Prima regione in Italia per quel che riguarda la superficie destinata all’agricoltura biologica (370mila ettari, nettamente avanti alla Puglia che ne conta 266mila), la regione più a sud del territorio nazionale aggiunge ora un nuovo rilevante elemento al suo, per nulla scontato e non certo privo di ostacoli, percorso di conversione. Il sistema agroecologico, nel quale cui si integrano la produzione agricola in biologico, le pratiche a favore della tutela del territorio e della fertilità del suolo, della qualità dell’acqua, della gestione degli scarti, della valorizzazione e tutela della biodiversità, di tutta la filiera sostenibile dei consumi ha avuto il 21 luglio un riconoscimento per legge attraverso il voto unanime dell’Assemblea Regionale. La legge prevede anche attività di formazione e di educazione verso queste pratiche, perché sia attuato (principio di precauzione) il diritto alla salute e la certezza della sanità di ciò che mettiamo in tavola. Naturalmente, l’attenzione delle reti e delle associazioni di tutela del territorio, del mondo contadino e dei consumatori consapevoli dovrà restare alta, a cominciare dal controllo sulle norme attuative del decreto, ma di questi tempi si tratta certo di un bel salto in lungo

Il 21 luglio 2021, alle 17,30 l’Assemblea Regionale ha approvato all’unanimità il ddl 553. La Sicilia ha adesso la Legge sull’Agroecologia: “Disposizioni In materia di agroecologia, di tutela della biodiversità e dei prodotti agricoli siciliani e di innovazione tecnologica in agricoltura”.
È una legge che, per prima in Europa, recepisce, all’interno del Green Deal, gli obiettivi congiunti del Farm to Fork e della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030; obiettivi che prevedono, tra gli altri, la riduzione del 50% dell’uso di biocidi e il rischio che rappresentano entro il 2030, la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi più pericolosi entro il 2030, la tutela e l’incremento della biodiversità naturale ed agricola e il miglioramento ed incremento della rete di zone protette.
Nel lungo dibattito in III Commissione all’ARS, sono emerse le indicazioni e i contributi da parte delle associazioni e delle reti che in questi anni hanno coniugato la difesa dell’ambiente e la valorizzazione delle aziende agricole locali, le associazioni di categoria, la ricerca universitaria e l’assistenza tecnica, le organizzazioni dei consumatori critici, le aziende agricole che hanno già iniziato buone pratiche e percorsi agroecologici, il tavolo istituzionale su Agroecologia e Colture Biologiche che ha tenuto conto del dibattitto che si sta affrontando a Bruxelles sulla nuova PAC.
La Sicilia, prima in Italia per l’agricoltura biologica, oggi aggiunge un nuovo tassello: quello di vedere il riconoscimento del sistema agroecologico, un sistema in cui si integrano la produzione agricola in biologico, le pratiche a favore della tutela del territorio e della fertilità del suolo, della qualità dell’acqua, della gestione degli scarti, della valorizzazione e tutela della biodiversità, di tutta la filiera sostenibile dei consumi (farm to fork); la legge prevede inoltre attività di formazione e di educazione verso queste pratiche, perché sia attuato (principio di precauzione) il diritto alla salute e la certezza della sanità di ciò che mettiamo in tavola.
Con l’entrata in vigore di questa legge si attuerà quella conversione agroecologica necessaria per la salvaguardia:
– delle produzioni locali e del reddito degli agricoltori;
– della biodiversità agricola e naturale;
– per la riduzione dei prodotti di sintesi (quali insetticidi, diserbanti, ecc.) molto dannosi non solo per l’ecosistema ma anche per la salute dei cittadini.
Per avviare questa conversione vengono adottate una serie di misure che, in sintesi, prevedono:
– Incentivi e premialità, anche all’interno del prossimo PSR, per le aziende che introducono in azienda specie, varietà e razze autoctone;
– il riconoscimento di “azienda agroecologica” con le relative regole;
– una forte riduzione dell’uso dei biocidi tossici per tutti gli utilizzi in aree pubbliche;
– corsi di aggiornamento per i nostri agricoltori;
– un sistema di Controlli e verifiche nelle importazioni e nelle produzioni;
– ed altre misure per agevolare la transizione agroecologica come indicato dalla Farm to Fork strategy (dal produttore al consumatore) dell’Unione Europea del maggio 2020.
Dopo questa approvazione, si continuerà a lavorare per costruire le norme attuative al decreto e per avviare il necessario processo di diffusione e conoscenza delle disposizioni legislative della legge (vedi indicazioni del Trattato di Lisbona) nel territorio dell’isola. Si hanno notizie che già a livello parlamentare, sulla scorta delle legge approvata, è in procinto di essere avviato l’iter per una legge, che avrà, per la sua valenza nazionale, l’opportunità di declinare incentivi ed agevolazioni fiscali per tutte le aziende che volessero intraprendere percorsi agroecologici.
Nino Lo Bello fa parte di Fa’ la Cosa Giusta! Sicilia. Hanno collaborato Guido Bissanti e Valentina Palmeri.
La Sicilia è la quarta regione d’Italia per produzione agricola dove la produzione orticola occupa un importante spazio. Ricordo questo perché è proprio l orticoltura una delle pratiche agricole che piu fa ricorso alla chimica per il controllo delle infestanti(diserbo chimico) e la difesa delle piante da insetti, funghi ecc. Adottare parametri di agroecologia premierà sicuramente gli agricoltori nel medio e lungo periodo relazionandosi ad una richiesta in continua crescita di prodotti biologici/biodinamici. Rimango stupito di come la nostra Regione ,Emilia Romagna, da sempre dichiarata l’avamposto delle buone pratiche agricole non abbia già legiferato in merito all’agroecologia . Non ci sono dubbi sul futuro dell’agricoltura e degli allevamenti ma sopratutto non ci sono dubbi tra la sana nutrizione e l’effettiva prevenzione verso alcune patologie metaboliche dell’uomo.
Aiutateci a fare la stessa cosa in Emilia romagna
Abbiamo bisogno di belle notizie come queste, una spinta perché altre regioni facciano la stessa cosa