I Patti di collaborazione e i Patti di educativi di comunità favoriscono pratiche di cura in grado di contrastare in profondità le nuove forme di povertà educativa. Al tempo stesso sono una cartina di tornasole di come sempre più persone sono coinvolte in esperienze di recupero di spazi aperti pubblici e di creazione di nuovi spazi di socialità. Il rapporto di Labsus “Le scuole: da beni pubblici a beni comuni”

Il Rapporto 2022 di Labsus, l’associazione che si occupa di monitorare lo stato di attuazione, in diversi campi, dell’Amministrazione condivisa dei beni comuni quest’anno mette al centro l’educazione come bene comune, attraverso un’indagine effettuata su 102 Patti. Nel Rapporto – dal titolo “Le scuole: da beni pubblici a beni comuni” (realizzato con INDIRE/Istituto nazionale documentazione Innovazione Ricerca Educativa e il Gruppo di ricerca sulle Piccole Scuole) viene indagata la scuola prima di tutto come spazio nel quale è possibile promuovere interventi per contrastare la povertà educativa con la partecipazione di tanti volontari e volontarie.

Il Rapporto analizza 50 patti di Collaborazione e 52 Patti educativi di comunità. I primi hanno l’obiettivo principale di favorire la partecipazione di tutta la comunità educante (cittadini, nuclei familiari, gruppi informali, associazioni, cooperative) alla vita della scuola e di portare le comunità scolastiche a fare pratica di cittadinanza anche fuori dai recinti scolastici, ad esempio prendendosi cura degli spazi pubblici di prossimità. I secondi invece, che riguardano soprattutto le scuole delle aree interne, hanno consolidato l’alleanza educativa con il territorio per cambiare il modo di “fare scuola”.
Il quadro complessivo che emerge è un panorama molto variegato, ricco e incoraggiante di pratiche di cura delle scuole e di amministrazione condivisa dell’educazione. Del resto anche le esperienze delle scuole aperte e partecipate, che si inseriscono a pieno a titolo in questo tipo di pratiche, sono un puzzle che da Roma a Milano, passando per Catania, Brindisi e Livorno, non si esaurisce certo in un modello unico.
Colpisce nella ricerca come per oltre il 90 per cento degli intervistati gli obiettivi dei Patti sono stati raggiunti, almeno parzialmente, e andrebbero dunque rinnovati, magari estendendo le azioni proposte dai Patti a un territorio più ampio.
Nelle esperienze esplorate sono impegnate persone di tutte le età, equamente distribuite, con prevalenza di adulti dai 30 ai 60 anni, sia donne che uomini. Buona anche la presenza di bambini/e e ragazzi/e nel partecipare alla realizzazione dei Patti: bambini (72%) e adolescenti (60%). Tra le prime sei categorie di persone che si prendono cura della scuola troviamo: associazioni di volontariato, cooperative sociali, insegnanti, dirigenti, genitori. Significativa la partecipazione di cittadini singoli (70,2%), tra i quali anche studenti e gruppi informali (57,4%). Tra gli altri, sono stati indicati anche pedagogisti/e, consulenti esperti, educatori, assistenti sociali, pediatri.
La mappa dei Patti al momento vede queste esperienze presenti soprattutto al Nord. Le regioni con il maggior numero di esperienze sono Puglia e Piemonte, seguono Liguria e Lombardia.
Gli obiettivi principali? Recuperare e rivitalizzare spazi aperti pubblici (aree verdi, parchi, spazi dismessi …), creare nuovi spazi di socialità ma anche occasioni di quella che molti chiamano “cittadinanza attiva”.
Secondo Pasquale Bonasora, presidente di Labsus, la scuola si mostra come uno spazio plurale, «luogo in cui promuovere un approccio intrecciato delle politiche combinando ricerca, intervento, formazione, viste soprattutto come argine alla vulnerabilità di quei territori dove povertà educativa e povertà materiale sono il risultato della cronica mancanza di servizi sociosanitari, servizi per l’impiego, servizi culturali…». Ma anche la scuola come «luogo della relazione intergenerazionale per la salvaguardia dei beni comuni naturali e dei beni comuni immateriali….».
Qui è possibile scaricare gratuitamente il Rapporto Labsus 2022
Il Rapporto “Le scuole: da beni pubblici a beni comuni” verrà presentato martedì 28 marzo, alle ore 18, in diretta sulla pagina Facebook e il canale Youtube di Labsus