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Reinventare le scuole aperte

Manuela Lo Prejato
10 Marzo 2021

La sforzo di molte scuole aperte di restare una “piazza” anche in tempi di pandemia è ovunque enorme. L’associazione genitori della Fratelli Bandiera, a Roma, si è ripensata tra aiuti straordinari per la didattica a distanza (con la fornitura di pc e tablet, il tutoraggio alle famiglie in difficoltà, le lezioni di italiano L2 e quelle di chitarra, i servizi di mediazione culturale), e, in settembre, con le giornate di outdoor education. Si tratta, dicono, di creare ogni giorno modi e luoghi (anche virtuali) di incontro, di fare della cultura un insieme di percorsi di crescita per tutti, di sostenere i nuclei familiari in difficoltà

Iniziativa Apriti scuola, 8 giugno 2020: biciclettata con passaggio in Piazza Ruggero di Sicilia, a Roma (zona Piazza Bologna), promossa dall’associazione genitori Fratelli Bandiera. Foto di Nilde Guiducci

Con l’inizio, nei vari istituti, del secondo quadrimestre, siamo al giro di boa di un anno scolastico molto complesso. Il secondo, dopo lo scorso già difficilissimo. Sulle spalle ci portiamo dodici mesi di pandemia e davanti si dipanano orizzonti ancora incerti, con un passo che ci sembra di muovere innanzi – la prospettiva della vaccinazione di massa, che chissà come e quando si compirà – e un altro che ci sembra ci faccia tornare indietro al punto di partenza: la carta di penalità “varianti” e il giro che ricomincia.

E mentre nelle ultime ore sempre più regioni e comuni italiani sono entrati in una fascia di colore dalle maggiori restrizioni, con ricadute gravi sul sistema delle aperture e chiusure scolastiche, è di una settimana fa la pubblicazione, da parte di Save the Children, dei dati globali sulle conseguenze del Covid-19 sul settore dell’istruzione: i gap preesistenti non fanno che ampliarsi, fra il mondo povero e quello ricco, fra il Sud e il Nord anche del nostro Paese. Da settembre 2020, infatti, su 107-108 giorni di scuola previsti, i bambini del primo ciclo di istruzione (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado), a cui si può aggiungere, per riflessioni statistiche, la scuola dell’infanzia, hanno frequentato, rispettivamente, 48 giorni a Bari e 108 a Roma (i dati di Milano si allineano grosso modo con quelli della capitale); per la scuola secondaria di secondo grado, si attestano da un lato i record negativi di Napoli e Bari (27 e 30,5 giorni), dall’altro quelli positivi di Roma, Firenze e Milano (rispettivamente 80,6; 75,1; 61,9 giorni). Il Centro-Nord ha così superato e addirittura doppiato il Sud, con l’eccezione di Palermo, che si colloca in più di un senso in un’isola felice.

Il logo del progetto Scappare è stato disegnato da Mauro Biani

Quest’opposizione di aperto e chiuso assume una valenza ancor più significativa sul territorio romano, laddove l’apertura stessa diventa costitutiva e viene difesa con le unghie dell’impegno e della perseveranza, a partire dal nome che si è data la rete, appunto, delle Scuole aperte e partecipate in rete (rete/progetto nata intorno agli istituti comprensivi Manin, Fratelli Bandiera e Parco delle Vittorie). E se a sentire l’acronimo “ScApPaRe” fino a due anni fa ci si poteva chiedere: “Perché? Da cosa? Dove?”, oggi nulla sarebbe meglio indicato, a suggellare la volontà di evadere dalla chiusura, il buio, l’incertezza e spesso anche l’angoscia in cui ci ha gettato la pandemia.

Tra le associazioni dei genitori che aderiscono alla rete, quella dell’Istituto Fratelli Bandiera di sicuro non si è persa d’animo e ha saputo reagire fin dai primi mesi dell’emergenza, attuando nello scorso anno scolastico una serie di aiuti straordinari per la didattica a distanza: fornitura di pc e tablet; tutoraggio alle famiglie in difficoltà; aiuto compiti; lezioni di italiano L2. Il tutto grazie alla forte e buona volontà dei componenti e al confronto e alla sinergia proficua mai venuta meno con un ben disposto corpo docente.

