Come ogni anno, l’autunno vede scaldarsi il fronte antisfratti. Perché come ogni anno e da molti a questa parte, a fronte delle decine di migliaia di famiglie in Italia alle prese con l’ufficiale giudiziario, non esiste uno strumento di tutela al di fuori dell’ennesima proroga del blocco degli sfratti, penosa procedura che si trascina dal 2002, riottenuta ogni inizio anno con la pressione di sindacati e movimenti, e che sempre più parzialmente tappa il rubinetto aperto degli sfratti senza soluzione abitativa alternativa.
Nel 2011 le richieste di esecuzione di sfratto sono state 123.914 secondo i dati del ministero dell’interno, e l’80 per cento di questi procedimenti è ormai per morosità. La crisi economica ha negli ultimi anni contribuito ad aggravare una situazione già resa drammatica dall’assenza di politiche abitative a lungo termine, il disinvestimento nell’edilizia popolare, il via libera a liberismo e speculazioni sul mattone, che hanno fatto lievitare il valore degli immobili e asfaltato le città senza dare una casa a chi ne ha bisogno.
A Roma solo nel 2011 sono 7.000 i nuovi cittadini sotto sfratto, mentre vi sono 42.000 domande di casa popolare inevase, il bando per la richiesta fermo da tre anni e solo 1.000 case delle 20000 promesse sono state consegnate. Contemporaneamente vediamo ogni giorno il suolo della nostra città aggredito dai costruttori e il suo patrimonio pubblico svenduto al miglior offerente, un meccanismo che si è avvitato su se stesso stritolando fasce sempre più ampie di popolazione che in una città degradata dal cemento stentano a trovare un tetto.
Per questo motivo i movimenti di lotta per la casa come Action e Sindacati come l’Unione Inquilini aderiscono alla giornata mondiale sfratti zero, una mobilitazione che in Italia riguarderà più di cento piazze e che a Roma si articolerà in momenti diversi, da picchetti antisfratto a consigli municipali aperti come in Municipio IX, da segnalazione di immobili vuoti a momenti pubblici come la conferenza stampa che si svolgerà alle 12 nel Municipio X (via Calpurnio Fiamma 33), dopo aver difeso, dalle 9 del mattino, sei famiglie a rischio sfratto del medesimo edificio, in un quartiere simbolo della speculazione con i milioni di metri cubi riversati su Tor Vergata ed Anagnina e dove gli effetti delle dismissioni degli enti pubblici sono pesantissimi.
Sfratti, caro affitti, morosità non possono essere considerate colpe individuali, bensi i frutti aspri di un sistema che va cambiato, investendo sul recupero del costruito e invenduto, ripristinando politiche abitative sociali, calmierando il mercato privato. Nel frattempo, da casa non esce nessuno.
Serena Tarabini, Action – diritti in movimento
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