Ecoblog vi ha parlato del boom degli orti urbani e dell’autoproduzione fra nececessità e scelta, crisi e decrescita consapevole. Al Salone Internazionale del Libro è stato presentato God Save the Green, il documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi (prodotto da Mammut Film con Ethnos e Cefa, la sponsorizzazione dell’Università di Bologna e Dista e il contributo di Cineteca di Bologna, Regione Emilia Romagna Apq Geco e Film Commission Torino Piemonte). Un lavoro pensato per il cinema (settantacinque minuti) e per la televisione (cinquantadue minuti).
Il documentario di Mellara e Rossi va alla ricerca di storie di “riconquista” ambientale che sta avvenendo nelle città e nelle metropoli di tutto il mondo, dove le persone hanno ripreso a coltivare gli orti in posti prima impensabili: terrazze, balconi, giardini pubblici, giardini pensili.
E così si va dalla storia dell’orto coltivato dalla famiglia di Abdellah nel più grande slum di Casablanca (Marocco) alla coltivazione idroponica (ovverosia fuori suolo) di un gruppo di donne di Teresina (Brasile), dagli orti comunitari di Kreuzeberg, quartiere di Berlino una volta attraversato da un muro, all’orto dentro i sacchi di una famiglia residente nello slum di Nairobi (Kenya).
Non manca una finestra sull’Italia: a Torino un giardiniere appassionato ha creato un lussureggiante giardino pensile nell’attico a terrazze di un condominio di dieci piani posto in un quartiere residenziale di Torino. La passione ha fatto miracoli: in 150 metri quadrati sono concentrate duemila specie di piante, fiori e ortaggi.
Un altro capitolo è quello dedicato al guerrilla gardening messo in atto da due ragazzi berlinesi che con azioni tanto utopistiche quanto determinate si lanciano alla riconquista dei fazzoletti di terra “superstiti” della cementificazione.
Fonte: ecoblog.it
Accade a Berlino: video
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=IuJxezFoXVI&list=PLBE3EB46999FD9F58[/youtube]
Lascia un commento