Federica Buglioni trascorre molto tempo a cucinare insieme a bambini e bambine, aiutandoli a impadronirsi di un alfabeto speciale, quello del cibo. Uovo sapiens è il suo ultimo libro, accompagnato dalle splendide fotografie di Giulia Bernardelli. “Non è l’ennesimo libro che parla del cibo per fare educazione alimentare (onorevolissimo intento, in ogni caso), ma pagine che portano i bambini a osservare, sperimentare e conoscere il cibo da un punto di vista scientifico – scrive Luisa Ziliani, maestra esperta del metodo Montessori e bibliotecaria – Bambini quindi protagonisti attivi di questa scoperta, ai quali non solo si chiede di fare qualcosa, attraverso una serie di tappe e di fasi da rispettare (com’è bello e utile insegnare ad aspettare per vedere cosa succede poi), ma ai quali si continua a porre domande…”
Questo articolo fa parte dell’inchiesta Tutti a tavola
Le classi Montessori hanno sempre “fame” di libri: la scelta dell’adozione alternativa, infatti, permette di sostituire i classici libri di testo scolastici con una discreta varietà di libri di divulgazione, narrativa e poesia, che vanno a formare una piccola biblioteca a disposizione dell’intera classe.
Ci sono alcuni importanti criteri con i quali si cerca di scegliere questi testi, soprattutto quelli di divulgazione, all’interno della ricchissima offerta dell’editoria per ragazzi: oltre che stimolare il piacere di leggere, dovrebbero permettere ai bambini di scoprire l’universo di cui sono parte, secondo la visione cosmica della scienziata marchigiana, e nel fare ciò anche renderli attivi nel proprio percorso di costruzione e sviluppo del sapere.
Bellezza, cura della veste grafica, semplicità e linearità dei testi, possibilità di approfondimenti e di successive ricerche, sono ulteriori caratteristiche che ci fanno scegliere un libro piuttosto che un altro.
Trovarne però uno che ti faccia dire – questo è proprio montessoriano, nell’impianto come nei contenuti, negli scopi che si prefigge e nel modo in cui li sviluppa – è raro, nonostante la crescente qualità dei testi messi a disposizione dall’editoria per l’infanzia.
Uovo Sapiens, di Federica Buglioni, per la casa editrice Topipittori, montessoriano lo è pienamente: innanzitutto perché è bello, ma proprio bello, graficamente. Oltre alle incantevoli fotografie di Giulia Bernardelli, che ritraggono frutta, verdure e funghi nel loro pieno splendore, si gustano subito le pagine linde e spaziose, con ampi margini quadrettati per eventuali note, e distinte per impaginazione e font a seconda che siano destinate ai bambini o agli adulti. Linearità e semplicità sono le parole d’ordine sottese a tutte le scelte grafiche, oltre che alla stesura dei testi. Semplicità che non significa povertà o penuria, ma che permette (come Maria Montessori stessa suggeriva per i propri materiali) di isolare ed esaltare le singole caratteristiche degli oggetti presi in esame, in pulizia e chiarezza.
Anche l’approccio al cibo e le conseguenti proposte di attività sarebbero molto piaciute alla Montessori, che nasce scienziata e tale rimane fino alla morte: non l’ennesimo libro che parla del cibo per fare educazione alimentare (onorevolissimo intento, in ogni caso), ma pagine che portano i bambini ad osservare, sperimentare e conoscere il cibo da un punto di vista scientifico. Bambini quindi protagonisti attivi di questa scoperta, ai quali non solo si chiede di fare qualcosa, attraverso una serie di tappe e di fasi da rispettare (com’è bello e utile insegnare ad aspettare per vedere cosa succede poi!), ma ai quali si continua a porre domande: “Secondo te, cosa succederà?”, “Le radici saranno singole o formeranno ramificazioni?”, “Pensavi che i semi fossero vivi o morti?” “Vedi altre differenze?”… Si procede quindi secondo un approccio squisitamente da metodo scientifico, per ipotesi, osservazione, sperimentazione e formulazione finale della “scoperta”, che porta all’acquisizione della nuova conoscenza, ma che spesso lascia aperti altrettanti nuovi interrogativi.
Il secondo capitolo, in particolare, nel quale viene descritto il setting del laboratorio, è una vera e propria dichiarazione di lavoro “à la Montessori”; scrive infatti Federica Buglioni:
“L’obiettivo del laboratorio è (…) la permanenza in uno spazio-tempo di sperimentazione dove l’errore è funzionale all’autoapprendimento. Per usare una frase fatta, nel laboratorio conta il viaggio, non la destinazione”.
E ancora:
”I materiali saranno integri, semplici, di buona qualità, belli e senza decori inutili; (…) la plastica assente o ridotta al minimo indispensabile. (…) Le spiegazioni saranno brevi – lo stretto indispensabile – e l’azione, l’esempio, conterà più delle parole. Le domande inviteranno a formulare ipotesi più che a generare risposte. L’errore sarà utile, funzionale al pensiero e lascerà tempo all’autocorrezione”.
Sembrano pagine tratte da un testo della Montessori stessa, che tra l’altro tanto insisteva con le sue maestre di scegliere con cura le parole e cercare di usarne il meno possibile, lasciando spazio all’azione.
Di parole si occupa in particolare il settimo capitolo del libro, che invita ad esplorare la ricchezza lessicale che accompagna il cibo, e a lavorare su di essa in modo creativo, allacciandosi all’origine geografica di alcuni alimenti, alla loro storia, alla letteratura e al cinema. E ancora una volta, si stimolano i bambini a creare (scrivendo ricette, per esempio).
L’ultimo capitolo, che parla degli assenti, cioè dei cibi che Buglioni ha scelto di non includere, fornisce stimoli e riflessioni fondamentali per il nostro tempo, e che fanno sicuramente appello alla sete di giustizia ed etica che caratterizza i bambini della scuola primaria (o del secondo piano di sviluppo, come li definiva la Montessori).
Due ulteriori sorprese riservano le pagine finali di questo splendido libro: le sessanta missioni compiute, cioè l’elenco delle azioni compiute (o meno, infatti sono da crocettare) da ogni persona che ha “usato” il libro (che quindi ancora viene inteso come un mezzo per fare, per agire, per essere agente cosmico in senso montessoriano); e la “Piccola bibliografia di educazione alla cultura del cibo”, molto intelligentemente organizzata per temi, e con brevi e chiare indicazioni del contenuto di ogni libro indicato. Una miniera di ulteriori approfondimenti, che, per una bibliofila come me, ha portato a prendere nota di ogni volume che ancora non conoscevo (e ce n’erano tanti, nonostante quindici anni passati a fare la bibliotecaria scolastica!) e a desiderare ardentemente di averlo presto tra le mani. Molto godibili anche le foto di alcuni di questi testi, che accompagnano la bibliografia.
Uovo sapiens, non per niente sottotitolato “Il cibo come materiale educativo per esplorare il mondo”, funziona quindi al pari di un seducente materiale montessoriano, e quando lo chiudi perché hai finito la lettura ti rimane l’urgenza di provare, con i bambini, a mettere in pratica molte delle attività proposte. Sai già che a loro piaceranno tantissimo, perché la loro missione è proprio quella di esplorare il mondo, anche per mezzo di strumenti preziosi come questo.
Luisa Ziliani è maestra elementare a Salò (Brescia). Insegna da ventisei anni e per venti si è occupata di biblioteche scolastiche.