Il tempo della pandemia e della crisi climatica ha fatto riemergere ovunque il bisogno di una profonda conversione ecologica e sociale, il bisogno di mettere la cura al centro delle relazioni tra persone e con l’ambiente naturale. Secondo Roberto Papetti, straordinario mastro giocattolaio, la cura è prima di tutto un concetto che riguarda l’atto creativo, qualcosa che con delicatezza modifica l’esistente generando bellezza. Cura, ad esempio, è l’antica arte di costruire giocattoli, travolta oggi dalla mercificazione. Eppure per secoli i bambini e le bambine sono stati i robivecchi dell’umanità, rimettevano in circolazione, divertendosi, ciò che gli adulti abbandonavano. Si prendevano cura delle cose.

Oggi un laboratorio, un atelier nel quale si costruiscono giocattoli, è uno spazio dedicato alla cura, all’immaginazione per preservare le cose. Perché in un laboratorio a curare non sono solo le mani che si muovono, perfino l’inoperosità, l’attesa di un’ispirazione, è curativa. Il mondo ha bisogno di cura: possiamo coltivarla in molti modi, anche costruendo un Acrobata Scacciaspiriti…
Bellissimo! Il messaggio, la calma con la quale condivide il pensiero, la cura, appunto, che adopera per esprimere quello che è urgente far circolare del proprio pensiero. Bravo! Spero di poter trasmettere, in minima parte, ciò che ha comunicato nel video, ai miei alunni.
Da tempo mi dedico al recupero di genere vario “la chiamate la cura” il progetto che accompagna il mio fare mi impegna in un viaggio con destinazione ignota a volte sorprendente altre riflessiva sul percorso alternativo esecutivo, mai deludente. I risultati sono appaganti. Curiamoci!