
Nell”inchiesta Fammi giocare, che raccoglie 23 articoli sulla relazione tra gioco e città, abbiamo segnalato, tra l’altro, un’ampia ricerca portata avanti dai bambini e dalle bambine della scuola Melissa Bassi di Roma, che hanno cominciato a guardare il loro territorio, Tor Bella Monaca, con un occhio diverso, costruendo anche un’accurata mappa dei luoghi di svago. Qualcosa di molto affine è avvenuto nella periferia di Pescara con la mappa collaborativa Where do the children play leggibile qui.
In Abruzzo il lavoro di ricerca è stato promosso dall’Osservatorio Partecipazione e Cittadinanza Attiva/Dipartimento di Architettura e da FIRST (Centro interdipartimentale Formazione all’Insegnamento, Ricerca Scuola e Territorio) dell’Università di Chieti e Pescara (con un progetto diretto da Piero Rovigatti) aperto al contributo di enti pubblici, associazioni, singoli cittadini. La mappa distingue diversi livelli di indagine: spazi aggregativi di natura pubblica (scuole, biblioteche/Case di Quartiere, parchi pubblici attrezzati, palestre e centri sportivi, centri di riabilitazione psico motoria per l’infanzia…), spazi aggregativi di natura confessionale (chiese, oratori, altri luoghi di culto), spazi aggregativi di natura privata (centri sportivi, college, scuole, luoghi di svago, circoli privati, bar, discoteche…), spazi aggregativi gestiti dal non profit (biblioteche, centri sportivi, centri sociali e culturali…) e altri luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, (spazi pubblici, spazi verdi, cortili di abitazioni, “muretti”, altri luoghi informali). Sono stai identificati anche alcuni luoghi di possibile utilizzo (sedi ATER, sedi di proprietà comunale, beni confiscati). Si tratta, dunque, di luoghi nei quali si svolgono o si potrebbero svolgere esperienze ludiche, educative, formative ed esperienziali.
Avviare una ricerca intorno a domande come “Dove giocano?” e “Dove potrebbero giocare bambini/e e ragazzi/e?”, coinvolgendo i più piccoli, è già un modo diverso di raccontare la città e di vivere il territorio.
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