UNA TRUFFA!
Quello che si sta compiendo in queste ore , dopo la “nomina” da parte dei capi-bastone dei servi e vassalli da “eleggere”, e dopo la campagna ELETTORALE TRUFFA con la parola e la visibilità concessa a Berlusconi-Meloni-Salvini-Letta- Calenda-Renzi-Di Maio- Conte e, qualche volta Fratoianni,da parte del REGIME RAISET + la 7, escludendo tutte le altre liste, ora siamo all’apoteosi : IL COMPIMENTO DEL GOLPE BIANCO. Sta per nascere un governo ILLEGITTIMO ILLEGALE e INCOSTITUZIONALE. Il ri-eletto presidente MATTARELLA, se fosse veramente il custode della Costituzione, avrebbe un solo dovere : favorire la formazione di un governo per varare in tempi brevi UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE (e democrazia è UNA TESTA UN VOTO!) rispondente ai valori della Costituzione per ridare al popolo italiano la possibilità di eleggere liberamente i propri rappresentanti e RIFONDARE LA REPUBBLICA ITALIANA, nata dalla RESISTENZA ANTI-FASCISTA e ANTI-NAZISTA. Perché la legge in essere, con cui si è “votato” (?) è UNA LEGGE TRUFFA. I dati sono inoppugnabili. Ha votato il 63% degli ITALIANI aventi diritto. COME MAI NELLA STORIA DEL PAESE. GLI ASTENUTI (i non votanti!) sono stati il 36%, che diventano il 40% se si considerano anche le schede bianche e nulle , sono IL PRIMO PARTITO. La coalizione “vincente” tecnico-mafiosa ha ottenuto il 43% del 63% dei VOTANTI. Che significa il 27,9% dei CITTADINI ITALIANI con diritto di voto. Quindi, i “VINCENTI” (?) non “rappresentano” neanche il 30% effettivo degli ITALIANI. Ma, questi signori , con il 43% del 63% , hanno avuto il 59% DEGLI ELETTI alla Camera e il 57% al Senato. Con “UN REGALO” (una maggiorazione!) del 16% alla Camera e del 13,5% al Senato. E questo è UN GOLPE BIANCO. Una minoranza diventa maggioranza con una legge TRUFFA. Inoltre, i personaggi CAPI-BASTOPNE “vincenti”, hanno già “governato”e devastato l’ITALIA. LA FASCISTA MELONI, che ha ripetutamente rivendicato le sue origini e ascendenze, il FUCILATORE DI PARTIGIANI ALMIRANTE e IL NAZISTA fondatore di Ordine Nuovo (organizzazione nazista coinvolta nelle STRAGI DI STATO) PINO RAUTI, ha dedicato la sua “vittoria” “a quelli che non ci sono più”. Cioè ai “camerati che l’hanno preceduta. Chi è Salvini dovrebbero saperlo tutti. – MA I GIOVANI, NON SANNO LA STORIA DELL’ITALIA perché a scuola non si studia…- . Appartiene a un partito SECESSIONISTA che voleva spaccare l’Italia. Questo signore gradasso non ha mai nascosto il suo RAZZISMO in diecine di episodi con ROM ZINGARI PROFUGHI…e tutti gli ultimi della terra…con atti gesti parole e decreti (quando è stato ministro!). E’ andato in giro in tempi di pandemia con la mascherina TARGATA TRUMP e con la magliettina targata PUTIN sulla Piazza Rossa non molto tempo fa. E con la fascista Meloni è amico sodale ammiratore di ORBAN, quello dei muri e dei fili spinati contro i profughi. Silvio Berlusconi fu cacciato dal Senato perché condannato per avere rubato allo Stato, ora è ritornato, QUINTO MILIARDARIO del paese e sempre in conflitto di interessi, ha fondato FORZA ITALIA con il mafioso condannato DELL’UTRI, ha ospitato IL BOSS MANGANO e pagato per anni la MAFIA, è stato iscritto alla P2 associazione EVERSIVA con il num. 1816, è ancora sotto-processo per bagordi casini e corruzione di minorenni….ha devastato l’Italia con le sue TV spazzatura…e faceva bagordi anche con L’AMICO PUTIN che , come si vede, difende anche in queste ore. Quindi, la fascista MELONI , caro presidente MATTARELLA, “rappresenta “solo” il 26% del 27,9% degli ITALIANI e assieme al razzista Salvini e al PIDDUISTA-MAFIOSO-DELINQUENTE BERLUSCONI sono già stati e sono, ancora di più ora, UNA VERGOGNA PER L’ITALIA.
Invito tutti/e gli ITALIANI ONESTI alla Contestazione generalizzata alla rivolta e alla ribellione..perchè quello in atto è UN GOLPE BIANCO. Il governo della fascista Meloni che sta per “nascere” (?) è ILLEGALE ILLEGITTIMO e INCOSTITUZIONALE.
Gaetano Stella- Lago di Chiusi- 21-10-22
-passaparola!-blog.gaetanostella.it
Santos dice
Interessante, se non fosse che Luiz inácio , è un ex detenuto messo fuori per ingannare il più poveri un’altra volta, e i ricchi che stanno dietro a lui sono per interesse, in italia finisce sempre in izza in Brasile finisce sempre in carnevale in eterno carnevale.