È durante il Covid che nasce Azadì, che in persiano vuol dire libertà: la sua mamma e il suo papà l’hanno voluta sottrarre dall’essere una minore afghana in un contesto di guerra, per questo sono arrivati in Italia. È grazie a una borsa di studio che arriva da Verona che Benjamin può studiare a Kibera. Mentre è ad Acraa che si conclude la vita di Patricia, che viene salutata dai compagni di scuola nel nostro paese, dove era arrivata da piccola e si era laureata in Scienze politiche. Tante piccole storie vere, che vengono raccontate nel prezioso libricino Mosaiko. Storie di persone che arrivano da lontano.
Sedici storie intercettate da Nicoletta Morbioli, per sette anni dirigente del Cpia, Centro provinciale per l’istruzione degli adulti veronese, oggi dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Vicenza, e accompagnate dai disegni di Luca Saggioro, che ha ereditato il suo posto nella città scaligera.
Vite che, pagina dopo pagina, finiscono per diventare un Mosaiko, disegnando i contorni dei vissuti di chi ci passa accanto e che Morbioli ha incontrato e restituito.
Quei Cpia che nascono negli anni Novanta dall’esperienza delle scuole serali delle 150 ore, pensate come corsi per le persone italiane che lavoravano e volevano riprendere a studiare da adulte e conseguire un titolo di studio, come previsto dallo Statuto dei lavoratori. Oggi i Cpia sono frequentati per lo più da ragazze e ragazzi, uomini e donne che arrivano in Italia.
Fonte: Nigrizia.it
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