
di Maria G. Di Rienzo*
Scultrice, commediografa, poeta, attrice, attivista, fotografa, insegnante: sono alcune delle identità che Vanessa German assume nella sua vita e non sappiamo cos’altro potrebbe inventare domani mentre lavora per creare bilanciamento e armonia.
Vanessa, nata nel 1976, vive a Pittsburgh, negli Stati uniti, in un quartiere chiamato Homewood che è stato definito dai media “il vicinato più pericoloso d’America”, piagato com’è da anni da povertà, attività criminali e presenza continua di scontri a fuoco.
In questo contesto aspro e conflittuale, Vanessa crea statue e dipinti che lei definisce “figure di potere”, immagini di donne nere che, come spiega l’artista, portano su se stesse “strati di peso: portano la stratificazione del dolore, dell’accettazione e della libertà trasversalmente alla dimensione del tempo – passato, presente, futuro.”
I materiali usati da Vanessa sono tutti riciclati. Bambole rotte, stoffe vecchie, barattoli, oggetti gettati via e raccattati per strada. Anche i colori sono per la maggior parte frutto di riciclo. Non solo perché, come lei dice, le opere devono “riflettere le mie esperienze e il mio ambiente”, ma perché Vanessa è abituata a far ciò sin da bambina. Era poverissima e qualsiasi cosa desiderasse non poteva averla, ma sua madre la incoraggiava costantemente a creare da sola quel che voleva, con quello che poteva trovare attorno a sé. Alcune delle sculture incorporano oggetti che rappresentano persone importanti nella sua vita, come i capelli di un amico che “è nero, gay, terapista, guaritore: e i suoi capelli sono una preghiera universale per la chiarezza e la speranza.”
Un paio d’anni fa, Vanessa stava lavorando su un pezzo sul portico di casa, giacché la scultura era troppo grande per stare all’interno. I bambini del vicinato cominciarono ad arrampicarsi sulla staccionata per guardarla. “Mi chiedevano Cosa stai facendo? Posso farlo anch’io? Li invitavo all’interno e dopo pochi giorni, non esagero, erano dozzine. In questo modo la mia abitazione è diventata il Portico Frontale dell’Amore e in una casa abbandonata abbiamo creato la CasArte. Avendo cura della creatività dei bambini si instilla in loro il senso di aver valore.” E una volta convinti di ciò, i piccoli hanno diretto i loro messaggi artistici alla comunità in cui vivono: “Smettete di sparare, vi vogliamo bene”.
Le cose hanno cominciato ad andare meglio, a Homewood. Si spara di meno. L’arte è per le strade. Si sorride di più.
Le “figure di potere” dell’artista, imbevute di magia immediatamente percepibile, sono diventate un mezzo per mettere in relazione i membri del vicinato tramite lo spirito di cui sono fatte – amore.
Se vi presentate alla porta di Vanessa German, lei vi aprirà salutandovi con un abbraccio, una canzone e una poesia di sua composizione. È una forza della natura.
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Tiriamo fuori i talenti che ognuno di noi possiede!
Non permettete agli altri di sopprimerli!