L”I.C. Fratelli Banidera di Roma è stata anche la scuola di uno straordinario maestro: Alberto Manzi

Dopo aver risposto alle prime urgenze emerse a causa della pandemia, nell’anno scolastico in corso l’associazione ha raccolto la sfida del tutto nuova dell’outdoor education, con un programma ricco di impegni a Villa Torlonia, nella prima metà di settembre, per riavvicinare i bambini e i ragazzi alla scuola, in tutta sicurezza: bambini e ragazzi affamati di aria aperta e socialità, che hanno accolto la proposta con l’allegria e la naturalezza tipiche della loro età, mostrando un rispetto e un adattamento alle norme anti-Covid di cui molti adulti non sanno dare ugual prova. Riguardo a queste ultime, sul sito dell’associazione sono state pubblicate le regole di prevenzione semplificate, in italiano così come in spagnolo, bengalese, filippino, arabo, rumeno, francese e inglese.

Ma non solo: l’associazione ha saputo reinventarsi, trasformando l’appuntamento tradizionale – in presenza e gioiosamente assembrato – del “Natale in piazza” nel “Natale impazz@” dei laboratori natalizi online. Ugualmente da remoto sono continuate, e sono tuttora in corso, alcune delle attività che ormai da anni caratterizzano l’offerta pomeridiana. Le lezioni di chitarra per i bambini dagli otto anni, per stabilire una continuità fra la scuola primaria e la sezione musicale della scuola secondaria, ma anche per venire incontro ai ragazzi che per vari motivi non possono frequentare tale indirizzo in orario curricolare. Le lezioni di inglese per la certificazione Cambridge e, come novità dallo scorso anno scolastico, quelle di italiano per gli alunni di origine straniera.

Attraverso il progetto Scappare e un corso dedicato alla comunicazione e al giornalismo promosso dalla redazione di Comune, nelle scuole aperte Fratelli Bandiera, Manin e Belli di Roma è stato possibile raccogliere anche il punto di vista di ragazzi e ragazze su questo tempo difficile

L’obiettivo fondamentale, a maggior ragione in questa fase pandemica, è la creazione di modi e luoghi (anche virtuali) di incontro e dialogo, la sollecitazione di una variegata offerta culturale, il sostegno alle famiglie, nessuna esclusa. È così che, accanto alle lezioni di italiano L2, è stato pensato un servizio di mediazione culturale per le famiglie e le classi con presenza di non italofoni, in soccorso anche della complessa interpretazione della normativa Covid (prevenzione, isolamento, quarantena, esecuzione dei tamponi, modalità di rientro a scuola, modulistica).

Ultimo ma non secondario è l’aiuto pensato, a partire da questo secondo quadrimestre, per le famiglie in difficoltà economica a seguito dell’emergenza sanitaria: genitori in cassa integrazione o attivi in settori più colpiti a livello economico o, finanche e purtroppo, genitori che hanno dovuto rinunciare alla prospettiva lavorativa per valutazioni contingenti personali. In questi casi si cercherà di attingere il più possibile al fondo di solidarietà, per abbattere i costi di partecipazione, affinché tutti possano avvicinarsi all’offerta formativa dell’Associazione.

Altre e nuove idee sono già in circolo, in collaborazione anche con gli insegnanti.

Un racconto, dunque, nonostante tutto fortunato, che vuole aprirsi a ulteriori scenari e si pone un interrogativo fondamentale: in futuro, quando la pandemia sarà – ci auguriamo – un ricordo profondo ma lontano, per passare dagli interventi emergenziali di questi mesi alle ricadute sistemiche a venire, in che modo dovrà reinventarsi l’associazionismo genitoriale? Quali nuove energie dovrà mettere in campo, dopo un periodo così lungo di riduzione della vita sociale? La risposta si troverà come sempre nel confronto, a partire da giovedì 11, in occasione del dialogo sulle Scuole aperte come Antivirus sociale.


Manuela Lo Prejato (Associazione Genitori “Fratelli Bandiera”)


Questo articolo fa parte dell’inchiesta La scuola è territorio dedicata a Roma


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Un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto è coordinato da Mo.V.I. - Movimento di Volontariato Italiano