Nel 2014, l’Istituto comprensivo Sant’Elia/Commenda di Brindisi diventa capofila di una rete territoriale denominata “Qualamano”, coinvolgendo realtà sociali e l’amministrazione comunale. Nel 2019 quell’esperienza si trasforma e allarga confluendo nella rete “Legami di Comunità 4.0″. Il percorso avviato oggi come scuola aperta e partecipata per contrastare la povertà educativa sembra dunque una naturale evoluzione. «Creare nel quartiere una cultura della partecipazione richiede un processo lungo e un investimento di tempo ed energia – scrivono le/gli insegnanti di questa scuola di periferia – poiché partecipare significa ascoltare e confrontarsi per raggiungere scelte condivise…. La scuola partecipata del quartiere Sant’Elia vuole diventare terreno di costruzione utopica, una scuola aperta alla sorpresa, all’inedito e sempre “in movimento”…»
Questo articolo fa parte dell’inchiesta Brindisi alla scuola aperta

Sant’Elia è un quartiere nella periferia di Brindisi in cui si rilevano tutte le problematiche tipiche delle periferie urbane. I punti di riferimento sul territorio sono la scuola, le parrocchie e le società sportive. Il bisogno di coesione e collaborazione tra le realtà positive presenti è al centro della riflessione della scuola da diversi anni. L’Istituto Comprensivo Sant’Elia/Commenda nella sua offerta formativa ha fatto proprio il concetto di sostenibilità sociale, la mission della scuola è sostenere bambini e bambine, ragazzi e ragazze attraverso la promozione di servizi, attività ricreative e culturali sradicando la povertà in tutte le sue forme. L’idea di sostenibilità sociale implica anche il diritto di vivere in un contesto che possa esprimere le potenzialità di ogni individuo e la possibilità dei cittadini di agire nei processi decisionali.
Con questi presupposti nel 2014, l’Istituto diventa capofila di una rete territoriale denominata Qualamano, coinvolgendo tra gli altri l’amministrazione comunale, le associazioni culturali e alcuni enti del terzo settore. Nel 2019 tutti i partner della rete Qualamano confluiscono formalmente nella rete “Legami di Comunità 4.0” nata dall’esigenza di creare intorno alla scuola un tessuto di relazioni caratterizzato dalla partecipazione e dalla collaborazione. La collaborazione si traduce in un progetto che mira ad azioni dirette a favore della promozione della tutela e del benessere dei minori, attraverso un’offerta educativa che garantisca un approccio multi-dimensionale che raggiunga l’obiettivo unico di contrasto alla povertà educativa – ossia la privazione dei bambini e degli adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni – e attraverso interventi rivolti alla genitorialità favorendo l’empowerment e percorsi di resilienza tramite metodologie ed azioni formative, informative ed educative.
La creazione di una “scuola partecipata” rappresenta, dunque, una naturale evoluzione del percorso già intrapreso dall’istituto comprensivo e dalle associazione che la affiancano.
Una “scuola partecipata” presuppone non solo la valorizzazione dell’interesse dei genitori al percorso scolastico dei propri figli ma individua nella disponibilità dei genitori stessi una risorsa importante che può essere “fecondata” dal contatto con la professionalità degli insegnanti. Una “scuola partecipata” può rispondere anche alla domanda, presente in misura sempre maggiore, di “soccorso” alla genitorialità scolastica.
Partecipazione è prima di tutto coinvolgimento attivo di tutte le componenti della comunità, allievi, docenti, genitori ma anche risorse presenti nel volontariato e nella cittadinanza attiva, nelle agenzie educative e nel terzo settore, nelle fondazioni e nelle imprese del territorio. Partecipazione è anche condivisione attiva alla vita della scuola nei suoi diversi aspetti siano essi educativi, didattici, sociali, ambientali. Infine, partecipazione è promozione della salute in tutte le sue dimensioni.
Ma creare nel quartiere una cultura della partecipazione richiede un processo lungo e un investimento di tempo ed energia poiché partecipare significa ascoltare e confrontarsi per raggiungere scelte condivise.
La scuola non intende offrire solo gli spazi di partecipazione ma un vero e proprio accompagnamento alla partecipazione partendo dall’analisi di situazioni e bisogni concreti, identificando in maniera partecipata le azioni da intraprendere e in maniera condivisa gli obiettivi raggiungibili e realistici; promuovendo spazi di ascolto autentici e spazi per esprimersi, laboratori dove gli abitanti del quartiere si sentano protagonisti e al tempo stesso responsabili, e mettano al servizio della comunità le proprie competenze e professionalità.
Il fine ultimo è generare fiducia e sicurezza proprio attraverso l’inclusione e la coesione sociale e attraverso la valorizzazione delle diversità come ricchezze di un territorio.
La scuola diventa così un bene comune gestito dai cittadini, un ambiente didattico flessibile e aperto alla collaborazione a tutti i livelli con spazi informali per la socialità e momenti collettivi da vivere insieme per co-costruire il futuro del quartiere.
La scuola partecipata del quartiere Sant’Elia vuole diventare terreno di costruzione utopica, una scuola aperta alla sorpresa, all’inedito e sempre “in movimento”.
[Insegnanti I. C. Sant’Elia/Commenda di Brindisi]