Agli occhi di quelli che stanno in alto non sono visibili il Cotoneaster Lacteus e il Jasminum Mesnyi che sopravvivono da quattro anni davanti alla ciclofficina la Gabbia insieme all’Agave Americana che sovrasta ancora la piramide centrale della fontana di largo Mengaroni, a Tor Bella Monaca. La biblioteca autogestita Il Cubo Libro, lo spazio occupato El Chentro, il mercato (scambio e baratto, multiculturale, contadino e artigianale) Tra le Torri per loro sono bizzarri spazi di relazioni sociali poco produttive. Questo pezzo di periferia, per loro, è solo una borgata romana destinata alla cronaca nera. Sarà per questo che, in pieno giorno, il gruppo di guerrilla gardening Giardinieri sovversivi ha sferrato qui, tra adulti e bambini, il suo ultimo attacco
di Vanessa Scarpa*
A Tor Bella Monaca, nota periferia romana, tra le torri, esiste una piazza a Largo Ferruccio Mengaroni dove da tanti anni resistono diverse realtà: la biblioteca autogestita Il Cubo Libro, la ciclofficina la Gabbia e lo storico spazio occupato il El Chentro.
È raro trovare un motivo per andare a fare una visita in questi luoghi limitrofi al Raccordo anulare se non vi si vive direttamente, la maggior parte dei romani conoscono questa borgata della capitale soltanto per i numerosi fatti di cronaca sui quotidiani.
Grazie solo all’intervento di queste realtà, oramai ben radicate nel territorio, si creano veri momenti di socializzazione, partecipazione, attivazione creando un nuovo modo di vivere le periferie e la città, trasformando non luoghi in spazi di aggregazione e di vita comune. Con questo spirito nasce il mercato Tra le Torri, un luogo mensile di scambio, baratto, multiculturale, contadino e artigianale nella piazza pedonale di Largo Ferruccio Mengaroni.
I Giardinieri Sovversivi hanno così deciso dopo tre anni – l’ultimo intervento di guerrilla gardening a Tor Bella Monaca risale infatti a maggio 2012 – di tornare in questa occasione all’attacco della fontana principale della piazza e sferrare così il quarto attacco sovversivo con fiori e zappe a torbellissima (perché non è poi così male!).
Collaborare con tutte queste realtà sociali nello stesso giorno in cui vi è anche un mercato rende l’azione di sovversione del degrado molto partecipata: non sono mancati grandi e piccini, giardinieri e non, che non abbiano voluto rendersi protagonisti di questo cambiamento, come non sono mancati romani che per la prima volta grazie a questa occasione hanno avuto la possibilità di conoscere questo lato della capitale.
Sappiamo bene che vi saranno molto ostilità nei prossimi giorni da affrontare, sappiamo bene che probabilmente molte delle piante messe a dimora non avranno lunga vita, ma sappiamo anche che molte rimarranno lì a testimoniare che qualcosa si può fare, come dimostrano il Cotoneaster Lacteus ed il Jasminum Mesnyi che sopravvivono da ben quattro anni davanti alla ciclofficina la Gabbia insieme all’Agave Americana che sovrasta ancora la piramide centrale della fontana.
Ci ritroveremo presto di nuovo nei luoghi della periferia, perché “la libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione“ (Giorgio Gaber, La libertà, 1972).
* Architetto, studia anche botanica, biologia e giardinaggio. Fa parte di Giardinieri sovversivi, gruppo di Guerrilla gardening di Roma.
L’adesione di Vanessa alla campagna Ribellarsi facendo: Bellezza, curiosità e stupore
DA LEGGERE
Il suono dei tulipani Gianluca Carmosino
Lascia un commento