A Bergamo esistono 24 reti di quartiere che raccolgono circa trecento tra associazioni, gruppi di cittadini, comitati, istituti comprensivi, cooperative, polisportive, parrocchie e istituzioni, in rete con l’amministrazione comunale. Le esperienze delle scuole aperte, anche grazie al CSV, hanno trovato naturale legarsi a questo arcipelago
Questo articolo da parte dell’inchiesta Il rammendo dei quartieri
A Bergamo, le esperienze delle scuole aperte, diffuse in tutta la città ma non sempre accompagnate dalla partecipazione costante e articolata dei comitati e delle associazioni genitori, sono comunque strettamente collegate alle reti di quartiere.
Le prime esperienze di reti di quartiere a Bergamo cominciano alla fine degli anni Novanta sotto la spinta di alcuni cittadini che sentono il desiderio di ripartire dalle relazioni sociali territoriali. Con il tempo le reti sono cresciute, si sono trasformate e sono entrate in relazione con l’amministrazione comunale, tanto che nel 2019 all’interno dell’Assessorato alla Partecipazione e Reti sociali è nato il servizio “Reti di Quartiere”.
Oggi operano su tanti temi incontrandosi con regolarità e progettando insieme numerose iniziative. Le reti attive sono 24 e raccolgono circa trecento tra associazioni, gruppi di cittadini, comitati, parrocchie e oratori, realtà del volontariato, istituti comprensivi, cooperative, polisportive e istituzioni e servizi non comunali. Il “Servizio Reti di Quartiere” promosso dal comune attraverso alcuni operatori cerca di favorire la partecipazione, facilitare la circolazione di informazioni, mantenere un collegamento con l’amministrazione. Nel sito Retidiquartiere.it è possibile consultare la mappa, in costante aggiornamento, delle reti attive e l’elenco degli spazi pubblici messi a disposizione dei cittadini, per incontrarsi, usufruire di servizi e partecipare ad attività culturali formative. Una sezione raccoglie anche diverse storie e notizie.
Le reti di Valtesse Sant’Antonio Valverde e Valtesse San Colombano raccolgono fotografie del quartiere degli anni 50/60/70/80 per realizzare un album di quartiere. “Il quartiere si fa gioco” è invece il progetto pensato per i bambini e le bambine dalla Rete di quartiere di Longuelo (sostenuto dal comune) e che prevede alcuni appuntamento in novembre. Nell’I.C. Camozzi si è svolto il primo momento pubblico di restituzione dei questionari elaborati dal tavolo inter-reti (delle Reti di Quartiere di Valtesse Sant’Antonio Valverde, Valtesse San Colombano, Monterosso e Conca Fiorita): un’occasione per porre al centro le abitudini e gli interessi dei preadolescenti. Sono alcune delle notizie pubblicate nelle ultime settimane da Retidiquartiere.it che fotografano bene cosa fanno in questo momento le reti.
Racconta Massimo Rotini del CSV Bergamo (il Centro Servizi Volontariato, insieme all’IC G. Camozzi e al Comune di Bergamo sono partner del progetto nazionale Scuole Aperte Partecipate in rete): “Uno degli obiettivi del nostro progetto è favorire al massimo i legami con enti, servizi, agenzie educative, associazioni e gruppi presenti sul territorio cittadino. La partecipazione delle scuole e degli operatori coinvolti nei progetti “Scuole Aperte” e “Scuole Aperte GPS” (“Gamelab Play School”, progetto nato nel 2021 su iniziativa del comune e di alcuni istituti comprensivi in risposta a un diffuso bisogno di relazione degli alunni della fascia 11-14 anni, ndr) agli incontri delle reti di quartiere è quindi fondamentale per diffondere la conoscenza delle proposte e radicarle nelle diverse aree della città”.
All’inizio dell’anno scolastico 2023/2024 lo staff del CSV ha incontrato i coordinatori e gli operatori del servizio “Reti di Quartiere” per consolidare il raccordo tra le due iniziative. “L’idea è di rafforzare la collaborazione e lo scambio tra i due progetti – aggiunge Massimo – soprattutto a partire da quelle zone della città il tema dei minori è considerato prioritario”.
Come valutare questa interessante collaborazione? Spiega ancora Massimo: “Il percorso intrapreso ha finora dato esiti positivi, poiché il modello di scuola aperta si sta progressivamente affermando non solo all’interno delle scuole, ma anche coinvolgendo sempre più le reti presenti sul territorio cittadino. Un possibile miglioramento futuro riguarda la possibilità di estendere ulteriormente il progetto, raggiungendo le scuole e i quartieri della città finora meno coinvolti”.